Si renda la NATO civile e civilizzata (Part 2) | Jan Oberg

La banalità del militarismo

Nel campo della scienza, degli affari e della cultura, nuove idee, metodi innovativi, fare cose nuove e fare cose vecchie in modi nuovi sono attività di solito gratificate e ammirate. Il che mantiene questi campi vibranti, vivaci e interessanti anche per altri.

Però nel campo del paradigma omni-pervasivo e omnipresente della basilare difesa militare e della dottrina e politica securitarie (ometto la pace perché nessuno ha una politica per la pace) non esistono dinamiche del genere.

Risuona alla nausea il solito ritornello – per rendere paurosi e paganti:

“C’è un nemico – qua o là, oggi o incombente – contro il quale noi (come tuo governo) dobbiamo proteggere il nostro paese e te, nostro cittadino. A tal fine, ci servono più armi (truppe, schieramenti, basi…) scopo delle quali è creare ‘stabilità, sicurezza e pace’. Noi siamo i buoni avendo fatto nulla di male, ma non possiamo fidarci di loro: guarda che hanno fatto o i piani perversi che sappiamo loro hanno ma dei quali non possiamo riferirti.

Noi abbiamo buone intenzioni ma potenziale troppo scarso, loro hanno cattive intenzioni e potenziale eccessivo. Noi cerchiamo un equilibrio, loro cercano la superiorità. Pur essendo le nostre armi efficaci a lunga gittata, noi abbiamo solo dottrine defensive e non siamo quindi una minaccia per loro; combatteremo solo se attaccati. Ma le loro armi a lunga gittata sono una minaccia per noi. Perciò abbiamo bisogno di aumentare il nostro bilancio militare. Per il tuo bene, caccia fuori altri soldi per le nuove armi.”

Si chiama la corsa agli armamenti e assume varie forme. E’ come due o più scorpioni in una bottiglia, pagata dai contribuenti con nulla di vero valore – la pace, per esempio – resogli.

Trilioni di dollari si spendono per questa spazzatura intellettualegeneralizzata, ripetitiva, che non fa mai cilecca. Promette – falsamente – ai cittadini che otterranno protezione, sicurezza e pace. Beh, è come pisciarsi addosso: perché pochi anni dopo appaiono nuove minacce – inventate– e stabilità, sicurezza e pace sono minacciate e così c’è bisogno d’altro ancora – per esempio il 2% del PIL: una stupida discussione perché tale misura è correlata alle dimensioni dell’economia e non ad alcuna valutazione di minacce.

Questi sono, grosso modo, i meccanismi. La NATO e I suoi capi dicono lo stesso, anno dopo anno. Chiediamoci allora:

Che cos’è successo alla pace che i nostri governi han promesso che sarebbe seguita [alle spese di] qualche anno fa? Che cos’è successo all’obiettivo dello Statuto ONU di dover risolvere I conflitti a fare pace, prima di tutto, con mezzi pacifici? Che cos’è successo alla cooperazione, alla costruzione di fiducia e al mondo migliore in ogni rispetto che ci era stato promesso, decennio dopo decennio dal 1945? Perché siamo in una nuova Guerra Fredda in Europa – perché tute quelle guerre calde, combattute, nel Medio Oriente e altrove? Quei trilioni erano proprio il prezzo per una vera pace?

Immaginiamo che cosa succederebbe se separassimo i giganteschi costi militari – circa 1.700 miliardi di dollari [annui] a livello mondiale – dalla dichiarazione fiscale costringendo invece I capi politici, i militari e le megaziende d’amamenti a elemosinare il tozzo di pane porta a porta per la guerra – come devono fare le organizzazioni umanitarie per contribuire a riparare i danni causati da queste politiche militariste (i cittadini pagano due volte, prima per la distruzione e poi per la ricostruzione)? Gran parte di questo cancro d’impedimento alla pacesparirebbe.

