«Finché non saremo liberi. Iran, la mia lotta per i diritti umani» | Recensione di Dario Cambiano


cop_shirin-ebadi-finche-non-saremo-liberi-iran-la-mia-lotta-per-i-diritti-umaniShirin Ebadi, «Finché non saremo liberi. Iran, la mia lotta per i diritti umani», Bompiani Overlook, Milano 2016, pp. 250, € 18,00

Il premio Nobel per la pace si racconta. E lo fa in modo accorato, appassionato, drammatico. Del resto, vivere in Iran cercando di far rispettare i diritti civili è un dramma. La Ebadi è donna di tempra, ed emerge nel libro. Ma certo non si resta indifferenti alla quantità di soprusi, vessazioni, minacce, violenze che lei e i suoi accoliti hanno dovuto subire.

Un libro, tuttavia, che non va molto oltre la biografia «in progress». Lo spazio per le riflessioni è divorato dall’incalzare degli avvenimenti, dalla perenne tensione che permea il libro: la paura degli arresti, la pena per gli arrestati, l’esilio, la litania pietosa dei tentativi di mantenersi in contatto.

Una lettura che ci sbatte in faccia il nostro irrimediabile essere «in salvo». Ce la sappiamo meritare, la nostra pacifica democrazia?

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