Est-Asia: quattro formule per la pace | Johan Galtung

Johan Galtung

Kyoto. – Un’Est-Asia di 6 stati: 5 dei 6 con patti di collaborazione + Taiwan. I 6 in Est-Asia si dividono in Sud-Corea – Taiwan – Giappone dell’alleanza a guida USA AMPO+ (Trattato di Sicurezza USA-Giappone + indotto); Nord-Corea; Cina-Russia con altri dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO). L’AMPO+ con “ombrello nucleare” USA, gli altri due membri con possibilità di acquisire armamenti nucleari; la Nord-Corea con armi nucleari; e la SCO con due potenze nucleari. Una gara agli armamenti nucleari. Che può anche fungere da deterrente, ma più sovente finisce in guerra.

La guerra vuol dire traumi per gli sconfitti e gloria per i vincitori. La sindrome da stress post-traumatico (PTSD) può portare alla sete di rivalsa, e la PGED (sindrome da esuberanza post-gloria) alla sete di più gloria. Guerra, guerra, guerra. Peggio che mai dai tempi della 2^ guerra mondiale.

L’Est-Asia ha un gran bisogno di un approccio diverso. Come minimo, i quattro compiti della formula di pace TRANSCEND: la pace negativa consistente nella riconciliazione dei traumi e nella soluzione dei conflitti; la pace positiva che si basa sulla cooperazione al fine di benefici reciproci e uguali ed equità – armonia fondati sull’empatia.

A proposito di traumi irriconciliati e conflitti irrisolti: quelli Giappone/USA per via della provocazione del Giappone alla guerra da parte di F.D.Roosevelt, Pearl Harbor, i bombardamenti incendiari e il genocidio nucleare (Obama ha fatto ben meno che Willy Brandt, che si genuflesse a Varsavia per il genocidio degli ebrei); quelli Giappone/Russia per l’espansionismo russo e la guerra [conseguente: 1905, ndt]; quelli Giappone/Taiwan-Corea-parti della Cina per l’occupazione e nipponizzazione, importuna seppur non coloniale; Giappone/Sud-Corea (copia conforme del Giappone), con politiche istericamente anti-nipponiche (assenti da parte di Pyonyang), con richieste di sempre ulteriori scuse e compensazioni in denaro. Ma la vertenza sulle “donne di conforto” sud-coreane e gli occupanti giapponesi, come peraltro quella sul massacro di Nanchino (Cina) sempre ad opera degli occupanti giapponesi sono complesse, e forse solo commissioni d’indagine internazionali vi possono distinguere i fatti dall’elaborazione di fantasia.

La vertenza Giappone/Cina sulla manodopera schiavizzata pare risolta (Japan Times 02.06. 2016).

Quella Nord-Corea/USA-Sud-Corea su normalizzazione dei rapporti e una Corea denuclearizzata a fronte del crollo della Nord-Corea.

Poi Giappone contro Russia, le 2 Cine e le 2 Coree una contro l’altra per le varie isole contese.

Poi gli USA che polarizzano l’Asia orientale, con ulteriori tensioni e una gestione che interferisce in vari aspetti dell’attività istituzionale/pubblica.

I più problematici: Giappone, USA; i meno: la Russia. Ma la conciliazione può aspettare tempi migliori, meglio concentrarsi sulla soluzione dei conflitti.

Formula generale per le isole contese: proprietà congiunta, condivisione dei ricavi dalle isole e dalle zone economiche esclusive (EEZ) al 40-40-20; 40 per il Giappone, 40 per le due Cine (Senkaku), 40 per le due Coree (Takeshima), 20 per l’ecologia e l’amministrazione. Per i Territori Settentrionali attribuiti all’Unione Sovietica dagli Accordi di Jalta-Potsdam: il Giappone ha accettato sotto coercizione una proporzione 30-30-20-20, l’ultima quota del 20 per gli Ainu davvero maltrattati.

Piuttosto che esercitare una sovranità nazionale esclusiva, si considerino i conflitti una sfida, una opportunità, per trascendere dal mio al nostro, tessendo la pace.

Nord-Corea-USA & sodali: si prenda in parola la Corea del Nord, e quella cambierà; la si sanzioni fino a ridurla al tracollo ed essa potrebbe usare la bomba. Non si giochi con la guerra nucleare.

Il contesto adeguato a un dialogo permanente su tali complesse tematiche dell’Est-Asia è una Comunità Nord-Est-Asiatica di 6-membri (NEAC) o un’Associazione delle nazioni Nord-est-asiatiche (ANEAN), modellata sulla Comunità Europea a 6 membri del 1958, oggi Unione Europea a 28 membri, e sull’ASEAN del 1967, oggi con 10 membri. Funzionano entrambe, l’ASEAN meglio che l’UE con la sua inequità e i suoi duri conflitti.

