Allerta sul nucleare… e non solo: l’orologio dell’apocalisse, i conti alla rovescia sul clima, le tecnologie corruttrici

Bulletin of atomic scientists

Il 24 gennaio 2019 i responsabili del Bulletin of atomic scientists  hanno pubblicato la sintesi delle loro riflessioni e considerazioni rispetto all’attuale situazione mondiale di rischio per l’umanità.

Una lettera aperta ai leader e ai cittadini del mondo

“A new abnormal: It is still two minutes to midnight”. Ancora una volta  ‘anormale’: siamo ancora a due minuti dalla mezzanotte. Questo è il titolo di una lettera pubblicata il 24 gennaio 2019 dal Bollettino degli scienziati atomici. Mezzanotte è l’ora dell’apocalisse, e l’orologio indica il ‘countdown’, il tempo che ci separa dalla distruzione globale.

L’aggiustamento della posizione delle lancette di questo orologio simbolico viene effettuato tutti gli anni da un Comitato che si avvale della consulenza di numerosi studiosi, tra cui 15 scienziati che sono stati insigniti del Premio Nobel. A partire dal 1945, quando fu creato, questo orologio è diventato un indicatore universalmente riconosciuto del grado di vulnerabilità del mondo: mentre nei primi anni la minaccia più grave era considerata l’arma nucleare, negli ultimi anni altre minacce si sono aggiunte, in particolare i cambiamenti climatici e lo sviluppo di nuove letali tecnologie, che nel 2018 hanno aumentato in modo straordinario i rischi di  sopravvivenza dell’intera umanità

Gli Autori della lettera,  oltre a citare eventi specifici che hanno contribuito ad aumentare l’instabilità delle relazioni internazionali (per es. i casi di Iran e Nord Corea), sottolineano che i progressi nella ‘modernizzazione nucleare’ altro non sono che i segni di una nuova corsa alle armi: le nuove dottrine militari di USA e Russia stanno mettendo in discussione il tabù contro l’uso di armi atomiche.  

Nel frattempo sta diventando sempre più preoccupante un altro elemento di rischio mondiale – il cambiamento climatico. Nel 2017 sembrava che le emissioni di gas a effetto serra avessero raggiunto un livello stazionario, ma nel 2018 la curva di produzione della CO2 ha ripreso a salire.  Gli accordi stabiliti a Parigi nel 2015 vengono apertamente disattesi: in occasione del Summit svolto in Polonia lo scorso dicembre gli USA, insieme alla Russia, all’Arabia Saudita e al Kuwait (tra i maggiori produttori di petrolio) hanno deciso di non tener conto dei rapporti degli esperti sugli impatti climatici – rapporti che essi stessi avevano commissionato pochi anni or sono.

Oltre a questi pericolosi nuovi orientamenti sul nucleare e sul clima, si è verificato nel 2018 un aumento del degrado intenzionale dei sistemi di informazione da cui dipende la moderna civilizzazione. In molti ambiti, soprattutto sui social forum, la distorsione deliberata delle informazioni  crea una drammatica serie di conseguenze: leaders nazionalisti e i loro sostenitori mentono spudoratamente, presentando le loro bugie come verità, e accusando le informazioni veritiere di essere ‘fake news’; il deterioramento della comunicazione esaspera i conflitti sociali, riduce la fiducia nella scienza, mina i fondamenti delle istituzioni democratiche.  Secondo gli Autori di questo articolo l’insieme di questi tre elementi sta producendo conseguenze molto gravi, proprio in un periodo in cui sarebbe necessario affrontare in modo razionale e tempestivo i problemi complessi che la società umana ha di fronte a sé.

Un’inquietante tendenza all’uso delle armi nucleari

Gli Autori denunciano esplicitamente le gravi responsabilità dell’amministrazione Trump in campo nucleare: l’abbandono  dell’accordo multilaterale e l’assunzione di una politica aggressiva nei confronti dell’Iran; la minaccia, poi confermata, di ritirare gli USA da un accordo che da 30 anni vietava la produzione di missili a medio raggio; la crisi con la Corea del Nord, che dopo alti e bassi resta  fonte di instabilità per tutta l’Asia Nord-orientale.   Inoltre, in tutto il mondo crescono le scelte dei governi volte a ‘modernizzare’ gli arsenali nucleari, senza  che sia in corso alcun tentativo di individuare e concordare dei vincoli per frenare questa nuova corsa agli armamenti. Non solo:  si moltiplicano le dichiarazioni di capi di stato disposti a far uso di queste armi  in specifiche circostanze.  Insomma: si stanno riducendo i tentativi di accordo per bandire queste armi, letali per l’umanità intera; si continua a costruire armi sempre più sofisticate e facili da usare;  si introduce l’ipotesi – fin qui da tutti negata – di un loro possibile uso.

