Un treno, una staffetta e una frontiera. Di corsa per la giustizia, l’accoglienza e la libertà | Elisa Dalmasso


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Questo è il resoconto di una giornata di protesta, di quando lottare per due cause insieme non significa per forza offuscarne una, di quando la solidarietà sembra poter vincere anche le frontiere: quelle naturali e quelle costruite dagli uomini.

Sabato 18 giugno 2016 il Comitato Ferrovie Locali di Cuneo, per la difesa della linea ferroviaria Cuneo-Nizza-Ventimiglia, ha organizzato una staffetta di protesta per dare evidenza a due assurdità: la minaccia di chiusura di una ferrovia storica (di importanza nevralgica per le valli italiane e francesi interessate) e la tragedia dei migranti, quella dei corpi inermi sulle spiagge, e quella delle violenze e delle  deportazioni,  consumata sulle frontiere  di un Europa complice e colpevole.

Dopo essere entrata a gennaio nella top ten del mensile tedesco Hörzu, la Cuneo-Nizza-Ventimiglia è stata recentemente classificata al primo posto tra le ferrovie più belle, panoramiche e suggestive del nord Italia dalla rivista Trekking. Dalla fine del 2013 le corse, andata e ritorno, sono scese da 8 a 2, con tempi di percorrenza rallentati per la necessità di lavori di manutenzione in territorio francese che stentano a realizzarsi. Un patrimonio sprecato di cui prima della drastica riduzione usufruivano una media di 900 passeggeri al giorno.

Il mantenimento della ferrovia offre un’alternativa fortemente competitiva dal punto di vista economico e patrimoniale, la sua elettrificazione renderebbe possibile il trasporto delle merci e ridurrebbe il transito veicolare del traffico internazionale (Torino-Cuneo-Ventimiglia), che con il raddoppio del tunnel del Col di Tenda, minaccia seriamente l’ambiente naturale delle due valli  e la vita rurale dei suoi abitanti.

La seconda ingiustizia riguarda la drammatica situazione dei migranti di Ventimiglia, la polizia italiana prosegue in questi giorni rastrellamenti e deportazioni verso il Sud Italia. Le persone in viaggio vengono private della libertà anche con la violenza e le attività dei solidali vengono represse duramente. Nel frattempo alla frontiera, la polizia francese continua a respingere le persone senza documenti in base a controlli razziali su treni e strade.

La logica che sembra predominare in questi territori di confine, tra Italia e Francia, tra montagne e mare, sembra essere una sola: impedire la libera circolazione delle persone a fronte di una illimitata espansione del transito delle merci.

Forti di queste convinzioni, 15 podisti in staffetta partititi da Cuneo, hanno percorso  tutta la Valle Vermenagna e poi la Valle Roya, col sole, con la pioggia e anche con un po’ di grandine, nei tempi stabiliti e accolti con applausi nelle varie stazioni. L’obiettivo era raggiungere Ventimiglia insieme al Comitato delle Ferrovie Locali francese che, nella stessa giornata, affiancava in una “Critical Mass” varie associazioni impegnate non solo a difesa della ferrovia: “Roya expansion nature” in lotta per evitare che la Route Nationale della Valle Roya diventi strada da Tir, il presidio Noborder di Ventimiglia,  contro gli ostacoli posti alla libera circolazione delle persone e “Roya citoyenne” che soccorre i migranti in valle.

IMG_1356-74 copiaLa polizia italiana ha però bloccato la manifestazione alla vecchia frontiera tra Italia e Francia di Fanghetto. I podisti, che hanno percorso l’ultimo tratto in gruppo, sono stati accolti tra gli applausi e una volta aperto lo striscione “La Cuneo Nizza Unisce” di fronte alla polizia, hanno ricevuto la proposta di proseguire: “Voi sì, ma i Noborder, no!”. La risposta è stata: “No, grazie, la loro protesta è anche la nostra protesta, o passiamo tutti o non passa nessuno”.

Nell’impegno del Comitato Ferrovie Locali, infatti, non c’è solo la volontà di salvare la linea ferroviaria, ma anche l’aspirazione ad un modo di vivere fondato su valori diversi da quelli imposti da un neoliberismo esasperato, che non tiene in alcuna considerazione il benessere o la sofferenza delle persone.

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Come ha scritto uno dei protagonisti della staffetta:

“Noi si corre…

Si corre per la libertà, per la giustizia, per l’accoglienza…

Si corre perché non si può volere il capitalismo, un mondo globale, il libero mercato di qualsiasi schifosissima merce e poi bloccare le persone…

Noi si corre, perché la corsa è sinonimo di libertà…

Noi corriamo in staffetta… perché unire le forze è sempre meglio”.

Sabato 18 giugno 2016 nelle suggestive valli strette tra le montagne sul confine italo-francese, 15 podisti hanno dimostrato che la solidarietà non conosce frontiere. Gli ideali di libertà, di sostenibilità e di giustizia di chi vive criticamente il territorio non rimangono confinati  entro gli interessi locali, ma  esortano a non restare indifferenti alla sofferenza di donne e uomini rimbalzati da un confine all’altro della fortezza Europa.

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