Una terra bagnata dal sangue. Oscar Romero e i martiri di El Salvador | Segnalazione redazionale

Anselmo Palini, Una terra bagnata dal sangue. Oscar Romero e i martiri di El Salvador, Paoline, Cinisello Balsamo (MI) 2017, pp. 219, € 16,00

Nel centro di San Salvador, capitale del più piccolo paese dell’America Latina, si trova il Monumento alla Memoria e alla Verità: un muro di granito di settanta metri di lunghezza e tre di altezza, con incisi i nomi di oltre trentamila vittime della repressione. Vi è anche l’elenco dei massacri perpetrati dai militari e dagli squadroni della morte. Un numero di vittime enorme, peraltro parziale, che racconta come la storia recente di El Salvador sia stata caratterizzata da una lunga catena di odio e di violenze nei confronti dei più deboli e di quanti si sono impegnati per la giustizia sociale e per il rispetto dei diritti umani: uomini, donne, bambini, sacerdoti e laici, campesiños e insegnanti, leader politici e sindacali – torturati, assassinati o fatti scomparire da un regime che si dichiarava cristiano e affermava di lottare contro la sovversione.

Anselmo Palini presenta la vicenda di alcuni di questi martiri. Tra gli altri, oltre a monsignor Oscar Romero: Octavio Ortíz, attivo nella formazione spirituale dei giovani, e quattro dei suoi ragazzi; Rutilio Grande, il primo assassinato durante l’episcopato di monsignor Romero, particolarmente vicino ai campesiños; Marianella García Villas, presidente della Commissione per i diritti umani; Ignacio Ellacuria e cinque padri gesuiti dell’Università Centroamericana, insieme a due donne laiche che lavoravano presso di loro; quattro religiose nordamericane, impegnate in attività di promozione umana e evangelizzazione.

Viene ricostruito anche uno dei più tragici massacri perpetrati dai militari, quello di El Mozote. Storie che intendono rappresentare tutte le vittime, per lo più anonime, della dittatura che fino ai primi anni Novanta ha fatto di El Salvador una terra bagnata dal sangue.

Questi martiri ci propongono un nuovo modello di santità, caratterizzato dall’impegno per un mondo più giusto e fraterno. Come scrive nella Postfazione di questo libro padre Vicente Chopin: «Ci sono morti che generano speranza, come la morte dei profeti e quella dei martiri. Essa restituisce dignità alla vittima. Il sangue dei martiri è stato sparso, ha fecondato la terra, e quindi viene il momento della raccolta. Possiamo assistere ora alla magnifica opportunità di rifondare la Chiesa salvadoregna a partire dal sangue dei martiri. Possiamo avviarci ora verso una nuova primavera evangelizzatrice che si formi sul loro esempio e sulla loro eredità».

Infatti, sebbene sia ancora una terra attanagliata dalla violenza, oggi El Salvador è anche e soprattutto altro. Ha il volto di quanti, con il loro impegno quotidiano, fanno sì che monsignor Romero e i tanti martiri non si riducano a una fotografia da esporre nelle chiese o a un’immaginetta da tenere in tasca, ma siano una voce da ascoltare e una testimonianza da imitare.

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