L’attivismo Civico Globale nel corso di un cambiamento continuo | a cura di Richard Youngs

Degli studi sui casi di otto paesi (a cura di Youssef Cherif, Hafsa Halawa, Vijayan MJ, Adams Oloo, Natalia Shapovalova, Janjira Sombatpoonsiri, Marisa von Bülow, Özge Zihnio?lu) mostrano come l’attivismo civico nel mondo si stia evolvendo e rivelano delle tematiche trasversali rilevanti per il futuro del sostegno della società civile.

Introduzione

Importanti cambiamenti sembrano essere avviati nella società civile mondiale. Le organizzazioni della società civile sono state oggetto di numerose critiche e dubbi nel corso degli ultimi dieci anni, dopo aver goduto di un’enorme espansione e di attenzione intensificata nei vari mondi in sviluppo e post-comunisti degli anni ’90. Osservatori e analisti influenti di molti settori deprecano un’attenzione preminente alle organizzazioni non governative in stile occidentale (ONG). Essi sostengono che questi gruppi sembrano sempre più inefficaci, stanchi e avulsi- “creazioni artificiali” spesso alimentate da sostenitori stranieri che mancano di effettivi elettorati in loco e della capacità di sostentarsi localmente.

Alcune di questi critici asseriscono che vari movimenti di cittadini con una base ampia stanno iniziando a rinvigorire la sfera civica, con nuove forme dinamiche e fluide di organizzazione civica che stanno iniziando ad acquisire una presenza significativa nei dibattiti politici e sociali. L’ascesa di tali gruppi pare rispecchiare una determinazione dei cittadini di tutto il mondo di chiedere conto ai loro governi. I cittadini appaiono meno tolleranti riguardo al nepotismo e la corruzione e si stanno mobilitando in molte tipologie di campagne per premere sulle élites dedite ai propri interessi. La gente ha anche iniziato a organizzarsi in comunità e quartieri locali in cerca di decisioni più giuste riguardo a questioni pratiche quotidiane. In più, le tecnologie dell’informazione e della comunicazione stanno generando cambiamenti fondamentali nelle strutture dellorganizzazione sociale – dal punto di vista di alcuni osservatori ottimistici, questo sta contribuendo a sviluppare, un’assunzione di potere civico apparentemente inesorabile.

Si è radicato ciò che alcuni analisti definiscono come una nuova politica controversa. Questo non è riservato a particolari regioni e tipi di regime, ma è sempre più globale. Proteste ad ampia scala sono esplose in varie decine di stati in ogni regione. Molte di queste sembrano essere emerse con un certo grado di spontaneità, coinvolgendo decine di migliaia di cittadini che in precedenza non erano attivi politicamente. La loro partecipazione è tale da aver tramutato queste proteste in una caratteristica specifica della politica moderna.

Le rivolte inglobano una serie di cause. Alcune riguardano la rivoluzione democratica, alcune il neoliberalismo e la globalizzazione, altre specifici casi di corruzione e altre ancora delle questioni locali. Se le loro motivazioni-guida differenti, lo sono anche i loro risultati. Alcune delle nuove mobilitazioni civiche hanno spodestato regimi; alcune hanno ottenuto maggiori concessioni da governi in carica; altre hanno fallito nei loro obiettivi dichiarati.

Data questa differenziazione, è necessario comprendere l’attivismo civico in un senso ampio che include le attività di organizzazioni formali come ONG professionali, enti sociali civili costituiti da molto tempo / di lunga data, movimenti sociali meno strutturati e innovativi, attivisti individuali ed enti comunitari locali. Le forme emergenti di attivismo civico includono le proteste e forme di auto-organizzazione meno controverse, che comprendono sia tattiche online che quelle offline.

Mentre molti alludono ad una crescente assunzione di potere, allo stesso tempo c’è una parte più negativa riguardo le tendenze della società civile. Molti governi stanno cercando con più determinazione di schierare/mettere in campo una gamma di meccanismi progettati per neutralizzare la portata e l’impatto dell’attivismo civico. I regimi stanno imprigionando e addirittura uccidendo un maggior numero di attivisti civici. Quasi 100 governi hanno introdotto leggi che limitano la libertà di associazione e di assemblea dal 2012. In aggiunta, questi regimi stanno trovando tattiche più sottili per rendere la vita difficile alle organizzazioni della società civile. In molte parti del mondo, il principio stesso di società civile autonoma e libera è sotto assalto/attacco, e gli attivisti sono sulla difensiva.

Un grande e variegato cambiamento è in atto nella società civile globale. Per un attivismo civico, sembra essere il miglior e peggior momento allo stesso tempo. La dinamicità positiva dell’assunzione di potere e la tendenza negativa di costrizioni alla società civile sono interconnessi. I regimi stanno reagendo nervosamente alle nuove possenti forme di attivismo civico; a loro volta, visto che le restrizioni del governo mordono, gli attivisti cercano nuovi tipi di organizzazione civica per sopravanzare il tentativo repressivo dei regimi.

