Transizione e decrescita, una visione interdisciplinare | Davide Mazzocco

Mercalli Latouche

Il Centro Studi Sereno Regis ha ospitato un world cafè con Serge Latouche, Luca Mercalli, Gianni Tamino e Mauro Bonaiuti


Il Centro Studi Sereno Regis ha ospitato mercoledì 24 gennaio un world cafè sul tema della transizione con quattro relatori che si sono confrontati con i partecipanti sulle declinazioni culturali, comunicative, politiche ed economiche della sfida globale imposta dalle conseguenze dei cambiamenti climatici e di un sistema socio-economico imperniato sulle risorse fossili.

Il filosofo Serge Latouche, il meteorologo e divulgatore scientifico Luca Mercalli, il biologo ed ex parlamentare Gianni Tamino e l’economista Mauro Bonaiuti hanno costruito insieme agli 80 partecipanti una bozza progettuale per affrontare l’onda d’urto della crisi ecologica che lo scorso anno ha prodotto perdite economiche nell’ordine di 330 miliardi di dollari.

Come uscire dalla società dei consumi? Non poteva che essere Latouche a introdurre l’argomento: “Al giorno d’oggi è più facile immaginare l’apocalisse che un’uscita dalla società dei consumi. Ciò non è dovuto al blocco delle lobby, quanto a un sistema che ha formattato le menti. I governanti si ritrovano in vertici come quello di Davos e in conferenze sul clima, ma la situazione peggiora sempre di più”. La speranza, secondo Latouche, viene dal basso: “Città di transizione, commercio equosolidale, Gas, cooperative e tutti i progetti che promuovono la decrescita e l’autonomia alimentare sono la risposta allo stallo della politica”.

Latouche Sereno Regis

SERGE LATOUCHE

 Per cambiare il paradigma della crescita illimitata occorre “decolonizzare l’immaginario”: “Il ruolo degli educatori è importante, ma la scuola, ormai, ha un peso inferiore a quello dei media. Negli ultimi 10 anni è avvenuta una metanoia: siamo stati colonizzati dall’utilizzo del cellulare. Un cambiamento tecnologico ha prodotto un cambiamento antropologico. La ‘tossicodipendenza’ tecnica prodotta dagli smartphone fa sì che nessuno parli più con nessuno nelle metropolitane. Per molte persone il cellulare è diventato uno strumento indispensabile, ma occorre tenere a mente quanto sia fragile l’infrastruttura su cui si appoggia”.
Alle parole di Latouche hanno fatto eco quelle di Mercalli che ha sottolineato, a più riprese, l’importanza di fare proselitismo: “Esiste una sindrome di autocompiacimento per cui se metto i pannelli solari sul mio tetto e se utilizzo un’auto elettrica penso di avere fatto la mia parte. Non basta. La legge dei numeri ci dice che questo approccio non è sufficiente per produrre un cambiamento. Occorre comunicare agli altri il cambiamento, ciò che in esso è conveniente per l’ambiente e anche per le tasche.

Nella mia lunga esperienza nelle scuole ho constatato quanto sia difficile abbattere il muro dell’isolamento: il messaggio arriva ai singoli, ma questi non si aggregano. È difficile arrivare a stimolare la collettività. Io inseguo continuamente un obiettivo di scalabilità verso l’alto. Con il programma televisivo Scala Mercalli mi rivolgevo a un milione di persone, ora ‘parlo’ a 100 mila persone. Comunicare efficacemente il cambiamento significa far uscire la questione ambientale dalla nicchia e renderla mainstream”.

Transizione e decrescita: Luca Mercalli

LUCA MERCALLI

Gianni Tamino ha declinato il tema della transizione in ambito politico sottolineando l’importanza di interconnettere le battaglie locali che vengono combattute nel nome della tutela dell’ambiente: “In un contesto di crisi strutturale è importante lavorare sull’interconnessione di associazioni e movimenti che, pur partendo da realtà differenti, sono unite da valori comuni. La gente non è disinteressata al bene comune ma non è coinvolta da questo modo di fare politica. Bisogna creare un contropotere territoriale e trasformare battaglie parziali e locali in politica”.

Tamino Sereno Regis

GIANNI TAMINO

 Un pensiero condiviso anche da Mauro Bonaiuti secondo il quale la costruzione di un’alternativa economica deve essere un percorso progressivo che, partendo dall’impegno individuale e locale, si faccia portavoce della transizione in ambiti quali il cibo, la casa e la mobilità. La crisi ambientale è qui e ora, bisogna lavorare per conviverci e limitarne i danni in ogni ambito delle nostre vite.


[Foto Davide Mazzocco]

Per gentile concessione di eHabitat che ringraziamo. Qui il collegamento all’articolo originale.

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