Donne che fomentano disordini… o forti donne nonviolente?

Elena Camino

kalpavriksAshish Kithari è uno scrittore indiano, fondatore e membro di Kalpavriksh, una organizzazione no-profit impegnata su tematiche ambientali. Un suo recente libro, “Churning the Earth: The Making of Global India” scritto insieme a Aseem Shrivastava (2012) illustra con una ricchissima documentazione il drammatico degrado socio-ambientale dell’India che consegue ai programmi neo-liberisti del governo in carica.

Attualmente Ashish è impegnato, insieme a una rete ‘globale’ di persone, a riflettere sulla “Democrazia Ecologica Radicale” (Radical Ecological Democracy: RED) come alternativa alla globalizzazione economica.

Mi sono iscritta di recente alla rete RED, e ricevo quasi quotidianamente notizie di iniziative, eventi, proteste, successi, sconfitte che riguardano le nostre relazioni con gli ‘eco-socio-sistemi’- in altre parole, con le terre, le foreste, i fiumi, i mari dai quali le comunità umane traggono di che vivere, e che sempre più sono sottratti alle popolazioni per fare spazio a miniere, dighe, impianti petroliferi, autostrade ecc.

Qualche giorno fa ha attirato la mia attenzione il commento con cui Ashish accompagnava una notizia che stava segnalando alla rete RED: “Il ridicolo di cui si copre il potere consolidato è dappertutto… e come potete leggere qui sotto, ci offre una bella opportunità di dimostrare la sua stupidità, e di stabilire – o ri-stabilire, libertà di parola e diritto al dissenso, com’è successo nel caso di Greenpeace India (che il governo indiano ha cercato di far chiudere, ma di cui la Corte ha riaffermato il diritto al dissenso)”.

Ashish si stava riferendo alla denuncia del procuratore di Stato del Nord Dakota contro la giornalista Amy Goodman. Ma – come leggerete – non si tratta solo di Amy: anche di Deia, di Sharleine…

amy_goodman_studio_shotAmy Goodman

Ecco la notizia riferita da Ashish: il Procuratore del Nord Dakota ha cercato di denunciare la pluripremiata giornalista Amy Goodman1 di partecipazione a una rivolta, per aver filmato un attacco compiuto ai danni di un gruppo di dimostranti guidati da Nativi Americani che protestavano contro la posa dell’oleodotto Dakota Access. Il 3 settembre la troupe di Democracy Now! aveva filmato le guardie di sicurezza che lavorano per la compagnia mentre attaccavano i dimostranti. Il filmato faceva vedere le guardie che incitavano i cani e usavano spray al pepe, e riprendeva persone con segni di morsi, e un cane con del sangue che colava dalla bocca e dal naso.

Amy Goodman ha ricevuto una denuncia penale e contro di lei è stato emesso un mandato di arresto con l’accusa di violazione di domicilio. L’accusa è stata poi modificata, e la giornalista è stata denunciata per aver provocato disordini. Il sito di “Democracy now” presenta foto e video dell’evento.

La giornalista nega di aver superato i confini della proprietà della Compagnia, e nega di aver fomentato disordini: “stavo solo facendo il mio mestiere di giornalista, e documentavo un violento attacco contro un gruppo di Nativi Americani che protestavano”.

Il Comitato per la protezione dei giornalisti (CPJ) ha preso le sue difese:

Questa minaccia di arresto è un chiaro tentativo di intimidazione nei confronti dei giornalisti, allo scopo di dissuaderli dal documentare proteste di significativo pubblico interesse. Le Autorità del Nord Dakota dovrebbero smettere di mettersi in situazioni imbarazzanti, e dovrebbero lasciar cadere le accuse contro Amy Goodman, e assicurare che tutti i giornalisti siano liberi di svolgere il loro lavoro” Così si è espresso Carlos Lauría, coordinatore per le Americhe del CPJ (12 settembre 2016).

Il 17 ottobre la denuncia è stata ritirata per mancanza di prove. Il progetto di oleodotto da mesi è oggetto di proteste da parte della tribù Sioux di Standing Rock, e membri di più di altre 100 tribù sono confluiti qui dal Canada, dagli USA e dall’America Latina per appoggiare la protesta.

Le denunce portate contro la Goodman hanno accresciuto la consapevolezza del pubblico sulla questione dell’oleodotto Dakota Access e sulle proteste in atto.

deia-schlosbergDeia Schlosberg

La documentarista e giornalista Deia Schlosberg2 è stata arrestata e accusata di reati che comportano una pena massima enorme: fino a 45 anni di carcere! Si tratta di un brutto segno di prepotenza nei suoi confronti: Deia aveva semplicemente documentato le proteste in atto da parte di popolazioni indigene contro delle infrastrutture di combustibili fossili. Dela Schlosberg è stata arresatata a Walhalla, nel Nord Dakota, mentre filmava degli attivisti che protestavano contro un oleodotto destinato a trasportare il petrolio grezzo estratto dalle sabbie bituminose. I dimostranti fanno parte di una azione di solidarietà nazionale organizzata dai Gruppi contrari all’ Oleodotto Dakota Access Pipeline.

Alla documentarista è stato negato di chiamare un avvocato per 48 ore, come ha riferito il suo collega Josh Fox in un articolo su Nation, e le scene che ha ripreso sono state sequestrate dalla polizia.

