La rivoluzione delle sessualità | Johan Galtung & Antonio C. S. Rosa

Antonio C. S. Rosa, Johan Galtung

Si può dire che anche la rivoluzione delle sessualità, come la rivoluzione femminista, abbia avuto origine in USA. Le due sono correlate. C’è una storia lunga, penosa. A partire dall’uso e abuso delle donne, anche nel matrimonio, solo per la soddisfazione sessuale maschile, tuttora in corso. Fino a un risveglio, al rendersi conto che c’è una sessualità femminile, magari un po’ diversa, magari con vari orgasmi anziché uno prorompente.

Kinsey ha avuto un ruolo importante. Molto solido, molto empirico, vasto, esauriente, avversato da qualche chiesa e senz’altro da qualche patriarca. Ma ha prevalso la scienza.

Prima, a un’altra metà dell’umanità, proprio “l’altra metà” nel senso inglese di ceto inferiore,era stata accordata un’altra sessualità, ma grezza, brutale, essendo lo stupro la sua espressione oltre i confini di classe e razza. I mariti bianchi del ceto medio-alto vissero per secoli con donne asessuate la cui virtù era minacciata dai maschi di ceto/razza inferiore, con il timore assillante che le proprie mogli potessero effettivamente volerlo. Mentre loro stessi erano dediti allo stupro, costringevano le mogli alla sottomissione sessuale, e legalmente, anzi protetti dalla Bibbia (Corinti 4:34-35).

Gli ultimi decenni hanno livellato il concetto di sessualità attraverso i confini di genere, classe e razza fino a intendere una sola umanità nella sessualità, con diritti all’[auto]realizzazione e doveri di solidarietà, compassione, considerazione. Al tempo stesso, si sono agevolati i passi da una consapevolezza di una sessualità femminile in certo modo diversa ma vibrante – in senso letterale – ad altre sessualità, addirittura LGBTQI – lesbica/gay, omo-, bi-, trans-sessuale, queer, intersex, e a idee di maschio-femmina come yin-yang della sessualità, con articolazioni solo maschili, solo femminili, né maschili né femminili, sia maschili sia femminili.

L’intero paesaggio sessuale è diventato più vario. S’è ampliata l’idea di ciò che è normale e naturale. Senza dubbio ci hanno influito molto una tolleranza, mobilità, parità sociale, di genere, classe e razza in aumento. E così è valso per il passo da una sessualità a più, al plurale. Lesbica, gay, bisessuale, transessuale, queer, intersex, etero.

Un inizio davvero simbolico: i moti – ovvero la rivolta/ribellione – di Stonewall, una serie di violente dimostrazioni spontanee da parte di membri della comunità gay contro un’incursione della polizia che ebbe luogo di primo mattino il 28 giugno 1969 alla Stonewall Inn, un locale gay sito nel Greenwich Village, New York City. Rivolta per lo più considerata l’avvenimento più importante per la costituzione del movimento di liberazione gay e la lotta moderna per i diritti LGBT negli Stati Uniti e nel mondo (Wikipedia).

La rivoluzione delle sessualità

By Rhododendrites – Own work, CC BY-SA 4.0, Link

La Giornata Internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia

L’omosessualità maschile era la norma nell’Antica Grecia dove i maschi si ritenevano bisessuali in età matura e omosessuali in gioventù — con rapporti sessuali e affettivi con uomini più anziani, i loro mentori. Platone, Socrate, Aristotele, Alessandro Magno sono giusto i più famosi esempi citati di una società che scelse una moralità ben differente dalla nostra. Le donne erano solo per la procreazione, non per divertirsi. La bellezza e la grazia dei corpi maschili erano immortalate nelle sculture greche, nei dipinti, nella letteratura. L’indicibile vizio dei greci, come definito dagli studiosi puritani britannici tale amore fra uomini. In quanto alle donne: agli antipodi, senza vita sociale.

