Dilemma street art – vandalismo o rinnovamento urbano? | Giulia D’Ettorre

Sin dall’antichità i graffiti sono stati testimoni della vita dell’essere umani. Dalle pitture rupestri alla street art, uomini e donne hanno usato le pareti per comunicare e per lasciare un segno del proprio passaggio nel mondo. Grazie agli studi effettuati sulle antiche pitture rupestri oggi sappiamo molte cose sulla vita e sulle abitudini dei nostri antenati; anche gli odierni graffiti possono essere intesi come una rappresentazione della nostra società.

street-art-in-italyViste con gli occhi di uno street artist, le nostre città appaiono come tele gigantesche su cui esprimere liberamente idee e messaggi. In opposizione all’interesse economico, secondo cui ogni fazzoletto di terra – o di muro – è una risorsa da cui trarre profitto, gli street artist rivendicano le superfici abbandonate e dimenticate, o svendute per un affisso pubblicitario.

Si svincolano dai regolamenti, attraversando il confine della legalità. Mentre nel mondo convenzionale un’opera d’arte può essere venduta per milioni, questi artisti espongono i propri lavori gratuitamente.

A dispetto dell’immobilità che caratterizza le opere di street art – se vuoi vedere un murales devi andare là dove è stato fatto – , l’avvento della tecnologia ha fatto sì che alcune di esse diventassero delle vere e proprie icone.

Le opere di artisti come Bansky, Blue e Shepard Fairey (Obey) sono riconosciute e apprezzate ovunque. Questo non fa che inasprire il dibattito sulla più controversa tra le forme d’arte: la street art è reato o arte? Vandalismo o rinnovamento urbano?

A queste domande non c’è una risposta, forse perché è difficile tracciare la linea tra giusto e sbagliato.

Un logo colorato su un muro può non dispiacerci, soprattutto se rallegra una di quelle aree dismesse lungo la ferrovia; ma se il graffito ricopre il treno, magari oscurando anche il finestrino da cui vorremmo guardare fuori, allora probabilmente siamo meno accondiscendenti.

L’amministrazione della città di San Paolo in Brasile ha di recente attuato nuove misure per “ripulire” la città. Con l’intenzione di rinnovare il paesaggio urbano, alcuni dei muri coperti da graffiti colorati sono diventati grigi e tristi.

Pare che il neo-eletto sindaco, João Doria, abbia fatto ridipingere completamente alcuni di questi muri, dichiarando in un’intervista che “la città è sporca, trascurata e piena di scritte sui muri.”

Al di là dell’atteggiamento pomposo del sindaco nel promuovere il progetto “Cidade Linda” come una priorità della sua amminstrazione, le reazioni dei cittadini sono state svariate. Alcuni appoggiano pienamente l’iniziativa, mentre altri pensano che i murales siano una forma espressiva, nonché un segno cìche contraddistingue la città.

Tra i tanti graffiti cancellati dalla nuova giunta, ce n’è uno che era stato commissionato dalla precedente. Nel tentativo di raccogliere consenso tra gli oppositori del progetto di pulizia, l’amministrazione Doria ha identificato alcune aree cittadine designate come spazi legali per graffiti. In altre parole, la pittura su muro è permessa solo entro certi limiti decisi dal sindaco, il che non è esattamente in linea con lo spirito della street art.

Non solo le istituzioni però si dimostrano incapaci di rapportarsi in modo costruttivo con il mondo della street art: anche il mondo dell’arte tradizionale sembra avere qualche difficoltà. Nel 2016 la città di Bologna ha ospitato un’esposizione temporanea di street art: appena pochi mesi dopo la stessa amministrazione ha lanciato un programma di pulizia dei muri “sporchi” della città.

Il paradosso dell’esposizione è che tutte le opere hanno dovuto essere rimosse dalla collocazione originale. Il permesso per la rimozione è stato chiesto in genere al proprietario del muro e non all’autore del murale. Blue, artista tra i più famosi al mondo, ha criticato pubblicamente l’iniziativa e ha cercato di cancellare tutti i suoi graffiti prima che fossero asportati.

L’essenza della street art è nel trasgredire le regole e rifuggire il convenzionale. Cercare di rinchiuderla in un museo è un controsenso che rinnegherebbe la sua caratteristica essenziale.


Human Wrongs WatchBy GIULIA D’ETTORRE*, Wall Street International

Titolo originale: Street Art Controversy – Crime or Urban Renovation?
Traduzione di Fabio Poletto per il Centro Studi Sereno Regis

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