aamici (cioè amici di «aam terranuova», il famoso giornale) | Cinzia Picchioni

Traggo dal sito attuale del giornale e della casa editrice «aam terranuova» qualche nota sulla storia del progetto.

Fonte: www.terranuova.it

Un mensile per cambiare se stessi e il pianeta

«40 anni di pubblicazione, 100 pagine in carta riciclata al 100%, oltre 23.000 copie mensili, 10.000 abbonati: questi sono i numeri di Terra Nuova, il mensile che dal 1977 costituisce uno strumento insostituibile di controinformazione per chi vuole cambiare in meglio la propria vita.

Gli argomenti trattati toccano ogni aspetto del nostro quotidiano: alimentazione e medicina naturale, agricoltura biologica e biodinamica, permacultura, maternità e infanzia, bioedilizia, ecovillaggi, ecoturismo, consumo critico, energie rinnovabili, nonviolenza, ricerca interiore, finanza etica e più in generale ambiente ed ecologia. Da sempre punto di riferimento del mondo del naturale e delle buone pratiche per uno stile di vita solidale e a basso impatto ambientale, Terra Nuova si è fatta promotrice già negli anni Ottanta del movimento dell’agricoltura biologica, più tardi della Rete italiana degli ecovillaggi e oggi del movimento del cohousing.

Come ulteriore approfondimento dei contenuti della rivista, Terra Nuova Edizioni pubblica un ricco e variegato catalogo di libri che a oggi conta oltre 200 titoli (per scaricare il catalogo aggiornato www.terranuovalibri.it ) e il portale www.terranuova.it.

Terra Nuova non è distribuito in edicola: si trova in vendita in oltre 1200 tra centri di alimentazione naturale, librerie specializzate, botteghe del mondo, ambulatori di medicina naturale e altre realtà che si occupano di consumo critico».

aam terranuova. Non solo un giornale

Il «vecchio» gruppo, le redazioni locali (al tempo c’era una redazione in diverse città, anche a Milano, e io facevo parte di quella) e i fondatori si sono trovati il 3 giugno u.s. a San Gimignano, presso una delle prime comunità acquariane sorta in Italia negli anni Ottanta. Ci siamo trovati per rivederci, per raccontarci, per riabbracciarci e vedere che cosa abbiamo fatto in questi anni, lontani da «aam terranuova». Il progetto è infatti andato avanti come giornale, con una nuova redazione (che tuttora lavora e lo pubblica oltreché editare libri). Fin qui la cronaca.

Ora una testimonianza «di pelle», meno formale e più emotiva (comprese le lacrime, che non si vedono ma ci sono state, soprattutto rivedendo le foto, proiettate su un lenzuolo appeso al muro, circondati da lucciole, col buio tutt’intorno).

San Gimignano, Podere Poggio alle Fonti, 4 giugno 2017

Mi ero appena svegliata, ero uscita dalla tenda, mi ero lavata e vestita nel bagno in mezzo al prato, il resto della casa dormiva. E così ho scritto, sulla scia delle emozioni ricevute anche la sera prima, quando, come in Nuovo Cinema Paradiso, avevamo proiettato su un lenzuolo appeso al muro foto storiche di manifestazioni, fiere, eventi e riunioni del movimento creatosi intorno al giornale «aam terra nuova». Il giornale esce tuttora, noi, i «vecchi» di quell’avventura indimenticabile, ci siamo ritrovati, seguendo questo invito:

e alla fine di questi giorni Massimo Molteni – il fotografo ufficiale dell’evento, nonché membro storico del gruppo legato al giornale – ha scattato, tra le altre, questa foto:

Saremo stati circa 30 persone, da molti posti d’Italia.

Ognuno ha raccontato la sua storia e dove la sua storia ha incontrato «aam terranuova».