Ed ecco entrare in campo la cultura contemporanea Mosuo nelle province cinesi dello Yunnan e del Sichuan, vicino al Tibet. Che presenta una società matriarcale dove i maschi sono usati esclusivamente per la procreazione in segrete visite notturne. Gli uomini sono segregati in loro abitazioni specifiche e dipendono in tutto e per tutto dalle donne. Come noto, passano il tempo fumando e aspettando di essere scelti. Lì non si parla di amore o di rapporti monogamici. Le donne fanno tutto il lavoro, allevano i figli, reggono tutto, e si scelgono i compagni notturni. E gli uomini: agli antipodi, senza vita sociale.

Poi ecco la cultura occidentale con le religioni abramitiche (giudaismo, cristianesimo, islam), che avvalorano la pratica e il comportamento eterosessuale, la procreazione e la famiglia. L’omosessualità è ritenuta contro natura, un crimine, una malattia, un peccato mortale, socialmente vituperato con l’ostracismo, immorale, perfino letale. Alcune società condannano ancora oggi a morte gli omosessuali, come Hitler e i fascisti li recludevano in campi di concentramento; l’omosessualità sia maschile sia femminile sono state inaccettabili religiosamente, legalmente, socialmente, moralmente, e dal punto di vista medico. E allora diventa socialmente accettabile, perfino incoraggiato angariare i presunti omosessuali.

Dal dibattito è assente una ricerca seria e non sugli omosessuali in quanto tali nella storia, nei ruoli guida, nella scienza, letteratura, religione & spiritualità, per esempio. Sì, perché ne conosciamo il contributo ad attività neutrali rispetto alle sessualità, come le arti figurative, la musica, il teatro, la danza, l’alta moda. Pregiudizio significa giudizio a priori, e ingenera razzismo, omofobia, sessismo, etnocentrismo, fra altre deviazioni sociali e personali.

Stereotipo: Alan Turing, l’uomo che infranse il codice nazista Enigma, era omosessuale. È in lungo e in largo considerato il padre della scienza dei computer e dell’intelligenza artificiale e gli si attribuisce il merito di aver contribuito ad abbreviare di qualche anno il corso della 2^ guerra mondiale. Eppure, “Nonostante le sue conquiste intellettive, nel 1952 fu processato per omosessualità, allora illegale in Inghilterra. Per evitare la prigione, Turing accettò di ricevere per un anno iniezioni di estrogeni, mirate a ridurgli la libido in un procedimento noto come castrazione chimica. Di seguito morì d’avvelenamento da cianuro a 41 anni – un’inchiesta giudiziaria emise il verdetto di suicidio.” (The Telegraph, 23 dic. 2013)

Prototipi: Leo Varadkar, primo ministro d’Irlanda e figlio di immigrati indiani, è gay. Jóhanna Sigurdardóttir è stata la prima premier d’Islanda dichiaratamente lesbica. Ana Brnabic è la prima premier gay di Serbia. L’AD Apple Computers Tim Cook ha rivelato di essere omosessuale. La celebre conduttrice di dibattiti TV Ellen Degeneres si è dichiarata lesbica pubblicamente all’Oprah Winfrey Show. Il difensore Michael Sam è stato il primo giocatore dichiaratamente gay della Lega Nazionale di Football [USA]. My-King Johnson è la prima recluta giovanile dichiaratamente gay del football universitario di serie A. Chiaramente non si possono enumerare quelli che restano appartati.

Il punto non è i (de)meriti di una data sessualità ma il riconoscere che moralità, moralisti, moralismi, norme societarie, costumanze e leggi variano secondo il tempo, il luogo e le circostanze. Le religioni occidentali sono una forza importante ma gli stati in guerra hanno anche bisogno di figli per sostituire quelli che muoiono in battaglia. Sicché, hanno bisogno di azioni/comportamenti eterosessuali anche se con cittadini non eterosessuali; che si adeguano per evitare punizioni, o l’inferno, o entrambi. Quindi gli omosessuali o sposavano qualcuna(o) di sesso opposto o finivano in qualche monastero — per diventare poi dei pedofili, come la storia ci mostra oggi in abbondanza. Le strutture sociali, non le sessualità, sono il problema.

