Uri Avnery, membro TRANSCEND e attivista israeliano per uno Stato Palestinese, morto a 94 anni

Jonathan Cook

Uri Avnery, un ex-“terrorista ebraico” confesso che proseguì fino a diventare il pacifista più noto d’ Israele, è morto oggi [20 agosto] a Tel Aviv a seguito di un colpo; aveva 94 anni.

Il suo ultimo articolo su TMS il 4 agosto 2018:

Come uno della generazione fondante d’Israele, Avnery è stato in grado di ottenere l’ascolto di primi ministri, perfino mentre passava decenni a redigere una rivista anti-establishmentche era per loro una spina nel fianco.

Fu oggetto di una più vasta attenzione nel 1982 in quanto primo israeliano a incontrare Yasser Arafat, capo dell’Organizzazione di Liberazione della Palestina. A quell tempo, Arafat  l’OLP erano ingiuriati come terroristi in Israele e buona parte dell’Occidente.

Notoriamente, Avnery si insinuò oltre le linee d’assedio dell’esercito israeliano ttorno a Beirut per arrivare ad Arafat. Da quanto riferito risulta che i due abbiano mantenuto stretti legami fino alla morte molto discussa del leader palesinese nel 2004.

Uri AvneryAvnery fondò il solo movimento pacifista significativo, seppur piccolo, d’Israele – Gush Shalom – nel 1993.

Lui e i suoi seguaci tentarono di creare una pressione politica in Israele e all’estero, cercando di convertire la liturgia della parola per una soluzione a due stati nel processo di pace di Oslo in un concreto stato palestinese.

Aspro critico del governo d’estrema destra di Benjamin Netanyahu fino alla fine, Avnery redasse il suo ultimo articolo settimanale due settimane fa, tartassando la nuova costituzione sullo stato-nazione come “semi-fascista”.

Per il blocco pacifista d’Israele attualmente sotto assedio, il trapasso di Avnery è un colpo importante. Nonostante i tributi dei politici israeliani d’opposizione lunedì scorso, la sua voce era stata marginalizzata da tempo in patria. Era l’ultima figura pubblica prominente ancora visibilmente in lotta per attuare una soluzione a due stati.

Le sue posizioni senza cedimenti a sostegno di una pace nello stile di Oslo avevano cominciato ad apparire obsolete a molti della destra e della sinistra israeliane, specialmente dopo l’ingresso di Donald Trump alla Casa Bianca. Da allora Israele ha dissimulato a mala pena l’intenzione di annettersi parti della Cisgiordania, distruggendo qualunque speranza di uno stato palestinese.

Avnery rigettava pubblicamente una risoluzione del conflitto israelo-palestinese basata su un solo stato condiviso per israeliani e palestinesi.

Si opponeva anche a un boicottaggio generale d’Israele, come auspicato dal crescente movimento internazionale BDS. Gush Shalom, tuttavia, sosteneva i boicottaggi limitati alle colonie.

Avnery arrivò in quella che era la Palestina governata dai britannici nel 1933, a 10 anni, emigrando con la sua famiglia dalla Germania allorché i nazisti giunsero al potere.

A 15 anni era una giovane recluta per l’Irgun, milizia clandestine ebraica classificata dai britannici come organizzazione terrorista. Ma sempre più disilluso dagli attacchi ai civili palestinesi la lasciò qualche anno dopo. Combatté con la Haganah – che sarebbe poi diventata le Forze di Difesa d’Israele – durante la guerra del 1948 che fondò uno stato ebraico sulle rovine della patria dei palestinesi. In successivi libri e articoli, si è riferito al ruolo della sua unità nella commissione di crimini di Guerra contro i palestinesi nella regione del Negev, nel sud dell’attuale Israele.

Durante i combattimenti, fu ferito gravemente. I suoi dispacci dal fronte, successivamente raccolti in un libro, lo resero in breve un eroe nazionale.   Ma la sua popolarità si dissolse presto. Nelle sue memorie, descrisse la sua convalescenza come periodo di drammatico mutamento nel suo pensiero: “La guerra mi convinse del tutto che c’è un popolo palestinese, e che la pace dovesse essere forgiata con loro per prima e principale cosa”.  Fu allora, aggiunse, che divenne uno strenuo avvocato di uno stato palestinese.

Per tutti gli anni 1950, ‘60 e ‘70, Avnery era noto soprattutto per la pubblicazione del suo settimanale Haolam Hazeh (Questo mondo), la cui miscela di indagini dirompenti, di denuncia di scandali politici e di opinioni dissidenti gli procurarono molto nemici nel partito laburista al governo.

