Domenico Lucano… crederò in te più di prima! | Rete comuni solidali

“Crederò in te più di prima. Qualcuno si porterà sulla coscienza la vita di un uomo straordinario, io lo so che Mimmo non sopporterà questa vergogna, ora cerco parole per difenderlo ma mi rendo conto che non va più difeso, va amato come lui ama il prossimo”.

Questo è un tweet lanciato da Beppe Fiorello interprete della fiction girata a Riace “Tutto il mondo è paese”, ci sentiamo di farlo nostro in toto.

Che nella Locride in cui la ‘ndrangheta spadroneggia si arresti Domenico Lucano è paradossale. Quando il sindaco di Riace fu accusato di molteplici reati non esitammo a schierarci dalla parte del sindaco certi della sua innocenza. Oggi nelle parole del Gip ne troviamo la conferma, Lucano non avrebbe colpe. Ma nel corso delle indagini sarebbero emerse altre irregolarità che oggi hanno portato all’arresto del sindaco di Riace. Lucano viene accusato di avere cercato di impedire, senza nessun vantaggio personale o economico ma per un senso morale di giustizia che degli esseri umani finissero nel limbo della clandestinità. Invece di un premio per la sua umanità, in una Italia in cui cresce l’intolleranza e si restringono gli spazi di libertà, riceve le manette. Noi continuiamo a stare con l’Italia che si oppone alle leggi razziali e all’odio. Con i tanti amministratori che sul territorio combattono una pericolosa deriva xenofoba e razzista. Domenico Lucano è colpevole del reato di integrazione. A lui, a Riace e all’Italia che non si arrende la nostra incondizionata vicinanza e solidarietà. Lavoreremo caparbiamente ancora più di prima.

In queste ore lo sdegno per questo arresto sta diventando enorme, una valanga di messaggi e di prese di posizione in favore di Domenico Lucano: semplici cittadini, tutto il mondo dell’associazionismo, artisti, sindaci da tutta Italia. Restiamo Umani Restiamo uniti, perché ha da passare la nottata ma passerà.

Sabato 6 ottobre a Riace ore 15 una prima risposta contro il reato di solidarietà

Il Gruppo di Coordinamento Recosol

Li 2 ottobre 2018


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2 commenti
  1. Massimiliano Fortuna
    Massimiliano Fortuna dice:

    Di sicuro, la mia istintiva simpatia e le mie inclinazioni politico-esistenziali pendono dalla parte di Mimmo Lucano e delle sue idee di integrazione, nonché della concretezza con la quale ha saputo rivestirle. Ma in chi oggi lo sta difendendo mi pare di notare, qua e là, anche qualche eccesso di agiografia.
    Più complessivamente, trovo un po' squilibrato sentire le stesse persone che nel caso di un'azione della magistratura contro Salvini salutano i magistrati come fiaccole di libertà democratica e alla notizia dell'inquisizione di Lucano parlano di primo atto della costruzione di una dittatura. Certo si tratta di magistrati diversi, ma il rischio, e la semplificazione, sono sempre gli stessi: lodare la magistratura quando viene incontro alle nostre posizioni e attaccarla in caso contrario. Questo non vuol dire naturalmente che i magistrati non possano sbagliarsi, o persino essere in malafede, ma l'accertamento di questi errori è, o almeno dovrebbe essere, un esito della stessa «trafila» giudiziaria e delle garanzie previste dalla legge. Prima di giudizi perentori si attenda almeno la conclusione di questa trafila. Ammetto però che nel caso di Lucano trovo ragionevole domandarsi se l'arresto fosse una misura realmente necessaria, e avanzare dubbi in proposito.
    Si è parlato di disobbedienza civile. Il tema mi sta molto a cuore, in linea di massima mi pare però che il modo in cui l'hanno praticata Gandhi, Rosa Parks, molti obiettori di coscienza e tanti altri sia consistito in una manifesta, talvolta plateale, violazione della legge, allo scopo di evidenziarne i limiti e le storture. Quello di Lucano ha più l'aria di un aggiramento delle regole, sembra un sotterfugio invece che una sfida a viso aperto. Può darsi che nelle circostanze in cui si è trovato a operare non si potesse agire diversamente. Voglio prendermi ancora del tempo per valutare e pensarci. Però si proceda con passo cauto, qualunque sia la direzione che si è scelta.

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