C’era quello che ha vissuto con «la tribù» sotto un tepee (o meglio guam, nome altro della tenda indiana) e ora fa libri illustrati per bambini; c’era chi è stato tra gli iniziatori del progetto e ora fa il facilitatore, o la baby-sitter (che i bambini non li «siede» per niente, ma anzi ci gioca, come solo una nonna sa fare); c’era chi con i bambini ci giocava prima di aam terranuova e ora «gioca» con gli adulti insegnando a esprimersi col corpo; c’era chi ha fatto il cuoco macrobiotico a tutti – o quasi – i raduni «aamterranuovini» e ora «impasta» i corpi attraverso l’antica arte dello shiatsu; poi c’era chi – quasi totalmente sordo – rompeva le scatole all’università e ora continua a romperle nel mondo politico e antroposofico (sua una delle frasi koan di questa «reunion»: un docente della facoltà di Agraria che frequentava, all’ennesima “rottura di scatole” dei “perché?…” gli rispose malamente, chiedendo di leggere il labiale con attenzione: nelle università tecniche non s’impara il perché. Qua si simpara il come. Se vuole sapere il perché deve andare a Filosofia!!!) Capito? Ma il «rompiscatole» continua a farsi domande. C’era chi – dopo la lunga esperienza con il giornale ora «scrive» scie d’acqua con il remo di una gondola.

E c’era l’ospite. Tutta questa giornata un po’ amarcord e un po’ «e ora che fai?» si è svolta in un luogo meraviglioso (basti dire il nome: Poggio alle Fonti, e la località: San Gimignano!), circondato da «Vecchi lecci» (nome dell’agriturismo dove abbiamo potuto dormire): un casale in pietra era il luogo che aveva visto molte iniziative del progetto aam terranuova. Un ragazzo milanese ci si era trasferito negli anni Ottanta e continua a viverci ora con la sua famiglia. Lui è un altro di coloro che hanno reso reali e trasferito nel mondo i valori di cui si trattava nelle pagine del giornale e nelle iniziative lungo i 40 anni che si festeggiano oggi. Il primo Campo sul bioregionalismo (1988) si svolse qui, dove già anni prima il «ragazzo milanese» era «ritornato alla terra»; e il tema di quel Campo fu proprio «il ritorno alla terra». Lui c’è rimasto «sulla terra», e c’è rimasto pure uno dei suoi figli, oggi 28enne, a fare il suo stesso lavoro. Che bello! Qualcuno di noialtri pure è rimasto «sulla strada», senza «entrare in banca…» come cantava Antonello Venditti in Compagno di scuola

Scavezzacollo, un po’ «smandrappati», innovativi, rivoluzionari (ma anche nostalgici), fuori dagli schemi, allora come ora – chi più, chi meno – così mi sono sembrati (ci siamo sembrati, perché mi ci metto senz’altro anch’io). Dopo tante battaglie – o anche mentre si combatteva – ciò che a mio avviso è apparso chiaro (e la nostra presenza lì lo testimoniava) è che le cose veramente importanti sono la relazione e la comunicazione. Dall’intreccio di queste due facoltà (che guarda caso sono anche bisogni fondamentali) nasce tutto, anche un’idea straordinaria come aam terranuova.

a come agricoltura: relazione con la terra, comunicazione (tramite il lavoro) con i semi, i frutti, le foglie e gli Elementi;

a come alimentazione: relazione con i frutti della terra e comunicazione (tramite l’atto – sacro – del nutrirsi)

m come medicina: relazione paziente/medico (di qualunque tipo sia) che, tramite la comunicazione con il corpo, può far nascere (anche) un’alimentazione consapevole, che significa anche sapere come è coltivato il cibo di cui ci nutriamo. E abbiamo chiuso il cerchio: la a di agricoltura si aggancia alla m di medicina. Erano fondamentali queste tre lettere. Perché non ci sono più nel titolo del giornale?

 

1 commento
  1. angela
    angela dice:

    quanti fili si sono intrecciati in questi anni….grazie Cinzia per questa testimonianza e per sottolineare il valore della relazione e della comunicazione

    Rispondi

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