Centinaia di firme contro l’arresto di attivisti, giornalisti e intellettuali in India

Elena Camino

Come si può leggere nel breve articolo di Matteo Miavaldi uscito il 29 agosto su Manifesto, nei giorni scorsi sono stati compiuti, in otto località situate in cinque stati dell’India, numerosi arresti di persone molto conosciute in india per le loro posizioni critiche nei confronti del governo di Marendra Modi.

Arundhati Roy, nota scrittrice e saggista, ha così commentato la situazione: “che i raid siano compiuti nelle case di avvocati, poeti, scrittori, attivisti dei diritti dei Dalit, intellettuali – invece che nella case di quelli che organizzano linciaggi e omicidi alla luce del giorno – ci indica chiaramente dove sta andando l’India”.

E’ stata prontamente pubblicata una  dichiarazione con centinaia di firme, che denuncia questa situazione e condanna l’arresto di queste persone. Altre firme si stanno aggiungendo, al sito

Joint Statement condemning arrest of activists and public intellectuals

Noi sottoscritti siamo molto colpiti dall’ondata di perquisizioni in tutto il Paese nelle abitazioni di attivisti e pubblici intellettuali che hanno espresso posizioni critiche nei confronti del governo e del partito. Gli arresti di noti intellettuali e attivisti –    Sudha Bharadwaj, Vernon Gonsalves, Gautam Navlakha, Varavara Rao, Arun Ferreira e altri – non sono altro che un tentativo del governo di seminare terrore tra coloro che lottano per la giustizia a favore delle comunità marginalizzate.  E’ anche un tentativo da parte del BJP di costruire un falso nemico e creare allarmismo per influenzare il pubblico in vista delle elezioni del 2019.

Il governo e i media ad esso favorevoli hanno già tentato nel giugno 2018 di montare la falsa narrativa di una cospirazione maoista, inventando addirittura termini come ‘naxaliti urbani’.   Abbiamo saputo che la Polizia di Delhi, dopo aver arrestato Sudha Bharadwaj, ha atteso che arrivassero i media (Republic TV)  prima di portarla in tribunale. Questo mostra che gli arresti sono incompleti se non sono accompagnati dalla propaganda dei media atta a demonizzare gli attivisti, i difensori dei diritti umani e gli intellettuali.

Queste incursioni nelle case creano spettacolo, perché si tratta di persone i cui scritti e le cui posizioni sono ben noti.  Sembrano finalizzate a distogliere l’attenzione da altre azioni […] e a coprire la cospirazione di Sanatan Sanstha e l’assassinio di Gauri Lankesh. Persone come Sudha Bharadwaj, Gautam Navlakha e altri che sono stati arrestati sono amici del popolo, e hanno dedicato tutta la vita a migliorare le condizioni della popolazione indiana. Arrestandoli,  il partito BJP esibisce le sue insicurezze e la sua intolleranza nei confronti di qualunque forma di dissenso.

Questi arresti devono essere messi in relazione con i recenti attacchi rivolti a voci che chiedono giustizia,  come Swami Agnivesh, Umar Khalid e molti altri studenti attivisti da Delhi a Lucknow. […]

Chiediamo l’immediato rilascio delle persone arrestate, e il ritiro di tutte le accuse false e dannose, altrettanto ingiustificate.

Seguono centinaia di firme

 

 

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