Hannah Arendt ci ha detto della Banalità del Male. Oggi c’è un ben peggiore e anonimo MIMAC – Complesso Militar-Industrial-Mediatico-Accademico – a praticare questa Banalità del Militarismo– di cui voi e io non siamo altro che vittime paganti.

Come mai tanti credono in questa banalità? Perché gli si applica la paurologia: facendogli credere di essere costantemente ed esistenzialmente minacciati e che altri e migliori armamenti sono la soluzione. Perfino quando, come dopo la fine della Guerra Fredda, il MIMAC inventò nuovi nemici – uno dopo l’altro – per mantenere se stesso (e la NATO) in alta e profittevole considerazione.

L’Imperatore militarista è piuttosto nudo – ma un grande agile perpetuo. Fino a quando i cittadini e abbastanza gente in quel sistema cominceranno a pensare e preaticare il coraggio morale e la disobbedienza civile, continuerà giù per la china (e col salasso), a un certo punto oconducendo alla distruzione mondiale o, semplicemente implodendo e rendendo l’Occidente una triste periferia del Resto del mondo.

“Una nazione che continua anno dopo anno a spendere di più nella difesa militare che in programmi di promozione sociale è prossimo alla morte spirituale” –  M.L.King Jr

Sarà un gran giorno quando le nostre scuole avranno tutti i soldi che gli servono e l’aviazione militare dovrà vendere torte sui banchetti per comprarsi un bombardiere

(Women’s International League for Peace and Freedom, St.Paul, Minnesota-USA)

NATO – Obsolescenza del Trattato NordAtlantico – in un nuovo registro

Allora, tentiamo invece almeno un pizzico di nuova riflessione. A scopo euristico, supponiamo che ci siano tre scenari per la NATO entro I prossimi 5-10 anni:

1) La strada della crisi e dissoluzione

Continua con l’attuale percorso di crisi delineato nel primo articolo, arrivando alla sua dissoluzione come per il Patto di Varsavia. Oltre le 9 ragioni addotte nel primo articolo, eccone una decima in una macro-prospettiva:

  1. Cambiamento o caduta:la NATO è condannata a cambiare o cadere perché il resto del(l’ordine del) mondo sta cambiando. Ciò che di solito si chiama Occidente – da non confondersi con la “comunità internazionale” – sta perdendo potere verso il Resto del mondo, Cina e altra Asia in particolare, ad ogni scala applicabile.

Sarà pertanto molto meglio se la NATO verificherà I segni premonitori sulla propria esistenza e si preparerà a un cambiamento fondamentale e a un nuovo ruolo in quell’ordine mondiale in rapida emersione, che si può prevedere con certezza che nonsarà dominato dall’Impero USA né dai membri NATO né dalla UE come tale. Sarà un ordine mondiale multi-polare e cooperativo.

L’Europa – compresa quella associate alla NATO – è per proprio conto di fronte a una moltitudine di crisi – economica, direttiva, di visione, di gestione dei profughi, di populismo, razzismo e altro ancora. E’ inoltre di fronte a un sonoro segnale di sveglia: la fine della fiducia transatlantica e la Brexit, cioè la probabile futura dipartita (più o meno) della GranBretagna e degli USA.

Contrariamente alla comprensione commune della situazione dell’Europa/UE, la si dovrebbe considerare come un’opportunità d’oroperl’Europa – la UE e l’altra Europa, inclusa la Russia.

Ma ciò comporterà un nuovo pensiero creative, indipendente dal paradigma imposto fin dal 1945 dagli USA agli alleati ed amici europei. L’Europa dovrà pensare per conto proprio e rendersi autonoma trovando il proprio ruolo – ancora una volta conanziché controla Russia – nel nuovo ordine mondiale futuro, multipolare e a guida Orientale.

Di fatto, gli Imperi affondano sì, e con il relativo indebolimento dell’Occidente, non resta che il suo adattamento – non la resistenza e non la dominazione a pieno spettro sul Resto.

Gli USA stanno combattendo ogni genere di guerra invincibile. Gli europei, compresi i membri NATO, possono essere più furbi.

