Passi di pace

Sono nate quasi insieme, con la crisi e la chiusura delle miniere sarde del Sulcis Iglesiente, l’Associazione Centro Sperimentazione Autosviluppo-Domus Amigas, nel gennaio 2000 e la fabbrica delle bombe; segnate sin dall’inizio da visioni e obiettivi diversi, l’una per promuovere produzioni atte a sostenere la vita, l’altra con produzioni destinate alla distruzione e alla morte.

Il Centro Sperimentazione Autosviluppo, fondato da un gruppo di donne, decise a sperimentare forme di economia nonviolenta, capaci di produrre beni essenziali nel rispetto degli equilibri naturali e sociali.

La fabbrica delle bombe invece per riconvertire la Sarda Esplosivi Industriale (SEI) dalla produzione civile per cave e miniere a quella militare di bombe per aereo.

L’opposizione dal basso di un intero territorio non blocca la nuova “industria della guerra”, realizzata, anche, grazie a finanziamenti pubblici. Per anni, la fabbrica di morte diventa la fabbrica dimenticata avvolta e coperta da un totale silenzio.

Le guerre in medio oriente, in Siria e in Yemen, nel 2015 riportano drammaticamente all’attenzione la produzione delle bombe provenienti dalla Sardegna, dalla RWM Italia, bombe sganciate dagli aerei della coalizione saudita sulla popolazione civile dello Yemen con il ferimento o l’uccisione di bambini, donne e uomini.

Le testimonianze dirette di medici yemeniti rendono sempre più visibile la catastrofe umanitaria di un intero popolo colpito dalle bombe prodotte in Sardegna ed esportate dall’Italia, violando non solo l’articolo 11 della costituzione, ma anche la legge 185 del ’90 che vieta la vendita di armi a paesi in guerra.

Matura la consapevolezza che non si può stare a guardare e che la mobilitazione non può essere solo locale, il problema deve emergere a livello nazionale e internazionale fino a diventare problema di tutti.

Con questo obiettivo allargato nasce nel maggio 2017 il Comitato RWM per la pace sostenibile, grazie all’apporto significativo del movimento cattolico, dei Focolari, delle associazioni pacifiste locali e nazionali e al coinvolgimento di gruppi e movimenti culturali, religiosi ed ecologici. Si crea un movimento dei movimenti capace di operare contemporaneamente sui grandi tempi della pace coniugando insieme diritto al lavoro e diritto alla vita, giustizia sociale e sostenibilità come aveva auspicato Nanni Salio.

Il comitato lavora da subito affrontando il problema dal punto di vista, etico, economico, ambientale, sociale e politico con passi concreti continui e determinati. Durante il suo primo anno di vita, dedica particolare attenzione alla comunicazione, partecipando a numerosi incontri nazionali e coinvolgendo gli organi di stampa, i mass media a livello locale, nazionale e internazionale.

Diverse le manifestazioni pubbliche nel territorio tra cui due Run for Unity, organizzate dal movimento dei focolari, che vedono la partecipazione di numerosi giovani provenienti da tutta l’isola. Il comitato interviene alla riunione della commissione edilizia del comune di Iglesias, convocata per l’autorizzazione di un progetto di ampliamento della fabbrica RWM (realizzazione di un Campo Prove), ottenendo il blocco della concessione edilizia e il rinvio alla Regione per verificare l’assoggettabilità a valutazione d’impatto ambientale. Sempre su sua proposta, il Consiglio comunale, vota all’unanimità un ordine del giorno che dichiara Iglesias città della pace e della solidarietà ed esprime la contrarietà della città alla produzione di ordigni di guerra nel suo territorio con la contemporanea ferma volontà di salvaguardare tutti i lavoratori dello stabilimento. Durante una conferenza stampa alla camera, presenta una mozione di embargo sulla vendita degli armamenti agli stati del Mena (Medio Oriente e Africa) che, portata in aula da M5S e SI, verrà poivotata da 130 deputati di diversi schieramenti.

Di particolare rilevanza culturale e politica le 4 giornate di approfondimento sui processi locali e globali che sostengono l’economia di guerra.

L’ultimo evento del maggio 2018, “Sardegna isola della pace” conferma la volontà di fare della Sardegna un luogo di incontro e di accoglienza, una “Grande Domus Amigas”. Ricordiamo che l’Associazione Centro Sperimentazione Autosviluppo lavora da circa 20 anni alla riconversione nonviolenta alla quale Nanni Salio, con il Centro Studi Sereno Regis, ha dato un costante sostegno culturale, animando con il metodo della ricerca-educazione-azione, i progetti di autosviluppo locale tra i quali il progetto di ospitalità in famiglia “Domus Amigas”, che si è proposto fin dalle origini come simbolo di amicizia e di incontro, capace di costruire la pace.

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