Il potere di un attivista per la pace in Pakistan: la storia di Sail | Ruth Tidy


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Sail, un attivista per la pace in Pakistan


Vi siete mai trovati in una situazione che volevate mettere in discussione, ma non sapevate come?

Per chi vive in zone violente, di conflitto, la posta in gioco è ancora più alta.

Ed è in questo contesto che si inserisce la storia di Sail, un giovane che è riuscito a cambiare le menti e a prevenire l’estremismo nella sua comunità.

Sail ha 19 anni. Lavora come geometra nel distretto di Swabi, in Pakistan. Sail aveva notato che molti giovani del suo villaggio frequentavano le scuole religiose, e sapeva che venivano sfruttati dai Talebani, e che venivano addestrati militarmente. Sail voleva che intraprendessero delle vite positive, ma non sapeva come affrontare e mettere in discussione il loro punto di vista, che trovava molto conservatore. Non aveva le abilità, le conoscenze per farlo, né il sostegno di qualcuno.

Fu allora che Sail incontrò il Gruppo delle “Aware Girls”(1), le ragazze consapevoli. Frequentò il loro corso di formazione e poi incominciò a lavorare con loro, e imparò come entrare in relazione con i giovani e impedire che altre vite fossero attirate dall’estremismo violento.

Sail cominciò a parlare con quei ragazzi usando quello che aveva imparato sulla pace, sui diritti umani e sulla tolleranza religiosa. All’inizio alcuni non volevano neppure ascoltarlo: “Alcuni compresero il mio messaggio, altri lo ignorarono. Ma con il passare del tempo furono sempre più numerosi quelli che si univano a me per parlare di pace. Con un piccolo gruppo di 15 ragazzi ho messo in piedi una organizzazione che abbiamo chiamato: ‘We Can Bring Peace’ (possiamo portare la pace).”

Sail incominciò poi a lavorare con un Mufti, un esperto di studi religiosi molto progressista, che educa i giovani provenienti dai campi di addestramento dei Talebani e spiega loro gli inganni del loro insegnamento. Inoltre nei suoi sermoni del venerdì inserisce sempre dei messaggi di pace.

Sail insegna ai ragazzi più giovani che tutti gli esseri umani sono uguali, e che la violenza non è mai la soluzione dei problemi.

Grazie ai suoi coraggiosi sforzi parecchi ragazzi sono tornati alle loro famiglie con una visione nuova, e sei di loro hanno persino seguìto Sail nel gruppo locale per la pace. ‘We Can Bring Peace’ conta adesso 50 membri giovani che a loro volta si prendono cura di nuovi studenti e organizzano attività positive, come allenamenti e partite di cricket, per tenerli impegnati.

Sail ha anche messo in pratica le nuove competenze acquisite per avviare iniziative comunitarie costruttive, e contrastare così la violenza e gli estremismi. Lavorando con la polizia ha avviato una campagna per il controllo delle armi (Gun Control Campaign). Molta gente ha smesso di girare armata, e durante le feste pubbliche non si spara più in aria. Sail ha anche sviluppato un programma per le scuole, che tratta di pace e di consapevolezza (Peace and Human Rights Awareness Program) e viene insegnato nelle scuole superiori della zona da settembre 2015.

Sono passati solo 5 mesi da quando ho frequentato il corso di formazione sulla pace organizzato dalle ‘Aware Girls’, e sono riuscito a trasformare notevolmente l’ambiente in cui vivo.”

(1)Aware Girls è una rete di giovani volontarie impegnate a salvare i loro coetanei e coetanee dall’indottrinamento e dalla radicalizzazione. Mandano gruppi di educatori di pace nei villaggi, nelle città e nelle scuole, per individuare e dissuadere ragazzi e ragazze che esprimono l’intenzione a unirsi a gruppi estremisti. Il lavoro è intensivo e personalizzato: oltre a gruppi di studio per diffondere le idee di pace, vengono proposti incontri individuali che possono ripetersi anche per settimane, finché questi/e giovani non cambiano la loro visione e le loro scelte.

http://www.peacedirect.org/peacebuilders/pakistan

8 giugno 2016

http://www.peacedirect.org/the-power-of-one-peace-activist-in-pakistan-sails-story

Traduzione di Elena Camino per il Centro Studi Sereno Regis

2 commenti
  1. Paola Mariani
    Paola Mariani dice:

    Mi viene in mente la storia di Iqbal. Abbiamo bisogno di ragazzi così.
    Io posso solo pregare che il Signore ne illumini tanti, anche in Europa, in Italia.
    Paola Mariani

    Rispondi

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