Le preoccupazioni ‘umanitarie’ aumentano le guerre, beneficiano solo i produttori di armi | Eric Zuesse

A differenza delle aziende normali, quelle che producono e vendono armi ai propri governi per il loro successo dipendono virtualmente al 100% appunto dal proprio governo e dai suoi alleati militari; i loro mercati sono solo quei governi, non individui (come per le aziende normali). Di conseguenza, o i loro governi le controllano e le aziende non hanno effettivo controllo sui propri mercati, oppure sono esse a controllare il proprio governo, e così effettivamente i propri mercati, mediante le politiche estere governative — non solo espandendo le proprie alleanze militari (i mercati esteri di quei produttori), ma designando le nazioni ‘nemiche’ contro le quali esse e i loro alleati possono poi utilizzare tali armi.

In paesi come gli Stati Uniti, i produttori d’armi beneficiano dei miliardari del paese e ne sono controllate, anziché (come in Russia, per esempio) del e dal governo. Tali produttori d’armi del tutto motivati dal profitto devono avere nazioni-mercato chiamate governi ‘alleati’ , come d’altronde nazioni-bersaglio chiamate governi ‘nemici’, in modo da ‘giustificare’ maggior produzione d’armi da parte di tali aziende, finalizzata al loro utilizzo contro questi ultimi. Solo in nazioni dove i produttori d’armi sono a controllo privato anziché pubblico le politiche estere governative sono prevalentemente determinate dai produttori d’armi del paese. Ecco com’è  appunto in America.

Il principale ‘alleato’ degli US è la famiglia Saud, che possiede il governo dell’Arabia Saudita. Come da un recente sunto per un dibattito, “Gli US sono il maggior esportatore mondiale d’armi dal 1990 e il loro maggiore cliente è l’Arabia Saudita. Gli US hanno venduto un totale di $55,6 miliardi in armi e nel 2017 realizzato un guadagno di 18 miliardi di dollari solo con l’Arabia Saudita”. Con Trump, tali cifre sono destinate a salire parecchio, perché “Ula vendita di armi ai sauditi per 350 miliardi di dollari  – del 20 maggio 2017 –  cementa l’alleanza US-jihadisti” — nonostante l’attuale massacro in Yemen e il brutale assassinio di Jamal Khashoggi. Eppure, Trump parla con disinvoltura delle sue preoccupazioni ‘umanitarie’ per la gente del Venezuela come ‘giustificazione’ per la sua eventuale invasione del Venezuela, e il suo apparato militare si appresta a farlo.

Il ‘nemico’ principale e centrale degli US è il governo russo; e tutti gli altri ‘nemici’ US (un’intera raggiera) sono condotti da persone ben disposte verso la Russia — come Saddam Hussein, Muammar Gaddafi, Viktor Yanukovych, Bashar al-Assad, Salvador Allende, Jacobo Arbenz, e Nicolas Maduro. Qui l’obiettivo è costringere altre nazioni a unirsi alle alleanze anti-russe degli US pena fare i conti con una probabile invasione o maneggi/torsioni/colpi di mano per rovesciare e sostituire i governi riluttanti. Perciò, l’America prende di mira tutte le nazioni ben disposte verso la Russia, adesso o in passato, come l’Iraq pre-2003, e la Libia pre-2011, e la Siria, e il Cile pre-1973 e l’Iran post-1979 — tutte bersagli autorizzati di invasione o manovre di cambiamento coatto del regime (da bersaglio a nuovo mercato) da parte US e dei suoi ‘alleati’.

Perché i produttori d’armi a controllo privato prosperino, c’è altrettanto bisogno di ‘alleati’ che di ’bersagli’, perché senza questi ultimi non possono esserci mercati autorizzati giacché ogni arma è inutile senza bersaglio autorizzato da colpire. Di conseguenza, c’è bisogno di almeno un ‘nemico’ per qualunque paese a produzione privata anziché pubblica d’armi. Ci vogliono sia ‘alleati’ sia ‘nemici’ perché i fabbricanti d’armi americani continuino a prosperare.

Per contro, in Russia, dove ciascun produttore d’armi è controllato a maggioranza dal governo invece che da investitori privati, ciascuno di essi esiste solo per difendere la nazione, non c’è bisogno di alcuna nazione ‘nemica’, e la miglior situazione per un tal governo è al contrario avere quanti più alleati, o acquirenti delle sue armi (così da essere quanto più al sicuro possibile), e quante meno nazioni nemiche possibile: non c’è alcun beneficio in avere nemici, in tale situazione. Gli US sono stati pubblicamente contro la Russia tutto il tempo dalla fine della 2^ Guerra mondiale, e restano in private e in segreto contro la Russia anche dopo che la Guerra fredda è finita nel 1991 per quanto riguarda la Russia. Mentre sono i miliardari che controllano la fabbricazione d’armi US ad approfittare di questa gara militare contro la Russia, l’interesse al controllo di tutti fabbricanti d’armi russi è del governo russo, che semplicemente patisce l’onere di tale gara e preferirebbe molto farla finita, è solo un salasso del proprio erario. La motivazione del profitto non attiva i produttori di armi nei paesi che li controllano, dove il governo guida la nazione, essenzialmente perché non sono i miliardari del paese — seppur azionisti di minoranza delle aziende armiere — a farlo. Per il motivo che i produttori d’armi in Russia sono controllati dal governo, non da qualunque investitore privato.