Se non arriva presto un tale cambiamento, vuol dire Crisi e Dissoluzione. Ma restiamo speranzosi.

Sig. Stoltenberg, tocca a lei adesso fare la storia. Dato che s’intende che la NATO difenda la democrazia e la libertà, ha la libertà di dire qualcosa di libero e creativo alla sua prossima conferenza stampa, togliendosi l’uniforme mentale e diventando una figura guida nella storia della pace. Oppure si dimetta con onore.

Dunque che ne sarà del futuro NATO? Potrebbe essere uno di questi due se si evita la Crisi-Dissoluzione:

2) NATO umanitaria:

Privare la NATO delle sue politiche e arsenali d’armi e trasformarla nel maggior ente di trasporto e comunicazioni umanitarie dell’umanità direttamente in ambito ONU. Essendo un gran numero di crisi già presenti e inclini a peggiorare per inerzia o insufficiente azione politica, cui si sommeranno nuove crisi e guerre, ci sarà una sempre maggior necessità di un ente benigno e ben finanzato, benefico laddove si diventi vittime di disastri naturali o artificiali.

3) Nuova NATO di pace e sicurezza:

Cambiarne la filosofia tornando alle clausole originarie del Trattato (v. qui sotto) e assumendola come base per costruire un nuovo sistema dle tutto nuovo di pace e sicurezza (nell’ordine), che sarebbe benefico sia per Europa/Russia/Medio Oriente sia per il Resto del mondo – piaccia omeno agli USA.

Ovviamente ce ne possono essere altri, compresa qualche forma combinatoria fra questi due.

Ma qualunque scenario basato in primo luogo sulla sicurezza militare, il confronto con la Russia, l’intervenzionismo, il ricorso alla guerra senza previa gestione del conflitto con “mezzi civili”, armi nucleari e costanti beghe per l’aumento dei bilanci militari significa rovina per la NATO.

Tali scenari creano altro conflitto, odio più profondo e terrorismo contro l’Occidente grazie alle guerre fallite, che causano altri profughi e consume di fondi che in tempi di crisi economica come stiamo subendo, devono e possono essere spesi meglio per scopi civili.

“Quasi tutte le guerre e le violenze spariranno il giorno che si cominci a pensare ed educarsi a utilizzare tutti gli altri strumenti” – Jan Oberg

  • Nuova NATO umanitaria

Con il deperimento letale dell’ONU e il sistematico indebolimento della sua autorità con una sostitutiva NATO per i suoi membri dai tempi della Jugoslavia, se non prima, dovrebbe essere ovvio a chiunque si guardi attorno che l’ONU non è in grado di riparare il mondo dopo le guerre o risolvere tutti i problemi socio-economici causati dal sistema capitalista globale. Particolarmente non quando il sistema bellico ottiene circa 1.700 [milioni>>] miliardi di dollari USA [annui!] a livello mondiale rispetto ai 50 miliardi scarsi del bilancio ONU.

Si tolgano dunque tutte le armi alla NATO, la obsoleta, e se ne usi l’organizzazione, i dirigenti, il potenziale di comunicazione e trasporto nonché le ampie competenze professionali, per qualcosa di costruttivo.  E la si integri nell’ONU, meglio ancora se un’ONU rapidamente riformata.

Il mondo avrebbe allora un’agenzia globale che potrebbe intervenire in situazioni di crisi umanitaria salvando gente, rendendo rapidamente disponibili tende e materiale di soccorso, costruire campi profughi o altre zone sicure equipaggiandole di tutto il necessario per il tempo che ci vuole  – tutto ovviamente in cooperazione con organizzazioni umanitarie globali della società civile.

E’ fattibile se ci sono la visione, la cooperazione e la volontà politica.

E che ci sarebbe di più bello per la NATO che diventare l’ente guida ONU per il soccorso umanitario, per far del bene? Credo che si chiedesse ai dipendenti NATO: Vorresti passare la tua vita qui a preparare combattimenti e uccisioni o piuttosto lavorando ogni giorno a salvare vite per il mondo? – si debba supporre che la gran maggioranza sceglierebbe la seconda opzione.