Queste costruzioni mentali sono quelle che determinano che cosa – chi ha ragione/torto. Non è qualcosa d’intrinseco nel comportamento, non soggettivo [naturale, innato], bensì un oggetto dei fattori suddetti [specifici a livello culturale & strutturale]. Come per il caso dell’aborto, imposto alla popolazione nelle società patriarcali. In breve: Controllo Sociale.

È un fatto che la sessualità, quasi come il colore della pelle, degli occhi o dei capelli, è innata; ci si nasce. Possono esserci casi in cui si cambia la sessualità da etero- a omo- o viceversa ma questi sono eccezioni. Come i transessuali, che decidono di cambiare la forma dei propri genitali da adulti.

L’omosessualità può definirsi come l’inclinazione ad amare qualcuno dello stesso genere. Non si può scegliere, allo stesso modo che non si può scegliere di farsi piacere il tè o il caffè, l’agro o il dolce: semplicemente avviene, naturalmente, non attraverso un processo decisionale. La sessualità non è una scelta, una preferenza o uno stile di vita; è un’imposizione della natura come i tratti della personalità quali la tendenza alla musica, all’ingegneria, agli sport, alla scrittura, e così via. Domande per eterosessuali contrari all’omosessualità: hai scelto tu la tua sessualità? O hai solo seguito il cuore? Sapresti cambiarla a piacere o magari anche per imposizione?

Culture e società patriarcali esigono che i maschi competano per le femmine, il territorio, la dominanza, la superiorità; nella vita, in battaglia, negli sport, in ambienti privati e sociali. Un uomo non deve amare un altro uomo salvo che sia un famigliare o un amico intimo. Non si devono amare i propri avversari. Fra donne le regole sono più blande; esse hanno più libertà d’esprimere l’affetto.

I greci definivano l’amore nei suoi tre aspetti: Agape, amore incondizionato love; Philia, amore fraterno; ed Eros, amore erotico o romantico. All’opposto dell’amore c’è la Phobia, quella che un maschio deve provare verso un altro maschio — non biologica ma sociale, morale.

Purtroppo si confonde generalmente il sesso con l’amore, sia in letteratura sia nella realtà. Il sesso è un piacere effimero dei genitali — di qualunque specie. L’amore è emozione, energia, sinergia fra due esseri umani. Amore e sesso sono complemento reciproco ma non si sostituiscono l’un l’altro, essendo di natura squisitamente differente. Quindi amore, affetto, fascino affettivo, lealtà e impegno/dedizione trascendono l’aspetto della sessualità e sono presenti in qualunque unione fra due persone che si amino reciprocamente, omo- o eterosessuali che siano. I bisessuali godono del meglio dei due mondi.

In età avanzata desiderio e rapporto sessuale tendono a svanire e diventare non importanti. Non così per l’amore! Il punto sta nel senso di realizzazione, felicità, amicizia, socievolezza, calore umano, rispetto, complicità, devozione — ciò che ci rende umani. Amare senza costrizioni artificiali, al di sopra dei cosiddetti animali inferiori che rispondono a null’altro che un’eccitazione sessuale istintiva.

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Paesi che permettono unioni omosessuali nel mondo:

Argentina (2010)

Danimarca (2012)

Groenlandia (2015)

Nuova Zelanda (2013)

Spagna (2005)

Belgio (2003)

England / Galles (2013)

Islanda (2010)

Norvegia (2009)

Svezia (2009)

Brasile (2013)

Finlandia (2015)

Irlanda (2015)

Portogallo (2010)

Stati Uniti (2015)

Canada (2005)

Francia (2013)

Lussemburgo (2014)

Scozia (2014)

Uruguay (2013)

Colombia (2016)

Germania (2017)

Paesi Bassi (2000)

Sud Africa (2006)

Italia (2016) ndt

Paesi dov’è legale il matrimonio omosessuale in alcune giurisdizioni:

Mexico (2009)

 

Prego dare uno sguardo a: The Great Queers of History (I grandi queer della storia).


#490 – Johan Galtung & Antonio C. S. Rosa | TMS

Traduzione di Miki Lanza per il Centro Studi Sereno Regis


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