Prospettive minacciose del cambiamento climatico  

La trasformazione globale del sistema naturale di regolazione del clima, innescata dall’aumento  finora irrefrenabile di produzione di gas – serra in atmosfera,  costituisce ormai una minaccia mortale per  la sopravvivenza  delle popolazioni umane e per la conservazione della stabilità degli ecosistemi . Dopo una crescita esponenziale della produzione di CO2 tra il 2012 e il 2016, si era registrata una lieve flessione della curva; ma dal 2017, e ancor più nel 2018, le emissioni sono di nuovo in crescita.  Le pubblicazioni scientifiche, sempre più dettagliate e provenienti da una varietà di fonti, e i Summit (da Parigi nel 2015 a Katowice pochi mesi fa) non hanno avuto alcun effetto sui  principali decisori mondiali. Governi, grandi gruppi finanziari, multinazionali estrattive continuano a esercitare il loro potere per  soddisfare gli interessi di pochi a danno dell’intera comunità vivente.

Il 2018 si è rivelato il 4° anno (dopo i tre precedenti) in cui la temperatura media dell’atmosfera è risultata la più calda da quando sono iniziate le misure.  Il calore in più intrappolato nell’atmosfera  ha contribuito al manifestarsi  di catastrofi: vasti incendi,  onde di gelo polare, alluvioni e drammatiche siccità hanno prodotto impatti devastanti  sulle popolazioni, sull’economia, sull’agricoltura, sugli ecosistemi naturali.

Solo un’azione mondiale urgente e concordata per ‘decarbonizzare’ le attività umane può ridurre, o almeno rallentare gli effetti catastrofici  del cambiamento climatico.

La minaccia della guerra informatica e delle tecnologie incontrollabili e ingestibili

La terza parte di questo lungo articolo pubblicato sul Bulletin of atomic scientists  introduce un nuovo elemento di preoccupazione all’inquietante quadro già trattato.  Gli Autori osservano che – mentre la guerra nucleare e il cambiamento climatico sono una minaccia per le infrastrutture fisiche che forniscono le basi della vita (cibo, energia, riparo) – le comunità umane hanno altrettanto bisogno, per vivere e prosperare, di  informazioni affidabili, veritiere sul loro mondo.  Ma oggi regna il caos: ovunque ci sono leaders politici che mentono senza vergogna, e accusano chi li contrasta di diffondere ‘fake news’, notizie false. Si assiste a un ribaltamento di posizioni: istituzioni che finora erano state considerate punti di riferimento e di stabilità sono sotto attacco. E’ vero che propaganda e bugie sono sempre state utilizzate per imporre il potere, ma nell’era di internet il volume e la velocità con cui viaggiano le informazioni, oltre all’elevato grado di anonimato e alla facilità di accesso  alle reti, hanno consentito ai praticanti della guerra delle informazioni di diffondere notizie false e di manipolare enormi platee di ascoltatori orientandoli per i propri interessi.

Gli Autori non trascurano gli effetti che possono derivare da una Apocalisse cibernetica, per esempio un black-out delle reti elettriche  di un paese o  il collasso del sistema finanziario.  Tuttavia ritengono che ancora più insidioso possa essere l’uso di strumenti informatici per sfruttare le insicurezze e le vulnerabilità umane,  e per esasperare pregiudizi e schieramenti.

Oltre al rischio di manipolazione del pubblico, le nuove capacità fornite dagli strumenti tecnologici, che stanno evolvendo con una velocità che ne rende impossibile la regolamentazione, rappresentano altre minacce. Gli studi sulla biologia sintetica e sull’intelligenza artificiale aprono nuove opportunità applicative che dovrebbero essere sottoposte al vaglio dell’etica: dalla ‘progettazione genetica’ di esseri umani alla costruzione di ‘killer robots’. Inoltre la possibilità di controllare (e sabotare) reti informatiche cui hanno accesso miliardi di computer personali  potrebbe innescare reazioni militari devastanti…

Verso un mondo più sicuro e sostenibile

Gli Autori di questo articolo concludono con un vero e proprio appello:  la situazione – affermano – è insostenibile. Ma invece di affrontarla, leaders e gruppi di potere in tutto il mondo  non  la prendono neppure in considerazione. Eppure ci sono tantissime azioni di buon senso che potrebbero, e che dovrebbero, essere intraprese.

I cittadini di ogni paese possono usare il potere di internet  per combattere contro la disinformazione causata dai social media, e migliorare le prospettive di benessere a lungo termine per i loro figli e nipoti. E non dar credito alle sciocchezze.  Devono pretendere che i decisori agiscano per ridurre il rischio delle armi nucleari e per frenare il cambiamento climatico.  I cittadini di tutto il mondo dovrebbero chiedere a gran voce: #portate indietro le lancette dell’Apocalisse.

