Questo villaggio – modello in Tamilnadu fa vergognare il Governo Indiano


Kuthambakkam_school


Siete stanchi di sentir raccontare sempre i soliti problemi, senza mai una soluzione in vista? Allora leggete il caso del ‘Villaggio Modello’ di Kuthambakkam, un esempio piacevole e incoraggiante di trasformazione sociale, economica e politica che è il risultato della tenacia, della dedizione e del senso di appartenenza che esiste all’interno di questa comunità sotto la guida di Rangasamy Elango, un giovane Dalit che è il capo dell’Assemblea ( Gram Panchayat)1 in questo villaggio nel Distretto di Thiruvallur, a circa 30 km da Chennai2.

elanghoNel 1996 Elango tornò nel suo villaggio per costruire delle ‘economie della permanenza’ liberando e valorizzando le potenzialità degli abitanti. Elango, che di professione faceva l’ingegnere chimico, credeva nell’idea del Panchayati Raj, nella possibilità cioè dei villaggi rurali dell’India di auto-governarsi, ed è riuscito a dimostrarlo, non solo nel suo villaggio, ma anche in un gruppo di altri villaggi circostanti: questa può essere la strada per sviluppare unità di auto-governo decentrate.

Quali successi ha ottenuto Kuthambakkam?

Self-Reliance- la capacità di contare sulle proprie forze

Ora la gente vede i benefici di trasformare localmente i prodotti agricoli, conseguendo l’auto-sufficienza economica, mantenendo orgoglio e dignità. Elango afferma che “siamo abituati a pensare a noi stessi come consumatori di prodotti finiti, ma non c’è ragione che ci impedisca di acquistare prodotti non lavorati, o di trasformare noi stessi le materie prime. In questa prospettiva, si possono eliminare gli intermediari e contemporaneamente si possono creare nuove attività economiche”.

Conservazione ecologica

Gli abitanti del villaggio ‘modello’ sono molto rispettosi dell’ambiente, e utilizzano sistemi amichevoli di coesistenza con l’ambiente: riciclano i rifiuti, utilizzano fonti di energia rinnovabile, utilizzano sistemi di raccolta dell’acqua. L’illuminazione del villaggio è fornita dall’energia solare.

L’ educazione

Ogni bambino a Kuthambakkam va a scuola. Ogni membro della comunità è impegnato in iniziative (gruppi di lavoro, corsi di formazione) sui vari progetti in corso: allevamento di animali, tecnologie per la raccolta e conservazione dell’acqua, produzione di sapone, estrazione dell’olio dalle arachidi, ecc. Tutti vengono coinvolti, e il processo di apprendimento favorisce l’aumento della partecipazione dei membri in questo esercizio di costruzione della comunità.

Zona di libero scambio

Soddisfatto dai risultati ottenuti con il sistema della mutua dipendenza e dal clima di fiducia, Elango iniziò ad avviare dei contatti con altri leaders di Panchayat nel Tamil Nadu, allo scopo di creare gruppi di villaggi disposti a intraprendere le loro attività seguendo il modello di auto- sostegno: ha così fondato una ‘Panchayat Academy’ che comprende ora 700 leaders delle Assemblee di villaggio. Se in un villaggio manca una certa risorsa, riceverà aiuto da un altro villaggio del gruppo, e viceversa.

Integrazione tramite le ‘abitazioni –gemelle’

In un luogo in cui più del 50% della popolazione apparteneva ai Dalit3, ed era fortemente discriminata, Elango si impegnò per far costruire 50 doppie case, all’interno di una zona che fu chiamata “spazio per l’uguaglianza”, in cui ciascuna doppia casa era abitata rispettivamente da un famiglia Dalit e da una non Dalit. Un esempio che fu seguito poi anche dal Governo del Tamilnadu.


Kuthambakkam_elango


Titolo originale: This Model Village in Tamil Nadu Puts the Indian Government to Shame
http://devikanam98.wordpress.com/2016/09/07/this-model-village-in-tamil-nadu-puts-the-indian-government-to-shame/
Traduzione e sintesi di Elena Camino per il Centro Studi Sereno Regis


1 Pachajat Raj: sistema tradizionale di auto-governo dei villaggi in India. Gandhi lo segnalava come possibile base per un governo decentralizzato, in cui ogni villaggio avrebbe potuto sviluppare autonomia e responsabilità.

2 Chennai è la capitale del Tamilnadu, uno Stato del sud dell’India

3 Dalit (“gli oppressi”): la fascia sociale più svantaggiata.

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.