Di conseguenza, in paesi che socializzano la produzione di armi, non c’è bisogno d’inventare pretesti ‘umanitari’ per creare nuovi ‘nemici’. L’obiettivo è invece far sì che il numero di nemici sia ridotto, affinché la nazione stessa sia più al sicuro. I loro produttori di armi non hanno bisogno costante di generare bersagli autorizzati (col lobbying, la propaganda mediatica, etc.), ‘nemici’ come Iraq, Syria, etc., perché quella tal nazione ha stabilito che il proprio sistema sia destinato alla protezione della sicurezza pubblica, non ai profitti degli investitori. Se una di quelle aziende in un tal paese cessa l’attività, la cosa è del tutto accettata fintanto che la sicurezza nazionale non ne viene pregiudicata. La politica internazionale di quel tal paese è del tutto differente da quella di un paese in cui non il benessere nazionale complessivo ma i profitti degli armieri sono il baricentro propulsivo per quanto riguarda le politiche estere.

In tal caso, ci vogliono nazioni bersaglio per espandere i profitti e servire gli investitori. Un tal paese viene gestito effettivamente per i suoi investitori anziché per il suo pubblico. Se invece gli armieri sono mossi dall’interesse generale del governo anziché d’investitori privati, è il governo ad averne il controllo. La sicurezza della nazione è l’obiettivo in quel paese, giacché non possono essere obiettivo aziendale profitti crescenti [autoprovocati], irrilevanti per il governo. Si tratta davvero di una scelta netta, nuota-o-affonda, per ciascun armiere — non socialismo-per-i-ricchi e capitalismo (effettivamente fascismo) per i poveri, come nel caso degli Stati Uniti. Lì, il bisogno costante di nuove guerre è indotto dal bisogno degli investitori di nuovi mercati e quindi bersagli. E — siccome nell’industria armiera il mercato complessivo è costituito dal proprio governo più i governi alleati (senza sostanziale mercato per consumatori, motivo che differenzia tali aziende da quelle di tutti gli altri settori) — il governo deve servire i propri armieri, in quanto del tutto dipendenti da esso e dalla sua diplomazia internazionale per i propri scopi aziendali difformi da quelli governativi; quindi il governo in tal caso diviene un’estensione dei propri “appaltatori”. I politici lo sanno, pur non volendo parlarne pubblicamente svelando così agli elettori chi sia effettivamente al posto di guida; sanno di star servendo i miliardari che controllano le aziende armiere. Quindi, indipendentemente da quel che possono dire in pubblico  (“l’America non dovrebbere fare il poliziotto per il mondo” etc.), votano comunque sempre per le invasioni (d’Iraq, Siria, etc.) e per approvare la prima fase di qualunque Guerra, cioè le sanzioni economiche (per la Russia, o l’Iran, o l’Iraq, o la Siria, o il Venezuela, etc.); e sempre dicendo di “servire Dio, madre e paese” all’interno e di “espandere la libertà e proteggere i diritti umani in quel tal paese estero a guida dittatoriale”. Che è in sintesi la campagna di marketing per i proprietari delle aziende armiere. In paesi così i politici vincenti sono quelli sostenuti da quei miliardari, essendo quasi impossibile per qualunque candidato a una funzione nazionale competere senza tali finanziamenti; [tra l’altro] i mediainformativi’ dei miliardari sostengono solo quel genere di candidati. Ecco perché non c’è quasi possibilità per una persona onesta d’essere eletto (o nominato) a qualunque funzione pubblica nazionale negli Stati Uniti.

Se l’unico motivo per produrre armi in una data nazione è la protezione pubblica — scopo pubblico — non c’è ragione per il governo di mentire demonizzando i leader stranieri come Saddam Hussein, Muammar Gheddafi, Bashar al-Assad, Salvador Allende, Viktor Yanukovych, e Nicolas Maduro. Cosa che non ha nulla a che fare su quanto il leader demonizzato sia effettivamente buono o cattivo. Perché il governo US demonizza quelli mentre serve (o addirittura installa) dittatori barbarici come il re Saud, Augusto Pinochet, Castillo Armas, e lo Shah? Le ragioni dichiarate sono sempre ‘umanitarie’ (quando non di ‘difesa nazionale’ — e spesso tutt’e due insieme, come per l’Iraq nel 2003). Presunto scopo è ‘portare la democrazia alla gente del luogo’ e ‘proteggere i diritti umani, ‘violati’ dal ‘dittatore’ — ma si tratta in realtà d’infinochiare la propria popolazione, per poter servire i miliardari i cui redditi non possono crescere se non facendo diventare ‘alleati’ (cioè mercati) i ‘nemici’ (ossia i bersagli), conquistandoli. Si tratta di null’altro che una campagna di marketing, e gli elettori non sono i consumatori di questi prodotti, bensì solo i grulli da fregare affinché continuino ad affluire i profitti attesi, (di solito) ai conti cifrati di quei miliardari. Questo non è il tipo di socialismo in cui il governo controlla l’economia, ma piuttosto il genere d’economy in cui l’economia — di fatto i miliardari che controllano le aziende armiere — controlla il governo. Ecco perché è “socialismo per i ricchi e capitalismo per tutti gli altri”. (Per cui si può usare il termine “fascismo”.)

