Come combattere il fascismo da una posizione di forza | George Lakey

Membri di Operazione Libero festeggiano il permanere della Svizzera come colonna della democrazia (Twitter / @operationlibero)

Questo articolo è il terzo di una serie sulla resistenza al fascismo. Vedi la prima e la seconda parte


La crescita del suprematismo bianco e del fascismo recentemente è stata notevole in un certo numero di paesi e fa sorgere la domanda: Che cosa possiamo imparare gli uni dagli altri? Ogni paese, oltre ad imparare dai propri successi passati, potrebbe trovare altrove delle “migliori pratiche” da applicare in casa.

Gli americani potrebbero essere attratti specialmente dall’esempio svizzero, perché ciò che ha funzionato in quel paese riguarda non solo la nostra attuale crisi dell’immigrazione ma anche la necessità per i movimenti progressisti USA di reimparare come passare all’offensiva.

Secondo Flavia Kleiner, una giovane leader del movimento Operazione Libero[1], la destra è cresciuta costantemente in Svizzera per due decenni usando l’argomento dell’immigrazione. La destra ha introdotto con scaltrezza una serie di modeste iniziative anti-immigrati – ciascuna delle quali aveva una certa dose di senso comune – e ha usato il suo successo per diventare la più grande forza politica svizzera.

La mia impressione è che la strategia della destra svizzera sia stata simile a quella del movimento contro la scelta riproduttiva negli USA – una serie di passi miranti a erodere il diritto di scelta delle donne. I partiti svizzeri tradizionali hanno reagito a questa offensiva come i Democratici negli Stati Uniti: restando sulla difensiva e cercando di mantenere le conquiste precedentemente ottenute. In entrambi i paesi, i grandi partiti si comportano in maniera contraria al proverbio popolare “la miglior difesa è l’attacco”

Kleiner e i suoi amici, tuttavia, la sapevano più lunga e lanciarono un’iniziativa dal basso. La loro campagna di crowd-funding, basata sui volontari, sconfisse l’Unione Democratica di Centro[2] in quattro principali battaglie referendarie dal 2016 al 2018.

Operazione Libero fece questo ignorando la strategia dei partiti tradizionali di difendere le politiche immigratorie esistenti. Il movimento propose, invece, una visione che enfatizzava i valori progressisti della Svizzera. Nel suo contesto culturale, esso inquadrò il voto come un’affermazione della costituzione pluralista, “una colonna della democrazia liberale”, di cui la grande maggioranza degli svizzeri è orgogliosa. Esso fu così efficace nel re-inquadrare i referendum che la destra dovette cambiare i suoi argomenti e passare sulla difensiva. Come risultato, in novembre la causa anti-immigrazione perse il referendum per la quinta volta.

Anche gli individui possono passare all’offensiva?

In Danimarca, dove il neofascismo è in crescita, Sherin Khankan aveva ricevuto lettere offensive con implicite minacce di morte. Ella guidava la moschea Mariam di Copenhagen ed era la prima imam donna dell’Islam danese.

Fin dall’inizio, nel febbraio 2016, sapeva che la sua posizione avrebbe suscitato controversie nel paese. Si aspettava anche ostacoli dall’interno dell’Islam, poiché uno dei suoi principali obiettivi era usare la sua posizione per sfidare le strutture patriarcali nelle istituzioni religiose. Risultato: non sapeva su chi avrebbe potuto contare.

Il padre musulmano di Khankan è un rifugiato siriano, giunto in Danimarca dopo essere stato imprigionato e torturato per la sua opposizione al regime. Ella sapeva dalla sua esperienza che cos’è il coraggio. Tuttavia, le minacce la preoccupavano.

Una persona a cui si rivolse per un consiglio fu Jacob Holdt, un artista danese di fama internazionale, proprietario dell’edificio usato come moschea. Alcuni mesi dopo, al mio partner e a me capitò di far visita a Holdt a Copenaghen. Chiesi all’artista che cosa ne fosse stato delle minacce a Khankan.

Jacob ridacchiò e disse: “Fu molto sorpresa della mia risposta, ma ebbe abbastanza fiducia in me da provare. Usò le sue conoscenze per rintracciare alcuni dei capi estremisti del movimento anti-immigrazione e poi andò a trovarli. Bussò alle loro porte di casa, parlò con loro, mostrò loro il suo coraggio e di che pasta era fatta”.

I fascisti, ovviamente, furono stupefatti. In più, come spiegò Jacob, “furono così impressionati dal suo coraggio che acconsentirono a spargere la voce che non avrebbe dovuto essere ferita o minacciata”.

Ora la moschea è fiorente, con una corresponsabile donna, Saliha Marie Fetteh, e offre funzioni per uomini e donne quasi tutti i giorni e una funzione per donne il venerdì. Passare all’offensiva sembra la via da intraprendere.

Che cosa succede nei confronti pubblici?

Gli estremisti di destra hanno due strategie principali per le loro azioni pubbliche. Una è inscenare situazioni in cui possono giocare il ruolo delle vittime e aumentare interesse e simpatia per la loro causa, o almeno polarizzare e confondere le questioni – cosa che Richard Spencer[3] ha fatto nelle università.