Il capo del servizio nazionale d’intelligenceisraeliano del tempo descrisse Avnery come “Nemico n° 1 del governo”. Gli uffici della rivista subirono assalti con bombe parecchie volte, e Avnery stesso fu aggredito gravemente. La pubblicazione chiuse solo quando Avnery diede inizio a Gush Shalom. Il movimento lunedì [scorso] lo ha descritto come “un visionario dalla vista lunga che indicava un percorso che altri non riuscivano a vedere”.

Benché figura dissidente, Avnery era stato abbastanza popolare a sinistra da poter lanciare una carriera politica separata, ottenendo seggi nel parlamento d’Israele nelle elezioni del 1965, 1969 e 1977.  Quando fece in parlamento un discorso per rinunciare al suo seggio nel 1981, causò un boato per essere il primo legislator e a sventolare le bandiere palestinese e israeliana l’una a fianco all’altra.

Ma fu nel 1982 che si fece una reputazione fuori d’Israele. Fu introdotto di soppiatto a Beirut per incontrare Arafat, con le forze israeliane che accerchiavano la città nel tentativo di espellere l’OLP dal Libano. Emerse in seguito che soldati israeliani avevano seguito di nascosto Avnery nel tentativo di scovare il nascondiglio di Arafat e assassinarlo; ma le scorte palestinesi di Avnery fecero in modo di eluderli.

Nei suoi articoli, Avnery si accreditò spesso di usare la fiducia costruita con Arafat per gli anni successivi per persuadere il leader palestinese a cambiare la direzione politica dell’OLP.

Nel 1988 Arafat rinunciò a un antico impegno palestinese per un solo stato democratico laico nella Palestina storica accettando formalmente l’idea di dividere il territorio in due stati; una concessione che spianò la strada agli accordi di Oslo, firmati fra Arafat e il primo ministro israeliano itzhak Rabin sul prato della Casa Bianca nel 1993.

In quello stesso anno Avnery fondò Gush Shalom, ossia “blocco per la pace”, per capitalizzare quello slancio favorevole dato dal permesso ad Arafat e all’OLP di tornare a parti dei territori occupati dai quali Israele s’era ritirato.

Oltre che credere nel diritto alla libertà per i palestinesi, Avnery sosteneva strenuamente che la maggioranza demografica ebraica d’Israele sarebbe stata minacciata a meno che si separasse dalla numerosa popolazione palestinese dei territori occupati. Ci furono sospetti che alcune ipotesi fuorviate di Arafat sulla società israeliana – specialmente la forza del blocco per la pace e la ricettività pubblica al processo di Oslo – fossero dovute ad Avnery.

Quando il processo di pace crollò effettivamente col fallimento del vertice di Camp David nel 2000 e l’eruzione di una rivolta palestinese, Avnery trovò nuovamente il suo messaggio di riconciliazione mal accolto in Israele. Ma, a settant’anni inoltrati, trovò un nuovo pubblico internazionale con la disseminazione onlinedei suoi articoli tradotti.  Avnery sperava di far risorgere mediante I suoi scritti quant’era rimasto della sua eredità politica. Ma più che altro i suoi articoli venivano selezionati per la luce che poteva fare sulle controversie in corso, avvalendosi delle intuizioni dovute alla sua conoscenza di episodi storici ormai ampiamente trascurati.

Al culmine della seconda intifada, Avnery e Gush Shalom furono sovente a fianco dei palestinesi nelle proteste contro gli abusi dei militari o dei coloni israeliani. E manifestarono anche per fermare la costruzione israeliana della “barriera di separazione” che conseguentemente si mangiò ampie porzioni di territorio palestinese in Cisgiordania.

Nel 2003, Avnery si spostò da Arafat nel suo complesso presidenziale assediato a Ramallah, servendo da “scudo umano” – per sventare un temuto tentativo d’assassinio israeliano. Dopo la morte di Arafat in circostanze misteriose un anno dopo, Avnery fu fra quelli che sostenevano che ci fosse Israele dietro il suo avvelenamento.

Nel suo ultimo articolo esplorava uno dei suoi crucci perduranti: l’identità d’Israele in quanto stato ebraico; provocato dalla recente approvazione della Legge Fondamentale sullo Stato-Nazione, che conferisce agli ebrei in tutto il mondo privilegi in Israele negati alla grossa minoranza di cittadini palestinesi del paese.  Da molti anni Avnery era fra coloro che ammonivano che Israele non poteva essere una democrazia se non trattava da uguali tutti I suoi cittadini, attribuendo invece diritti basilari secondo le differenti nazionalità ebraica e araba. Nel 2013 lui e altri israeliani si appellarono alla corte suprema affinché riconoscesse per la prima volta una nazionalità israeliana condivisa da tutti i cittadini. I giudici respinsero le loro argomentazioni.


Jonathan Cook – TRANSCEND Media Service | 20 Aug 2018

Traduzione di Miki Lanza per il Centro Studi Sereno Regis

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