Cara Aung San Suu Kyi, Premio Nobel per la Pace | Farhana Haque Rahman

Cara Aung San Suu Kyi, Premio Nobel per la Pace,

quando sei stata finalmente libera di andare a ritirare il tuo Premio Nobel per la Pace, hai parlato in modo eloquente del fine ultimo di un mondo in cui “ogni angolo sia un vero santuario, in cui gli abitanti abbiano la libertà e la capacità di vivere in pace”. E hai osservato che “ogni pensiero, ogni parola, e ogni azione” che contribuisce a realizzare quel desiderio è un contributo alla pace.

Certamente adesso è tempo di dire qualche parola sulla tragica situazione che vive la popolazione Rohingya nella zona occidentale di Myanmar: popolazione che le Nazioni Unite hanno descritto come tra le più perseguitate nel mondo.

Fino ad oggi ci hai messo in guardia contro le “false informazioni” e i “terroristi”. Ma non abbiamo ancora udito una parola di sostegno, o anche solo di conforto verso quelle popolazioni che, come è stato ampiamente documentato dalle organizzazioni internazionali e dai media, sono vittime di una campagna volta ad eliminarle, e che causa grandi sofferenze e disperati tentativi di fuga oltre i confini.

Il Premio Nobel che ti è stato conferito nel 1991 voleva rendere onore ai tuoi eroici e instancabili sforzi per portare pace e prosperità nel tuo Paese, e – lasciacelo ricordare – per sostenere gli sforzi volti a conseguire “una conciliazione etnica con mezzi pacifici”.

Tu hai affermato che ci sono istigazioni alla violenza “da entrambe le parti”. Ci può essere del vero in quanto dici, ma manca completamente la percezione della differenza di scala, delle proporzioni.

Siamo consapevoli che non hai un potere incontrastato nel tuo Paese, Myanmar, e non puoi dare ordine che sia messo in atto un nuovo approccio alla pace nello stato di Rakhine. Tuttavia una catastrofe umanitaria richiede di mettere da parte la politica. Come tu stessa hai affermato, pensieri e parole possono fare la differenza. Dunque facci sapere quali sono i tuoi pensieri e pronuncia le tue parole.


Inter Press Service-IPS 11 Settembre 2017
Titolo originale: Dear Nobel Laureate Aung San Suu Kyi 
Traduzione di Elena Camino per il Centro Studi Sereno Regis

1 commento
  1. Rosa Dalmiglio
    Rosa Dalmiglio dice:

    ho ricevuto un invito da Tawakkol Karman. giornalista Yemenita Premio Nobel per la Pace 2011 (domani 2 Ottobre 2017 parlerà nella sede UNESCO a Parigi ore 18) a firmare la lettera scritta da 6 donne Premio Nobel per la Pace, indirizzata a: Aung San Suu Kyi, una bellissima iniziativa alla quale ho aderito.
    mi congratulo con Farhana Haque Rahman, condivido anche la sua lettera
    forse è davvero iniziata la SHE-ERA

    Rispondi

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