Contenitori e altre cose «fatte apposta»


Tupperware_2014


Vorrei scrivere dei milioni di porta-qualcosa che vengono prodotti e venduti e comprati, per tenerci dentro il cibo.

Ne ho visti a forma di banana, di aglio, di peperone, di fetta di anguria, di fetta di formaggio da grattugiare, di cipolla. E sì, perché vuoi mica perdere tempo a guardare che cosa c’è dentro no? Così invece, sai sempre che dentro al porta-aglio c’è l’aglio. Vuoi mettere che risparmio?

Scusate, ma non riesco a fare a meno di «scherzare» sulle assurdità della società dei consumi, che in qualche modo riesce sempre a farci pensare che ci serva qualcosa, ancora qualcosa…

Ma torniamo ai contenitori. Nel frigo, si sa, è meglio mettere gli alimenti chiusi, o coperti. Ecco perché i banchi dei mercati e non solo sono pieni di contenitori «per alimenti» da tenere in frigo: l’avanzo del minestrone, i fagiolini lessati, due fette di torta salata e così via «avanzando» (nel senso che sono avanzi. Ricordo che mia mamma metteva il piatto in frigo, con sopra, a mo’ di coperchio, un piatto rovesciato. Fatto.).

E sì, d’accordo che è meglio se i contenitori sono trasparenti, così vediamo subito che cosa c’è dentro. Ma dico io: perché non usare, riutilizzare, riciclare tutti quei contenitori di plastica trasparente, con chiusura sottovuoto addirittura, che ci rifilano continuamente quando compriamo, che so, delle olive? o dell’insalata russa? Personalmente a me non rifilano proprio nulla, perché vado a comprare le olive con un barattolo di vetro, ma mi è capitato (e mi capita) di acquistare qualcosa di già confezionato in quei contenitori. E allora, invece di buttarli via (e comprare degli appositi porta-qualcosa a forma di qualcosa) li utilizzo finché posso. Poi magari si rompono (ma anche quelli «fatti apposta» possono rompersi, rigarsi, non venire più puliti, perdere il tappo…) e allora – ma nel frattempo sono passati mesi, magari – li butto nel contenitore della plastica.

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Cerco il più possibile di non comprare cibo confezionato nelle vaschette, ma mi è capitato una volta di mangiare una macedonia in un fast-food, e naturalmente era confezionata dentro a una di quelle vaschette, e allora me la sono portata via: a casa l’ho lavata e ora fa bella mostra di sé su un ripiano del mio frigo, con dentro un avanzo di lupini… per dire… ed è pure di un formato utile, non troppo grande. Ma poi, per esempio, se devo conservare del minestrone (che quindi scalderò, quando vorrò mangiarlo) perché, invece di metterlo in un contenitore «apposito» non lo lascio nella pentola con il suo coperchio? Quando sarà ora tirerò fuori la pentola dal frigo e la metterò sul fuoco. Risparmio di detersivo (e/o tempo, se non uso detersivo) perché non sporco due cose (il contenitore e la pentola); risparmio di denaro perché non compro un contenitore per conservare il minestrone (o qualsiasi altra cosa); risparmio di spazio (chi non ha ripiani pieni di contenitori, che avendo forme diverse, non sono nemmeno impilabili?).

Infine, le vaschette sono già di «plastica per alimenti», quindi il problema non si pone, non vi sembra? E soprattutto, sono già state comprate (dal negoziante e da voi, non crediate di non pagarle…), e quindi sono già state prodotte, esistono già, quindi perché farne produrre di nuove? Perchèperchéperché???

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