Questa e la Nuova America. Ed ecco la Fondazione New America, uno dei molti bracci di PR ‘non-profit’ di questa nuova America. (Che rappresenta prevalentemente miliardari del Partito Democratico. Eccone una che invece rappresenta soprattutto miliardari del Partito Repubblicano). Queste sono agenzie di pubbliche relazioni per i propri affari sovvenzionate dai contribuenti. Sono affaristi eccezionalmente dotati perché capiscono a fondo come raggirare il pubblico, sanno che il pubblico non impara mai e così la storia può tranquillamente ripetersi, come in Iran nel 1953, poi in Guatemala nel 1954, e in Cile nel 1973, e in Iraq nel 2003, e in Venezuela nel 2019, e in tanti altri casi, ad nauseum. E prosegue ancora e ancora, da e per decenni se non per sempre.

Ma il mondo, come può essere protetto da paesi così? Se non c’è un diffuso riconoscimento pubblico che ‘guerra permanente per pace perpetua’ è una maledetta menzogna, può esserci qualche altro modo per farcela? Forse no. A quanto pare, mentire costantemente da parte del governo e dei suoi media (cioè dei suoi miliardari) —  e di tutti i suoi politici nazionali sulla cresta dell’onda — è un requisito in qualunque paese del genere, che sembra essere l’unico modo efficace per controllarne il pubblico; se questo non si facesse ingannare, non sarebbe neppure possibile il controllo degli armieri sul governo. Quindi mentire, specialmente nelle faccende con l’estero, è una costante indispensabile in tali paesi.

Per esempio, ciò spiega i risultati stupefacenti di un recente studio di un osservatorio mediatico, che indicano “Zero % dei commentatori d’élite si oppongono a un cambiamento di regime in Venezuela”. Che succeda una cosa del genere dopo che agli americani si è mentito per invadere l’Iraq nel 2003, è prova che (e spiega il perché) il pubblico non impara mai. Questo è il modo in cui si è progettato che funzioni il sistema, deviando la ricchezza della società nei conti – perlopiù esteri cifrati – dei miliardari. Il sistema è effettivamente predisposto per operare in tal modo. E i padroni del sistema (e i loro media) chiamano questo ‘democrazia’, e la stanno spacciando al resto del mondo.

Questo è un trucco di ottima riuscita perché il pubblico non impara mai — almeno finora. (Ovviamente il Sistema è combinato in modo tale che continui a non succedere). Non s’impara mai che l’effettivo nemico è proprio l’aristocrazia nazionale. Ma un importante periodico americano recentemente l’ha messa in burla titolando “Nei miliardari c’è la conservazione del mondo” encomiandoli come “bio-protettori della natura” e concludendo con “Con la vita stessa che ne dipende, come determiniamo con quali miliardari riconciliarci?” Il nemico è interno, ma non è uno scherzo, e (come chiarisce perfettamente Trump) la colpa ricade sugli ‘alieni (estranei), mentre all’aristocrazia di casa toccano sempre solo i soldi.

Questo tipo di racket ha funzionato così per migliaia d’anni, pur rimanendo sempre “Top Secret,” o (almeno) “Confidenziale” o etc.; ma sempre molto privato — e non riconosciuto nei loro media e notiziari, ma anzi pubblicamente negato (anche se, occasionalmento oggetto di scherzo).

Un’espressione più seria di ciò è “lo Stato Profondo”.

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Autore è lo storico investigativo Eric Zuesse, le cui più recenti opere sono: They’re Not Even Close: The Democratic vs. Republican Economic Records, 1910-2010 [Non sono neppure accostabili – le risultanze economiche 1910-2010 dei Democratici e dei Repubblicani], Christ’s Ventriloquists: The Event that Created Christianity [I ventriloqui di Cristo: l’evento che creò il cristianesimo], e Feudalism, Fascism, Libertarianism and Economics [Feudalesimo, fascismo, libertarismo e scienza economica].


MILITARISM, 13 May 2019 | Eric Zuesse – TRANSCEND Media Service

Titolo originale: ‘Humanitarian’ Concerns Increase Wars, Benefit Only Arms-Producers

Traduzione di Miki Lanza per il Centro Studi Sereno Regis

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