La Schlosberg è stata poi denunciata per tre reati, come segnala l’Huffington Post: cospirazione volta a furto di proprietà, cospirazione per furto di servizi e cospirazione con l’intento di manomettere o danneggiare un servizio pubblico. I tre reati insieme prevedono un massimo di 45 anni di carcere.

Il suo collega Fox ha dichiarato all’Huffington Post che a suo parere il Dipartimento dello sceriffo della Contea di Pembina ha violato il Primo Emendamento: “è un fatto terribilmente inquietante, ma Deia non è sola” ha osservato Fox con un commento su Nation. “L’arresto di giornalisti, film-makers, e altri che riferiscono e testimoniano le proteste dei cittadini contro le infrastrutture destinate ai combustibili fossili, proprio mentre il dibattito sul cambiamento climatico è in atto – fa parte di un processo crescente e preoccupante”.

shailene-woodley-oil-pipelineShailene Woodley

Nel frattempo – nei giorni scorsi – è stata arrestata Shailene Woodley3 mentre stava partecipando in live-streaming a una preghiera collettiva presso l’area di scavo del nuovo oleodotto Dakota Access. E’ stata isolata perché – così le ha detto la polizia – essendo molto conosciuta era in quel momento seguita da 40000 persone sulla sua pagina Facebook.(E’ stata poi rilasciata in serata).

Secondo Fox, il giornalismo non è un crimine, ma una responsabilità. E le azioni compiute dalla Forza di Polizia del Nord Nakota non sono solo una violazione del trattato sul clima, ma anche della costituzione.

I sostenitori dell’attrice hanno fatto circolare una petizione rivolta alle autorità dello Stato del Nord Dakota perché vengano ritirate le accuse rivolte a Schlosberg, Goodman, e ad altri giornalisti arrestati mentre documentavano le proteste contro l’oleodotto Dakota Access.

Neil Young, Mark Ruffalo, Daryl Hannah, e altre celebrità hanno firmato una lettera aperta indirizzata al Presidente Barack Obama e al Governatore del Nord Dakota, chiedendo loro di intervenire.

Queste accuse sono sleali, ingiuste e illegali” – si legge nella lettera. E Fox ricorda che giornalisti sono stati di recente arrestati non solo per questioni che riguardano il cambiamento climatico, ma anche se scrivevano sul movimento Black Lives Matter, o se documentavano azioni del movimento per i diritti dei Nativi, o se informavano il pubblico di molte altre situazioni che i media allineati non segnalano. “Sono a rischio il Primo Emendamento e la Costituzione: così rischiamo di perdere l’America4”.

E in Italia?

Qualcuno potrebbe citare situazioni analoghe a casa nostra, e fare il nome di donne che – a seconda dei punti di vista – fomentano disordini oppure oppongono una tranquilla forza nonviolenta… Delle nostre parti mi vengono in mente figure di donne meno famose delle giornaliste e delle attrici americane, ma almeno altrettanto decise. E simili sono le imputazioni in relazione alle azioni commesse, e le loro implicazioni sociali.

E’ questa somiglianza che mi ha attirata, come dicevo all’inizio, quando ho letto il commento di Ashish, che qui ripeto: Il ridicolo di cui si copre il potere consolidato è dappertutto… e … ci offre una bella opportunità di dimostrare la sua stupidità, e di stabilire – o ri-stabilire, libertà di parola e diritto al dissenso.


NOTE

1 La Goodman ha ricevuto numerosi premi, tra cui il Right Livelihood Award nel 2008 e, nel 2012, il Gandhi Peace Award per “il significativo contributo alla promozione di una pace duratura”

2 Deia Schlosberg è una produttrice e realizzatrice di film in USA. Ha ricevuto due riconoscimenti Student Emmys.

3 Una giovane attrice statunitense, nota principalmente per il ruolo di Amy Juergens nella serie tv ‘La vita segreta di una teenager americana’ (2008-2013)

4 Il Primo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti garantisce la terzietà della legge rispetto al culto della religione e il suo libero esercizio, nonché la libertà di parola e stampa; il diritto di riunirsi pacificamente; e il diritto di appellarsi al governo per correggere i torti.

2 commenti
  1. Rosa Dalmiglio
    Rosa Dalmiglio dice:

    quando Barak Obama fù eletto Presidente degli USA, ricevetti una mail dalla moglie Michelle dalla Casa Bianca.
    mi ringraziava per il mio lavoro a favore della Pace nel mondo. in 25 anni di attività internazionale" le donne Italiane, di Governo e no", si limitano ad invitarmi alle loro conferenze
    esempio domani al Senato della Repubblica, Palazzo Carpegna, Sala della Commissione Difesa, Via degli Staderari 2 Roma
    ore 10 tema:"le donne nella quarta rivoluzione industriale,OCCUPAZIONE-TECNOLOGIE E WELFARE

    Rispondi
  2. Rosa Dalmiglio
    Rosa Dalmiglio dice:

    esattamente 20 anni fà, lil Presidente dell''Agenzia di Stampa Xinhua Publishing House mi invitava a Pechino per collaborare ad un progetto che introduceva la storia di famiglie di grandi imprenditori nelle università
    scelsero per l'Italia GIOVANNI AGNELLI e la FIAT
    incontrai per la prima volta Madam WU, Ministra del Commercio, la donna più potente del mondo allora, quella che ha portato la Cina dentro il WTO ed alla domanda "COSA PENSA DELLA CINA? risposi che il futuro si chiamava CINA, oggi dico che il futuro si chiama DONNA

    Rispondi

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