Una nota personale

Ho scelto di tradurre e sintetizzare questo articolo perché mi sembrava interessante l’accostamento che gli Autori fanno tra tre problemi ( armi nucleari, cambiamento climatico, manipolazione informatica) che spesso vengono affrontati separatamente.  Tuttavia la conclusione mi è sembrata incompleta.  Oltre alle giuste e necessarie proteste a livello collettivo, per ogni cittadina/o  vi è un ampio ventaglio di possibilità di azione personale: dalla maturazione di una coscienza critica e responsabile  allo sviluppo di relazioni nonviolente con sé e con gli altri; dall’uso consapevole dei mezzi informatici all’acquisto di beni e servizi che non danneggiano le persone e la natura (cibo, abiti, viaggi…).

Altrettanto importante potrebbe essere  una diversa organizzazione del tempo, che consenta di recuperare una relazione profonda con la Terra e di curare le relazioni interpersonali  dirette.  Il mito della velocità si è concretizzato, portandoci in un mondo che cambia troppo rapidamente rispetto alle nostre capacità umane. Forse occorre rallentare: ‘slow food’, ‘slow tech’, ‘slow science’ sono esempi di tentativi di contrastare una accelerazione che mette a tacere le capacità riflessive del pensiero umano.

Cito, per concludere, la frase di un Autore indiano, R. Mukerjee, che nel 1943 affermava <<Senza dubbio macchine e velocità in molti rami della produzione e ambiti della vita hanno superato la capacità di adattamento dell’uomo e delle sue abitudini sociali, aumentando così le manifestazioni di instabilità nervosa e  la frammentazione e disgregazione sociale. (Time, technics and society, in « Sociology and social research», 1943 n. 27, p.262) >>.   Ho tratto questa citazione da un interessante articolo  di  Piero Bevilacqua:  “Ecologia del tempo. Un nuovo sentiero di ricerca”, pubblicato sulla Rivista Altronovecento, n.39, dicembre 2018.


Titolo originale: A new abnormal: It is still 2 minutes to midnight
Traduzione e sintesi di Elena Camino per il Centro Studi Sereno Regis

5 commenti
  1. Davide Ascoli
    Davide Ascoli dice:

    Cara Elena,
    hai ragione a considerare incompleta la conclusione, che a me pare perfino puerile nell'individuare nei social media la causa della disinformazione e nella raccomandazione di non dar credito alle sciocchezze. Le fonti di informazione ufficiali dicono forse sempre la verità? O si sono trovati nuovi mezzi per disinformare e orientare l'opinione pubblica a vantaggio materiale di pochi?
    Gli scienziati atomici denunciano una situazione grave, ma sulle cause tacciono. Perché esasperare i conflitti sociali e internazionali? Perché la noncuranza verso l'ambiente, i mutamenti climatici e i problemi dei più? Perché produrre nuove armi e minacciare la distruzione di massa? Chi può avere interesse a tutto questo se non che gruppi ristretti di persone decisi a spremere il resto della popolazione disseminando insicurezza, paura, devastazione?

    Rispondi
    • elena
      elena dice:

      Caro Davide,
      quello che mi ha colpito in quell'articolo è stato indicare nel processo di manipolazione esercitato sulla società civile un'arma estremamente potente. Davo per scontato che la maggiore responsabilità nel disinformare e orientare l'opinione pubblica sia in chi detiene il potere (politico, finanziario, informatico). Certo, la propaganda c'è sempre stata, e ha sempre causato molti guai: ma ora milioni di persone, senza nessuna conoscenza dei problemi, sono incoraggiati, spronati, quasi obbligati – attraverso canali che li raggiungono fino a casa – a 'schierarsi' istantaneamente pro o contro qualcosa/ qualcuno. La cosiddetta 'opinione pubblica' è fatta ormai da un gregge allo sbando, che in mano ad abili manipolatori diventa uno strumento per modificare le dinamiche socio-politiche di interi paesi. Forse il meccanismo è lo stesso dai tempi della guerra fredda: ma ora è enormemente aumentata la scala del fenomeno, la sincronizzazione temporale, la rapidità. Si utilizza il concetto di democrazia per vanificarla e svuotarla. In questo senso mi è parso meritevole di riflessione aver posto la manipolazione globale dell'opinione pubblica allo stesso livello del rischio nucleare e del cambiamento climatico.

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  2. Paola C
    Paola C dice:

    Sono d'accordo con Davide Ascoli. Prendiamo ad esempio l'informazione mainstream a livello mondiale del caso Venezuela… Spesso informazioni "dissidenti" o almeno controcorrente si trovano solo frugendo bene sul web. Che non vuol dire che sul web non circolino fake news, ma che ritengo molto più pericolose le fake news diffuse ad arte da governi, istituzioni, organizzazioni private tramite i media ufficiali per distorcere e indirizzare non solo il consenso ma la cultura in senso lato dei cittadini.

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    • elena
      elena dice:

      Cara Paola,
      ho risposto a Davide: sono d'accordo con voi, e davo per scontato che il problema della manipolazione non arriva dai social quanto da chi ha in mano il controllo. Quello che mi colpisce è la pericolosità che deriva dal 'muovere' a piacere le opinioni di milioni di persone ignoranti e inconsapevoli.

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