Nonostante ci sia un consenso diffuso sull’evoluzione in corso della società civile globale, ci sono molte incertezze riguardo a come concettualizzare al meglio questo cambiamento e il suo valore, l’impatto e i risvolti a lungo termine. Alcuni osservatori celebrano il nuovo attivismo; altri criticano l’indefinitezza non focalizzata delle sue strutture e l’imprecisione disgregatrice dei suoi obiettivi. Alcuni dipingono un’immagine di un processo di crescita civico sempre più forte; altri affermano che i governi hanno sempre più il sopravvento sulla società civile globale. Alcuni credono che stia prendendo forma un tipo sostanzialmente differente di società civile; altri ancora credono i movimenti civici ascendenti al giorno d’oggi esibiscano in realtà poche caratteristiche realmente innovative /nuove.

Per mettere in evidenza questi temi, nell’autunno del 2016, Thomas Carothers e io abbiamo varato una rete sull’attivismo civico sotto la rubrica Carnegie Endowment’s Democracy and Rule of Law Program [Programma della Fondazione Carnegie per la democrazia e la potestà della legge]. L’iniziativa ha riunito otto esperti sulle nuove forme di attivismo cittadino in Brasile, Egitto, India, Kenya, Tailandia, Tunisia, Turchia e Ucraina. Il gruppo ha partecipato a una serie assidua di incontri, eventi, ricerche sul campo e pubblicazioni per ricercare la natura del nuovo attivismo civico in paesi sviluppati selezionati e in paesi post-comunisti (con una possibile espansione per le democrazie affermate occidentali nei lavori). L’intenzione non è quella di agire come cheerleaders per tifosi dei i movimenti sociali, ma di ricercare con un atteggiamento mentale aperto che cosa comporti realmente il nuovo attivismo civico e che tipo di potenziale esso accolga in sé.

Questo rapporto inaugura questa iniziativa con un panorama di forme di attivismo civico emergenti negli otto paesi rappresentati nella Rete dell’Attivismo Civico. Gli autori trattano quali nuovi tipi di attivismo civico si stiano radicando, su quali questioni si stiano concentrando i nuovi attori civici e come essi si relazionino con le forme di società civile più antiche, specialmente le ONG di patrocinio e di fornitura di servizi.

I paesi rappresentati nella rete includono alcuni casi ad alto profilo che hanno fatto più di tutti per incoraggiare dibattiti sulla natura dell’attivismo civico. Questo include paesi con dinamiche molto contrastanti, ma anche con punti in comune generali molto utili. Ad esempio, i movimenti sociali e i contestatori sono stati abbastanza forti da privare del potere i governi di Brasile, Egitto, Tailandia, Tunisia e Ucraina. Eppure, dopo averlo fatto, forme molto differenti di attivismo si sono sviluppate in questi paesi e l’impatto sulla democrazia è cambiato significativamente nei vari casi. In altri paesi, contesti politici sempre più illiberali hanno sia portato avanti un nuovo tipo di attivismo civico localmente radicato, sia reso la vita molto difficile per alcuni attivisti. La Turchia è assiduamente citata come uno dei casi più emblematici di una politica emergente informale e controversa; eppure questo è anche un paese in cui le conquiste di questo attivismo si stanno dimostrando difficili da sostenere. Questo è vero anche per gli altri casi, peraltro diversi, dell’India e del Kenya.

Il resoconto presenta riassunti concisi sugli sviluppo della società civile in ognuno degli otto paesi. Un capitolo conclusivo estrae i punti d’interesse principali dei diversi paesi, compara i casi e riflette sulle implicazioni più ampie per la società civile globale. Esso evidenzia cinque caratteristiche cruciali della società civile emergente: (1) tendenze comuni tra i paesi opposte a qualità nazionali uniche, (2) antiche forme di attivismo opposte a quelle nuove, (3) politiche generali opposte a problemi pratici di base, (4) identità liberali opposte a quelle illiberali e (5) forme di attivismo efficaci opposte a quelle inefficaci.

Questo studio dell’attivismo civico ha delle importanti ripercussioni sia sull’evoluzione dei sistemi politici nazionali sia sulle questioni di politica estera. Non è sufficiente, al giorno d’oggi, semplicemente sollecitare le istituzioni internazionali, i poteri occidentali e le fondazioni affinché forniscano maggiore supporto. Visto che la società civile stessa è diventata un’arena così fluida e variegata dell’attività politica e sociale, chi ci tiene di più al sostegno dell’attivismo civico richiede una mappa più frazionata di come, dove e con chi dovrebbe o meno confrontarsi. Non è sufficiente parlare di una società civile globale che acquisisce o perde influenza in un senso molto generico. Viene richiesta una maggior precisione su cosa sia attualmente la società civile e come essa stia cambiando. È necessario più lavoro sui tipi di attori civici più efficaci e in sintonia con le loro società. Questa relazione mira a contribuire a questo tentativo.


Published March 17, 2017 Carnegie Europe |

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Titolo originale: Global Civic Activism in Flux
http://carnegieeurope.eu/2017/03/17/global-civic-activism-in-flux-pub-68301
Traduzione di Adina Lupastean per il Centro Studi Sereno Regis

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