Quando si arriva alla fine della strada è ora di pensare fuori dagli schemi

Howard Richards

Confesso di mescolare volentieri le metafore, così per scherzo; ma questa volta la faccenda è maledettamente seria. Siamo davvero alla fine della strada; pochi ma via via di più lo sanno.

Qualche prova: il meglio che la sinistra progressista sa escogitare a contrasto della destra stravagante e del centro inetto è uno o un altro new deal Verde, sperando d’includere gli esclusi riattivando l’economia. Ma è l’economia il problema! Una crescita verde è in pratica una contraddizione in termini (anche se è una possibilità matematica perché la crescita si misura in valore monetario, non in produzione fisica). C’è perfino un lamento risentito per i tassi di natalità in calo in troppi luoghi.  L’ecologia ci dice che più calano i tassi di natalità meglio è, ma l’economia – scienza fasulla – ci dice che ci vogliono altri bambini che poi guadagnino salari da trasferire nelle pensioni di folle crescenti di pensionati ottuagenari. Come se non fosse già abbastanza la ricchezza intoccabile dei ricchi – se solo la si potesse toccare — per accudire gli ottuagenari. Come se il principale problema occupazionale non fosse già troppi lavoratori per troppo pochi posti di lavoro.  A medio termine, e già incipiente, per la maggioranza della gente lavorare per un reddito che dia da vivere sta finendo. Sempre più destino dei giovani sono posti a termine e ‘tirocini’. Il valore di mercato per quasi tutte le tipologie di manodopera sta declinando verso lo zero.

Ammettiamolo: il mondo di ieri basato sulla premessa di guadagnarsi da vivere con un lavoro è finito. Finito! Tassare i ricchi per sovvenzionare i poveri – proposta con le migliori intenzioni da qualcuno a sinistra – è impossibile perché se si prova a tassarli, si trasferiscono. Inoltre, nessuno sa davvero quanto denaro è nascosto in fondi fiduciari dei paradisi fiscali sotto nomi fittizi, o quanto ne guizza per il mondo in frazioni di secondo in transazioni speculative mega-milionarie che rendono insignificante l’economia reale. E’ denaro non tassabile se non lo si trova. Il denaro dell’economia-casinò (d’azzardo) potrebbe in qualunque momento impantanare l’economia reale in un’inflazione incontrollabile – come già succede in qualche misura allorché qualche mega-granoso entra nell’immobiliare facendo schizzare i prezzi alle stelle per cui la gente comune non riesce né a comprare né a vendere.

C’è un surplusdi capitale che non trova alcunché di utile da fare, mentre semina zizzania creando senzatetto. Ci sono banche private e banche centrali ben disposte e in grado di creare ancor più denaro dall’aria e finanziare ancor più malanni inutili – come le mega-aziende che si ricomprano le proprie azioni per aumentarne il valore in borsa e maturare i premi per dirigenti. Le occasioni d’investimento utile e redditizio sono poche e rade. Eppure la ‘sinistra’ parla di governi che prendano denaro a prestito pagandoci su interessi e/o aumentando le tasse per finanziare ‘investimenti verdi’ che ci si aspetta che producano profitti e restituiscano i prestiti, generino un surplus per la tesoreria pubblica, finanzino il resto impoverito di quel che si chiamava stato (con previdenza) sociale, e versare rate d’acconto sui debiti pubblici ovviamente troppo grevi da essere mai saldati.

Ammetto che le proposte della sinistra sono più complicate e più ricchi d’immaginazione di quanto stia citando. Ma quel che cito è una parte abbastanza grande del quadro generale per mostrare a chiunque abbia occhi per vedere che la sinistra, come pure la destra, il centro e il pubblico in generale, non capiscono ancora che l’umanità è in fondo alla sua strada.

Non c’è opzione sul tavolo con uno straccio di probabilità di conseguire la piena occupazione con buoni salari, con stabilità valutaria, di estinguere oneri debitori disabilitanti, e d’invertire la distruzione della biosfera forse già oltre il punto di non ritorno.  Credetemi: piaghe epidemiche in parti importanti del mondo, benché non ancora in tutto il mondo, come il conflitto sull’immigrazione, la povertà estrema, la violenza etnica, il razzismo, la depressione e la follia con o senza droghe e alcool, bande criminali, guerra e militarismo, non hanno soluzione senza soluzioni economiche.  E oggi non ci sono soluzioni economiche.