Meglio impariamo a gestire i conflitti, meno violenza ci serve. Solo gli ignari delle dinamiche conflittuali usano la violenza all’inizio.

– Nuova Euro-NATO regionale per la pace e la sicurezza

Il che sorprendentemente significa diventare quel che s’intendeva all’origine ed è scolpito nel suo Trattato Nord-Atlantico costitutivo dell’aprile 1949, di cui cito volentieri ampi estratti (corsivo mio):

Il Preambolo:

“Le parti contraenti questo Trattato riaffermano la loro fede negli scopi e principi dello Statuto delle Nazioni Unitee il loro desiderio di vivere in pace con tutti i popoli e tutti i governi.

Esse sono determinate a salvaguardare la libertà, il patrimonio commune e la civiltà dei loro popoli, fondati sui principi della democrazia, della libertàindividuale e della signoria della legge.”

Articolo 1:

“Le Parti s’impegnano, come disposto nello Statuto delle Nazioni Unite, a comporre qualunque disputa internazionale in cui possano essere coinvolti con mezzi pacificiin maniera tale che la pacee la sicurezzae la giustiziainternazionali non ne siano compromesse, e altresì a trattenersi nei propri rapporti internazionali dalla minaccia o dall’uso della forzain qualunque maniera incongrua con gli scopi delle Nazioni Unite.”

Articolo 5:

“Le Parti concordano che un attacco armato contro una o più di esse in Europa o NordAmericasarà considerate un attacco contro tutte loro e conseguentemente concordano che, qualora avvenga un tale attacco, ciascuna di esse, esercitando il diritto di autodifesaindividuale o collettiva riconosciuto dall’Articolo 51 dello Statuto delle Nazioni Unite…”

Lo Statuto dell’ONU riguarda la nonviolenza e l’abolizione della guerra. Riguarda l’uso di mezzi pacifici per conseguire la pace, e l’unico uso – organizzato dall’ONU – di mezzi militari, dettagliato nel Capitolo 7 – se e quando siano stati esperiti e trovati vani tutti i mezzi civili.

“Abbiamo incontrato il NEMICO e siamo NOI”

(il famoso poster di Walt Kelly per la prima Giornata della Terra, 22 aprile 1970)

Vale magnificamente per il militarism, che non può mai produrre pace

Solo autodifesa, armi e posture difensive

Si pensi se la NATO aderisse a tali principi nelle proprie politiche quotidiane. Oggi fa l’esatto contrario, confezionandolo in una retorica stucchevolmente prevedibile e con I tre mantra per spiegare e legittimare qualunque cosa faccia: sicurezza, stabilità e pace – nessuna delle quali è mai emersa fin dalla fine della Prima Guerra Fredda.

Una nuova NATO che risalirebbe alle stipulazioni originarie del proprio Trattato e modulasse su di esse le proprie politiche, sarebbe molto accettabile al mondo, non considerata come minaccia a chicchessia. Sarebbe interamente difensiva e intrprenderebbe un’azione solo se uno dei suoi membri fosse prima attaccato. Quella è una postura essenzialmente difensivae in piena armonia con i principi morali e il diritto internazionale. E con un pensiero kantiano sulla pace mondiale: Fa’ solo ciò che può essere elevato a principio generale condiviso da tutti gli altri appartenenti al sistema. Le posture difensive – l’autodifesa – possono essere assunte da ognuno senza sconvolgere il sistema. La “difesa” offensiva è un assurdo ed è semplicemente impossibile, conducendo sempre agli eterni armamento e militarismo. Ecco perché l’Articolo 51 dello Statuto ONU tratta di autodifesa.

Che cos’è difensivo? Armi con potenza di fuoco e gittata limitate. Offensivo, al contrario, implica lunga gittata e grande o illimitata Potenza di fuoco, o potenziali distruttivi. E quando  ci si può sentire sicuri? Quando la propria capacità di difesa è abbastanza forte da contenere la capacità offensiva dell’avversario.