Ho visto usare questo approccio anche nel parco del mio quartiere, a Filadelfia ovest. Accadde lo scorso anno, durante un festival dell’Orgoglio Pagano, quando pochi evangelici di destra apparvero sul limitare del parco per fare discorsi da strada contro il femminismo, la diversità di genere, l’omosessualità e, ovviamente, il paganesimo.

Il mio quartiere è pieno di attivisti progressisti e radicali. Si radunò una discreta folla, così comparve la polizia.

Dapprima, alcuni dei miei vicini, comprensibilmente irritati dalle infiammate denunce degli evangelici, ribatterono. Io osservavo, pronto a intervenire se nessun altro l’avesse fatto. Fortunatamente, alcune persone della folla cominciarono a spiegare il gioco degli evangelici, sollecitando i vicini a non stare a quel gioco. I miei vicini capirono e smisero. Gli evangelici, chiaramente delui, se ne andarono presto. Alla fine, non erano riusciti a sembrare delle vittime.

L’altra tattica preferita degli estremisti di destra è minacciare e usare violenza per aumentare il livello di paura dei loro oppositori. I simboli sono meno impegnativi di veri ferimenti e uccisioni, così essi amano usare simboli come mazze, torce tiki, croci in fiamme, o vestirsi di lenzuoli o uniformi di tipo militare. Arrivando prima sul posto, stabiliscono il tono, ma non vincono solo facendo questo. La loro vittoria arriva quando gli oppositori rispondono allo stesso modo e cercano di contro-intimidire gli intimidatori.

La minaccia della contro-violenza rinforza la “logica d’azione” dei fascisti: noi creiamo la cornice di questa sfida, i nostri oppositori lo riconoscono e seguono la nostra direzione. Il confronto è diventato una sfida su chi riesce a spaventare di più l’altra parte e a cambiarne il comportamento.

Non solo gli estremisti di destra sono riusciti a fare in modo che i progressisti copiassero le loro tattiche, ma la natura delle tattiche usate da entrambe la parti priva la sfida del suo contenuto ideologico. È violenza contro violenza – paura contro paura. Per questo Donald Trump e altri hanno potuto sostenere che a Charlottesville[4] entrambe le parti fossero da biasimare. Negli anni ’20, in Germania e Italia gli spettatori degli scontri di piazza fra fascisti e sinistra arrivarono alla conclusione che era necessario uno stato forte per arrestare la violenza. (E sappiamo chi fu scelto dall’élite economica, in entrambi i paesi, per guidare lo stato: Hitler e Mussolini!)

Alternative al gioco della paura

La soluzione progressista svizzera non è stata solo passare all’offensiva con contenuti visionari. Essi hanno cambiato il quadro della situazione, stabilito un tono nuovo, confuso la destra e hanno vinto ripetutamente. Qual è l’equivalente nelle piazze?

In un certo numero di paesi la gente ha provato dal basso a cambiare il quadro della situazione e a mandare messaggi in forte contrasto con la destra. L’anno scorso in Svezia, nella città di Ludvika, i Clown contro il Razzismo affrontarono un raduno primaverile del Movimento di Resistenza Nordica[5], di estrema destra. I clown divennero così popolari da superare il numero delle persone che potevano marciare senza permesso e la polizia annunciò che avrebbero dovuto pagare una multa. Questa notizia diede una pubblicità ancor maggiore al loro rifiuto di subire la tattica dei neofascisti.

Gruppi di clown sono apparsi anche in Finlandia e Scozia. Nel suo delizioso articolo per Waging Nonviolence, Sarah Freeman-Woolpert descrive le azioni dei clown in un certo numero di località negli USA. A Knoxville, Tennessee, il gruppo dei clown fu così efficace che il gruppo neonazista cancellò la sua manifestazione con diverse ore di anticipo.

In Germania, a Wunsiedel, alcuni allegri burloni, oppositori dell’ideologia neonazista, uscirono ad incoraggiare i dimostranti. Perché? Essi avevano trasformato il fatto in un evento di raccolta fondi: gli abitanti e le aziende avevano promesso di donare 10 euro per ogni metro percorso dai suprematisti bianchi. I fondi raccolti andarono a un gruppo antifascista che aiuta le persone ad abbandonare le organizzazioni di destra. 

Da dove viene la creatività degli attivisti?

Le iniziative strategiche in Svizzera e Danimarca – così come le innovazioni tattiche in numerosi paesi – vengono da attivisti che passano dalla parte reattiva del loro cervello (combattere, fuggire o irrigidirsi) a quella creativa, anche di fronte al pericolo. Gli esseri umani, compresi i migliori atleti, sono semplicemente più efficaci quando visualizzano il risultato desiderato, sfruttando la risorsa della visione.

I decenni passati sulla difensiva dai Democratici, e da molti dei principali movimenti progressisti, hanno reso il nostro paese avverso alla visione. Il grande segnale di cambiamento fu dato nel 2016 dal Movement for Black Lives[6], con la pubblicazione di una visione per gli Stati Uniti che, per la prima volta, ci dà la possibilità di andare oltre il razzismo.