Quando si è alla fine alla strada, è ora di pensare fuori dagli schemi. Cominciamo pensando al significato dell’affermazione che oggi non ci sono soluzioni economiche. Secondo le definizioni da libro di testo standard dell’economia (come quella di Lionel Robbins) tale affermazione non può davvero essere vera perché c’è sempre una qualche allocazione di risorse scarse, anche se , come in Povertà e carestie: un saggio su disponibilità di un titoloprivazione, è un allocazione che assegna alimenti a chi ha denaro e nessun alimento a chi non ha denaro. Ma, come intendeva dimostrare Sen, storicamente come anche oggi, richiede e presuppone una cornice legale. La logica economica non viene dal nulla. Come mostra Max Weber in Economy and Society,una economia moderna divenne possibile quando la riapplicazione del Diritto Romano (avrebbe potuto citare gli analoghi principii dei Commentaries on the Laws of England di Blackstone) rese prevedibili (kalkulierbar) le conseguenze delle decisioni economiche 

Che succede dunque se:  la legge prescrive che chiunque non abbia sufficiente reddito di proprietà [=immobiliare] per pagarsi i bisogni essenziali deve lavorare per il proprio sostentamento; aggiungendo la premessa: gran parte dei beni per i quali c’è un’effettiva domanda possono essere prodotti e commercializzati con capitale + proprietà intellettuale + tecnologia + risorse naturali + poca manodopera – decisamente troppo poca per impiegare tutti coloro che necessitano di lavorare per il proprio sostentamento a un salario tale da permetterlo.

E (2) che succede se:  il governo tenta di risolvere questo problema tassando chi ha proprietà per finanziare un sostentamento adeguato [=welfare] per tutti; ma: la legge statuisce che se i ricchi non gradiscono pagare tasse o pagare salari sindacali possono trasferire sé stessi e/o le loro proprietà altrove. Risultato netto: i Rolling Stones si trasferiscono sulla Riviera francese per evitare le tasse britanniche; registrano i loro album in Alabama per evitare i salari sindacali ai musicisti di Hollywood. Come fa notare Jürgen Habermas in The Legitimation Crisis ed altri scritti, il diritto privato è incompatibile con i diritti sociali.

Non ci sono soluzioni economiche (ossia, pro-vita/probiotiche) perché l’economia vive e si sposta con la propria essenza nell’àmbito del diritto di proprietà e del diritto contrattuale quali si svilupparono inizialmente nell’Impero Romano e poi negli stati che gli succedettero nella prima era moderna; e allorché il diritto europeo fu successivamente imposto con la forza agli abitanti delle Americhe, d’Africa e Asia. (Si veda Patriarchy and Accumulation on a World Scale di Maria Mies)

Pensare fuori dagli schemi vuol dunque dire pensare al di fuori del diritto private e delle filosofie politiche ed etiche che legittimano quella che Karl Polanyi definì ‘società di mercato’ (genere di cui il capitalismo è una specie).  Vuol dire riconoscere che i musulmani tradizionali non sono stupidi, alla luce delle proprie esperienze di vita, nel preferire il diritto della Shari’a. Che, pur con i suoi difetti, è almeno un modo possibile d’organizzare la vita umana comprendendo ognuno (almeno ‘tutti i fedeli’) e rispettando la natura.

Pensare fuori dagli schemi fornisce una gran dose di umiltà per a chi è abituato a sentirsi fiero degli attacchi con droni della tecnologia militare occidentale, configurandoseli in mente come combattere la giusta lotta per i diritti umani contro un nemico che usa armi immorali, attentatori suicidi, in difesa di una causa immorale, il patriarcato.  Ciò che si può dire della Shari’a vale anche per la dottrina sociale della Chiesa Cattolica Romana. Per quanto si disprezzi il netto rifiuto di tale chiesa di quel che Immanuel Kant chiamava il principio di tutta quanta l’autentica moralità (cioè, l’autonomia), si deve riconoscere che Tomaso d’Aquino frantumò le istituzioni del mondo moderno sostituendole con un’economia solidale in una frase quando scrisse: I tuoi possedimenti non appartengono solo a te, ma anche a coloro che puoi aiutare con il tuo sovrappiù.