La dottrina dell’odierno Militarismo Banale è che la “nostra” difesa comincia lontano  – gli USA si considerano minacciati e con necessità difensive ovunque al mondo – il che può solo essere percepito come minaccioso per chiunque non sia uno stretto alleato: filosofia che significa guerra senza fine…

Questo è quanto per la dimensione militare – e finché I cittadini credono all’utilità delle armi, la democrazia ci costringe ad accettarlo. Ma comunque non qualunque postura militare, bensì solo difensiva. Quindi quel che c’è da fare è: disarmo di tutte le armi offensive, comprese ovviamente le nucleari, e un ri-otrans-armoverso un nuovo pensiero, armi, dottrine e politiche esclusivamente difensive.

Le gare per gli armamenti allora si fermerebbero, e con esse il militarismo, le minacce a chiunque altro di distruzione sul suo territorio. La paura diminuirebbe. E ovviamente l’imperialismo, l’interventismo e il guerreggiare su territorio altrui sarebbero cose del passato.

Che è un piccolo prezzo da pagarsi da pochi per arrivare a quel mondo tanto più civilizzato!

Il far violenza verrà presto considerate inaccettabile alla civiltà – tanto quanto oggi ci poniamo verso il cannibalismo, la monarchia assoluta, la schiavitù, il lavoro infantile, la  pedofilia, lo stupro e #MeToo.

Difesa multi-dimensionale – difesa civile e nonviolenza

Ovviamente I mezzi militari non sarebbero bastanti in questo nuovo sistema europeo. Ci vorrebbe anche una protezione civile, poter fidarsi di sé stessi in una crisi e rafforzare, in tempo di pace la propria capacità di sopravvivenza con autonomia merceologica. Ciò si potrebbe chiamare difesacivile, dispiegata in varie dimensioni. Cui aggiungere una resistenzanon-violenta,che dev’essere separata dal dispositivo difensivo militare nel tempo e nello spazio – per esempio, essere ben preparati per l’eventualità che il proprio pese sia occupato nonostante la propria robusta difesa. Si pensi a roba come la disobbedienza civile, la ridicolizzazione dell’occupante, il negargli leggittimità, manifestazioni, petizioni, sabotaggio pacifico di cose – ma naturalmente senza uccisioni. Se ne può dire molto di più, ma per questo scopo basta.

Usare armi/violenza per trattare i conflitti è non-intelligente, controproducente.

Gestione intelligente dei conflitti

Quand’è stata l’ultima volta che hai risolto un conflitto nella tua vita e ti sei fatto amici schiaffeggiandoli/e o umiliandoli/e? Beh, quella sorta di comportamento nel mondo d’oggi si chiama “abilità politica”.

Una cosa è avere un conflitto – cosa comune – che comunque può essere cosa buona. Ma dal momento in cui si usi violenza, gli si aggiunge una dimensione – umiliante, desiderio di vendetta, odio, atteggiamento di mai più fiducia – e queste cose rendono invariabilmente molto più difficile risolvere il conflitto originario.

Quindi governi e nazioni avvertiti riguardo ai conflitti usano dapprima la non-violenza – “Rendiamo di nuovo grande la nonviolenza!” – e la violenza solo come assolutamente ultimo ricorso e solo con un mandato dell’ONU o altre strutture internazionali-regionali che emergano nel mondo futuro.

Sette pericoli alla virtù umana:             M.K.Gandhi

1. Ricchezza senza lavoro 2. Picaere senza coscienza 3. Conoscenza senza carattere   4. Affari senza etica  5. Scienza senza umanità   6. Religione senza sacrificio   7. Politica senza princìpi

E perché no?   Pensiamo a due strade percorribili: La via violentaè con gente che cammina e passa in auto indossando armi da fuoco e con postazioni di mitragliatrice sui tetti. Per la via pacifica cammina gente disarmata, ma addestrata in ju-jitsu. Non ci sono armi , minacce, paure, e se c’è una lite, c’è comunque un servizio di guardia del quartiere e mediatori di pronto intervento lì vicino.   Quale sarebbe più gradevole e sicura per voi? E perché mai continuiamo allora a costruire dapertutto vie violente?