Nello stesso anno, alcuni visionari nel Nordovest proposero una profonda revisione del sistema dei trasporti nella parte nord del paese, basata sull’energia solare, chiamata “Solutionary Rail”. Nel 2017, Popular Resistance[7] organizzò una riunione che scrisse “The People’s Agenda” (L’agenda del popolo).

Nel 2018, un gruppo di base del Vermont, dopo aver letto del successo degli scandinavi nel cambiare radicalmente i loro paesi, si rese conto che una visione collettiva era un ingrediente essenziale. Il gruppo indisse un “Vermont Vision Summit” (Vertice per la visione del Vermont) per tutto lo stato. Un centinaio di persone si riunirono da tutte le parti del Vermont e decisero di affrontare la questione della visione a livello dello stato.

Ora il Sunrise Movement[8] e la Rappresentante Alexandria Ocasio-Cortez[9] hanno fatto diventare il Green New Deal una parola d’ordine fra i progressisti.

Il nostro discorso politico si sta preparando per offrire una visione? Spero di sì, perché essa non solo ci ancora in un luogo di creatività – dove possiamo smettere di giocare il gioco della paura con i neofascisti – ma stimola anche la possibilità di un movimento di movimenti, che potrebbe veramente opporsi al dominio dell’1 per cento. Una visione aiuta, perché mostra come i diversi gruppi, ognuno in lotta per le proprie istanze, possano condividere una visione che libererà tutti dalla capacità dell’élite economica di soffocare le speranze di ognuno dei nostri gruppi separati.

Tutti i maggiori obiettivi dei progressisti sono ora bloccati dal veto dell’élite economica, che controlla sia i Repubblicani sia i Democratici. Solo un movimento di movimenti popolari può portare l’azione nonviolenta diretta al livello in cui può forzare un cambiamento di potere. Ogni movimento ha bisogno degli altri in questa impresa. Ognuno merita di essere rassicurato che i suoi obiettivi prioritari saranno raggiunti nella nuova società.

La lezione è chiara, che venga dai movimenti di base della Svizzera o da altre parti: senza una visione, il popolo muore. Non dobbiamo costruire la nostra identità politica intorno a ciò a cui siamo contrari. È ora di allineare le nostre tattiche e strategie e di organizzare il nostro operato attorno a una visione positiva e di buon senso che ci ispiri.


15 feb 2019 | Waging Nonviolence
Titolo originale: How to fight fascism from a position of strength
Traduzione di Franco Malpeli per il Centro Studi Sereno Regis


George Lakey è stato attivo per sessant’anni in campagne di azione diretta. Recente pensionato dello Swarthmore College, ha facilitato 1500 workshop in cinque continenti e guidato progetti di attivisti a livello locale, nazionale e internazionale – il più recente con l’Earth Quaker Action Team. Oltre a molti altri libri e articoli, è autore di “Strategizing for a Living Revolution” (“Strategie per una rivoluzione viva”) nel libro di David Solnit “Globalize Liberation” (“Globalizzare la liberazione”), edizioni City Lights, 2004. Il suo libro del 2016 è “Viking Economics” (“Economia vichinga”) e, in dicembre 2018, la casa editrice Melville House ha pubblicato “How We Win: A Guide to Nonviolent Direct Action Campaigning” (“Come vinciamo: guida alle campagne nonviolente di azione diretta”).


Note

[1]Vedi http://www.operation-libero.ch/it (NdT)

[2]Principale partito svizzero, di tendenza conservatrice, vedi http://it.wikipedia.org/wiki/Unione_Democratica_di_Centro (NdT)

[3]Giornalista americano, suprematista bianco, vedi http://it.wikipedia.org/wiki/Richard_Spencer (NdT)

[4]L’autore si riferisce agli scontri avvenuti a Charlottesville, Virginia, l’11 e il 12 agosto 2017, fra suprematisti bianchi e antirazzisti. Vedi anche (in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/Charlottesville_car_attack (NdT).

[5]Vedi http://it.wikipedia.org/wiki/Movimento_di_resistenza_nordica (NdT)

[6]Alleanza di più di 50 organizzazioni per la difesa della popolazione di colore; vedi (in inglese) http://policy.m4bl.org/about/ (NdT)

[7]Vedi http://popularresistance.org/aboutus/ (NdT)

[8]Gruppo di giovani americani impegnati contro il cambiamento climatico. Vedi (in inglese) http://www.sunrisemovement.org (NdT)

[9]La più giovane parlamentare nella storia statunitense. Vedi http://it.wikipedia.org/wiki/Alexandria_Ocasio-Cortez (NdT)

“prima” e “seconda parte” dovrebbero contenere i link ai due articoli “Come opporsi al fascismo senza essere giocati” e “Come possono degli alleati proteggere le comunità minacciate dalla violenza?” – guarda caso, li avevo tradotti io; sto diventando uno specialista di Lakey 🙂

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