Spagna: colpa della normativa, non dei numeri

Johan Galtung

Alfaz, Spagna – La Spagna si è di nuovo bloccata. I numeri dei partiti in un parlamento con 350 seggi non hanno prodotto una maggioranza né il 20 dicembre 2015 né il 26 giugno 2016. L’aritmetica non ha funzionato. I numeri erano sbagliati.

O invece, potrebbe essere sbagliata la Norma? La normativa è un sostegno alla maggioranza per la funzionalità del governo. Effettivamente, affinché ciò funzioni comunque, il numero dei seggi in parlamento dovrebbe essere dispari, come 351. A parte questo, consideriamo numeri e norme alla luce del numero N di partiti-programmi politici in competizione = posizioni-combinazioni.

Un N=1 ha un nome specifico, dittatura. La democrazia comincia con un N=2. Potrebbero esserci fazioni entro quel tal partito; come nel Partito Comunista Cinese ( CPC) o nel Liberal Democratic Party (LPD) in Giappone. Ma un N>1 dà generalmente una scelta agli elettori, non solo ai membri delle fazioni di un partito al governo – una bella differenza. Viva N>1!

Con N=2 la Norma è rispettata con un numero dispari di seggi contesi. Qualunque seggio va a un partito o all’altro, senza possibilità di pareggio. Ne risulta una maggioranza, pur con un sol voto di scarto, 176/175. N=2 e la Normativa sono fatti l’uno per l’altra. Come il sistema bipartitico nel Regno Unito con i partiti che cambiano nome; e negli USA con partiti che non cambiano mai nome. I partiti al loro interno potrebbero essere dittature, come il PP e il PSOE in Spagna con i rispettivi uomini forti come Rajoy and Sánchez. Ma c’è pur sempre una scelta fra i due.

Entra in gioco Harold Hotelling con la sua famosa legge del 1931: quando competono due soggetti, come due aziende riguardo ai loro clienti, o due partiti politici riguardo ai loro elettori, i prodotti che offrono tendono a diventare simili; possono imitarsi a vicenda o rubarsi reciprocamente elementi utili per essere sul versante giusto del punto di bilico, in modo da poter dettare i prezzi o le politiche. È stato così che Bill Clinton si spostò a destra impossessandosi delle politiche repubblicane, e Tony Blair quelle conservatrici per il “New Labour”.

Con posizione ed opposizione analoghe, la politica imperniata sulle differenze cede il passo all’ amministrazione delle analogie. Alla spagnola: diventano gestores.

Stiamo ora vivendo l’intensa storia della rivoluzione contro lo schema N=2 negli USA; e della controrivoluzione negando ad altri partiti l’accesso allo spazio pubblico, e lottando contro le divisioni partitiche. La Spagna è avanti, ci ha già provato con un N=4+, cioè quattro partiti schierati con 137, 81, 71 e 32 seggi rispettivamente. Di conseguenza, la politica è nuovamente schierata, i partiti sono differenti, non solo per la psicologia di quattro ego.

Finora, ciò esclude l’ovvia soluzione da Normativa; si torna al N=2 con una coalizione nella posizione[acquisita], e un’opposizione in coalizione. Una coalizione di 2 può favorire la competizione rendendo più simili i concorrenti – oppure sfasciarsi.

A questo punto, uno sguardo più da vicino agli schemi N=3, 4, 5: che cosa succede lì?

Con N=3 è ancora possibile una maggioranza assoluta di un solo partito. ma lo è pure un uguaglianza di numeri (117 ciascuno) e varie soluzioni intermedie che arrivino alla somma dovuta. Con un discorso politico bipolare, 2 su 3 potrebbero essere prossimi gli uni agli altri. Ma con un discorso tripolare, economicamente situato nel triangolo socialismo-capitalismo-localismo verde? Per qualunque concorrente una qualunque alleanza comporta rinunciare a posizioni importanti. E se si trattasse di vari discorsi bipolari – uno economico e un altro su un assetto statale più unitario anziché più federale – che s’intersecano? Che è appunto, grosso modo, la situazione spagnola.

Tornando a N=3 con tre partiti, X, Y, Z a somma 351.Ci sono molte combinazioni con uno a 176 o più, e molte combinazioni diverse da così. Lo stesso vale per N=4, N=5 etc. In altre parole, come molti fanno notare, numerose elezioni in Spagna possono risultare nello stesso problema. A meno che, per esempio, emerga un leader carismatico, che dica BASTA!, votate per me invece!

Una soluzione? Un grosso dilemma per la democrazia in quanto tale: o si sacrifica la politica con la troppa somiglianza per attenersi rigorosamente alla Normativa, o non si riesce a rispettarla per via di troppa politica – dicono alcuni. In Spagna, tale dilemma è ben visibile; ma può valere per tutti. Oscillazione, o fra due partiti/coalizioni simili, nulla di nuovo; o fra due partiti/coalizioni dissimili che usano il potere per distruggere l’avversario.

Conclusione: la Normativa deve aprirsi a due possibili alternative ovvie:

  • governi di minoranza, spostandosi da tema in tema, passando da una maggioranza partitica a una maggioranza tematica in parlamento. Tutti i parlamentari possono seguire la propria coscienza. In altri termini, “spacchettare” i programmi di partito, focalizzandosi su temi per i quali si può ottenere una maggioranza.
  • grosse coalizioni di tutti o quasi i partiti, cui sovente ci si riferisce come “grandi” quando sono coinvolti i due maggiori partiti di un precedente sistema bipartitico. Anch’esse dovranno spostarsi da tema in tema, ma mentre un dibattito di governo di minoranza si tiene a parlamento aperto, un dibattito di grossa coalizione può anche aver luogo a porte chiuse. Un argomento a favore di governi di minoranza.

Importa però la distinzione fra “tutti o “quasi tutti” i partiti. Si prenda ad esempio la Spagna: c’è una crisi, uno stato con un governo custode con solo compiti d’ordinaria amministrazione non è un vero stato; e ne patisce conseguenze economiche, militari, politiche. Il che è un argomento per [la partecipazione di] “tutti”. Ma “crisi” è una nozione usata dalle dittature come pretesto per far tacere il dibattito, la famosa condizione d’eccezionalità tedesca Ausnahmezustand (Carl Schmitt).

L’argomento pende a favore di “quasi tutti”, definendo un criterio discriminante fra “la gran parte” e, per esempio, uno. L’ovvia formula spagnola sarebbe qualcosa come: “Il tema più importante in Spagna è la corruzione, nessuno di noi è perfetto, dobbiamo tutti migliorare, ma il Partido Popular è corrotto a livello tale da corrompere lo Stato stesso”. In altre parole, non ci si sposti di tema in tema, si resti fissi sulla corruzione. La coalizione può dissolversi a lavoro compiuto, tornando alla politica solita. Con la gran parte dei partiti avversi al PP mobilitabili se il PP non dovesse cambiare.

Queste due alternative non si escludono a vicenda. Un governo di minoranza PP che passi da un tema a un altro, affrontando un parlamento che sollevi ripetutamente problemi di corruzione, potrebbe dare alla Spagna un governo e contemporaneamente – perfino in breve – fare progressi sul tema della corruzione.

Io non sono spagnolo, semplicemente amo questo paese. Dalla mia finestra la meravigliosa montagna Campana punta in alto. Su, Spagna, su!

Spagna


Nº 438 – Johan Galtung, 18 luglio 2016

Titolo originale: Spain: Blame the Rule, Not the Numbers

Traduzione di Miki Lanza per il Centro Studi Sereno Regis


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