Contrariamente alla credenza popolare, se si legge effettivamente Istituti della Religione Cristiana di Giovanni Calvino, o Paul Tillich, o le opere del pastore battista Martin Luther King Jr. (che scrisse la sua tesi di laurea su Paul Tillich), ci si trova che la dottrina ortodossa protestante non è materialmente differente dalle dottrine ortodosse cattolica, musulmana, ebraica, buddhista, hinduista, shintoista, jainista, zoroastriana, ubuntu o confuciana nel prescrivere l’amministrazione (economato) della proprietà e il servizio alla società. Charles Darwin aveva un’opinione simile:

Con il graduale avanzare dell’uomo nella capacità intellettiva e nella possibilità di rintracciare le più remote conseguenze delle sue azioni; con l’acquisizione di una conoscenza sufficiente per rigettare usanze e superstizioni letali; con la sempre maggiore considerazione non solo del benessere ma della felicità dei suoi simili; coll’intenerirsi e diffondersi della sua compassione rispetto al consuetudinario per effetto di esperienza, istruzione ed esempio benefici, e l’estendersi agli uomini di tutte le razze, agli imbecilli, ai menomati e altri membri inutili della società, e infine agli animali inferiori — si sarebbe elevato sempre più lo standard della sua moralità”.(daThe Descent of Man)

Antonio Gramsci, un signore con impeccabili credenziali marxiste, riteneva che il ruolo dell’ intellettuale fosse adattare la cultura alle sue funzioni fisiche.

Carol Gilligan propone una ‘etica della cura,’ che definisce ‘attendere e rispondere ai bisogni’.

Michael Porter, professore di strategia alla Harvard Business School, in sintonia con i grandi pionieri della scienza gestionale (Frederick Taylor, Henry Gantt, Peter Drucker, Herbert Simon) sostiene che nell’attuale situazione del mondo le aziende siano tenute e costrette a ridefinire i propri compiti istituzionali non in termini di profitto, bensì di creazione di valore condiviso, per tutti gli interessati. (Porter non dà credito a Andrew Carnegie e al Rotary Club d’aver coniato prima la stessa idea.)

Siamo alla fine della strada. La dottrina economica non funziona, perché richiede e presuppone una rigida struttura legale ed etica ereditata dal passato (europeo). E’ ora di pensare fuori da quegli schemi. Nulla di più facile, perché gli umani pensano fuori dagli schemi da quando esiste la loro specie; e perché ci sono centinaia d’innovazioni sociali fuori dagli schemi oggi in germinazione in tutto il mondo. Ma contemporaneamente, in quanto alla vita pratica quotidiana, nulla potrebbe essere più difficile. Quando ci arriva il bollettino rosa [di fine rapporto] e non abbiamo più un posto di lavoro e non possiamo più pagare l’affitto e finiamo a dormire in macchina e a frugare nei cassonetti per spigolare alimenti, allora tocca a noi essere vittime delle regole basilari del gioco economico. Regole feroci; si ribellano senza complimenti quando sfidate. Sconfiggerle non sarà facile, benché sia del massimo interesse di ogni singolo essere umano, ogni pianta, e ogni animale del pianeta.

Gavin Andersson, un navigato organizzatore di comunità di base del Botswana, riassume quel che sto cercando di dire con il suo concetto di ‘organizzazione sconfinata’. Che ha due semplici regole:

  1. Allinea trasversalmente tutti i settori per il bene comune.
  2. Fa’ quel che funziona.

EDITORIAL, 15 Apr 2019  |#582 | Howard Richards – TRANSCEND Media Service

Traduzione di Miki Lanza per il Centro Studi Sereno Regis

1 commento
  1. Cinzia
    Cinzia dice:

    Grazie a Miki (che a me piace chiamare col suo bellissimo, vero nome: Michelangelo), per risparmiarci la fatica di leggere in inglese (e quindi capire di meno :-)!!!) un articolo così interessante, pieno di dati e riferimenti per approfondire il tema.
    Ah! i Quaccheri!
    Cinzia

    Rispondi

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