Dunque, ciò di cui parliamo qui è un nuovo sistema europeo reso sicuro in molti modi densi e stratificati, ivi compreso l’uso dei lati buoni di una nuova NATO, in grado di coltivare un’altra difesa – costruita su elementi come l’avvertimentoprecoce di conflitto, lagestione intelligente del conflitto, lintervento nonviolento precoce nella crisi,la mediazione, le consultazioni, le clausole dibuoni uffici, i peacekeeping, -making- e -buildingnello spirito dello Statuto dell’ONU e dello stesso Trattato della NATO. E quant’altro sia necessario per conseguire soluzioni negoziate ai conflitti e ad altri problemi.

Una tale nuova Euro-NATO – qualcosa di simile alla Casa Europeadi Gorbachev che si coordini / integri anche con l’OSCE e l’UE sarebbe un partnerattraente per il mondo, il MedioOriente in particolare. Infine, dopo più di 100 anni di interventi ‘moderni’ per la ‘missione civilizzatrice’, la stessa Europa/NATO si sarebbe civilizzata.

Invece d’una conclusione

Perché i conducenti di auto devono avere una patente di guida e conoscere le regole del traffico? Per spostarsi da A a B nel modo più sicuro per sé, ridurre la violenza sulla gente e le cose [attorno] e perché è una soluzione win-win, in cui tutti vincono/beneficiano. Sarebbe bene se chi gestisce la violenza ne mondo d’oggi dovesse avere una sorta di patente e sapere qualcosa [di specifico] prima di  premere il grilletto su altri paesi e la loro gente.

La pace si può imparare! Se si vuole.

Meglio impariamo a gestire I conflitti, meno violenza ci servirà. Solo gli analfabeti di conflittualitàusano subito la violenza – non per carente o perversa intelligenzat (salvo certi casi…) ma perché I mezzi civili e intelligenti non fan parte del discorso e non hanno budget. Gli armamenti hanno bilanci enormi e sono pronti all’uso. Il MIMAC cerca di mantenere questa situazione, essendo la violenza il proprio sostanziale interesse.

Dobbiamo pensare in modo differente per sopravvivere. La gran parte delle guerre e altra violenza sparirebbero il giorno in cui si cominciasse ad educarsi all’uso di tutti gli altri strumenti [di definizione delle contese].  Come fare difesa, sicurezza e pace molto meglio che finora dovrebbe essere il punto focale al 70ennio della NATO il prossimo anno. Già solo tornando alle parole e allo spirito del proprio Trattato istitutivo, rottamando ciò che si è e si fa oggigiorno, e osando pensare che mondo meraviglioso sarebbe quando si passi a Via della Pace da Via della Violenza..

Sig. Stoltenberg, tocca a lei adesso fare la storia. Dato che s’intende che la NATO difenda la democrazia e la libertà, ha la libertà di dire qualcosa di libero e creativo alla sua prossima conferenza stampa, togliendosi l’uniforme mentale e diventando una figura guida nella storia della pace. Oppure si dimetta con onore.

Il resto [dei coinvolti?] discuterà e userà tutti i mezzi nonviolenti a disposizione per liberare il mondo dal militarismo e[perseguire] le attuali alternative– argomento questo tuttora debole per gli attivisti della pace, cui non possono bastare i “No a…”, gli “Abbasso …” e le caricature rabbiose. L’unico armamento di cui il mondo ha bisogno èintellettuale ed etico.

Ricordiamoci il sorriso allusive di Gandhi quando diceva che la civiltà occidentale sarebbe una buona idea …

 Il popolo non conosce il proprio reale potere!


Jan Oberg – The Transnational/TMS – pt 2
Titolo originale: 
Make NATO Civilian and Civilised (Part 2)
Traduzione di Miki Lanza per il Centro Studi Sereno Regis

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.