Morale: non ci si espanda a tutta quanta l’Asia, al massimo a un Consiglio d’Asia

Una comunità di Stati senza veti limita le contrapposizioni e può edificare la pace al suo interno. Meglio tenere fuori gli USA, anche se il Giappone è utile agli US come Cavallo di Troia, similmente a quanto accade con il Regno Unito in Europa. Oggi il Giappone non aderirebbe ma il suo atteggiamento potrebbe cambiare qualora la realtà di un’Auto Difesa Collettiva (leggi Attacco da parte di un Altro a guida-US) iniziasse a funzionare. E la persona che può aiutare il Giappone a uscire dalla complicata situazione è l’acuto, intelligentissimo Abe; esiste un Abe-1 e un Abe-2, leggete i suoi scritti.

Sicurezza in ambito NEAC? Risposta in genere: difesa difensiva, che si basa su armi non-offensive, non-provocatorie, con mezzi di trasporto a corto raggio come mountain bikes, jeeps, elicotteri con missili muniti di sistemi PGM di puntamento di precisione; e NMD, difesa gandhiana non-militare contro l’occupazione. La Svizzera dura da più di 700 anni; fu invasa da Napoleone, uno psicopatico francese, dal 1798 al 1806 – che poi lasciò perdere – ma non dall’altro psicopatico, Hitler.

Tuttavia, per la pace è necessaria l’indipendenza di Giappone e Corea del Sud, quali stati autonomi non controllati dagli USA in tutte le loro attività. E questo che cosa significa? Per il Giappone:

  • economicamente, almeno l’autosufficienza alimentare – non dover importare riso dagli USA – per permettere alla popolazione di sopravvivere in caso di guerra;

  • militarmente, dismissione delle basi US a Okinawa-Ryukyu e in Giappone e difesa difensiva delle coste, forze armate civili nell’entroterra e NMD in caso di occupazione;

  • politicamente, niente più controllo completo che viene tenuto segreto, trasparenza; nel qual caso il TTP (Partenariato Trans-Pacifico) risolve le controversie non a Washington tramite la clausola SDI (Strategic Defense Initiative, progetto anti-missile USA con base spaziale, lanciato dal presidente R. Reagan, n.d.t.) subordinata all’IMF (Fondo monetario internazionale) subordinato al Congresso US; niente più “richieste annuali” sul Giappone, reciprocità, parità;

  • culturalmente, continuando ad apprendere dalla ricca e innovativa cultura US, ma anche da parte degli USA dall’eclettismo giapponese, in modo da aprirsi ad altre culture oltre a quelle Anglo-Occidentali che contraddistinguono il “crogiolo” US;

  • socialmente, instaurando relazioni con gli USA migliori di quelle passate, che si basino su condizioni di parità, non di asservimento, non connotate dal controllo, non accondiscendenti all’ingresso di spie US.

Per la Corea del Sud, l’autonomia di iniziare un processo di pace con la Corea del Nord, se gli USA non intervengono in tal senso; per una penisola coreana sostenibile, con la presenza di neo-liberismo e capi-comunismo.

Il Giappone fu battuto dai “dragoni”, i dragoni furono battuti dalla Cina, la Cina può essere battuta da America Latina-Africa, gli USA da Trump.

Il Giappone, la Corea del Sud e la Corea del Nord possono imparare dalla Svizzera come fare politica estera, non per mezzo di piccole élite che si riuniscono a porte chiuse nei regimi sia democratici sia dittatoriali, bensì tramite comunità locali e referendum. Sarebbe deplorevole per il Giappone eliminare l’articolo 9 della sua costituzione (Rinuncia alla guerra come mezzo per risolvere le controversie tra Stati, n.d.t.) senza un referendum, come per la Germania non indire un referendum sull’adesione all’UE o sull’euro. Per la Corea del Sud non è giustificabile continuare a criticare il Giappone senza arrivare a una conclusione, al contrario di Taiwan, che dichiara che “il Giappone non era poi così perfido”. Nella Corea del Nord juche [Chos?n’g?l: ??; hancha: ?? – di solito tradotto come auto-sufficienza, l’ideologia politica ufficiale della Corea del Nord.–Wikipedia] dovrebbe essere aperta e prendere decisioni locali.

Tutto questo sarebbe grandemente aiutato da essenziali cambiamenti negli USA. Per quattro o cinque politici chiave si presenta un lavoro ingrato: Trump e Cruz, Sanders e Obama; con l’eccezione della bellicosa Hillary Clinton.

E per l’Impero US in regresso e decadenza, il che vuol dire meno Stati a voler combattere per gli USA, Obama, il presidente US più interventista (INYT, Maggio 2016), deve massacrare in solitudine, con i droni e soprattutto i SEALs (Forze speciali della Marina degli USA; n.d.t.).

La strada che porta alla guerra nucleare è aperta. E anche la strada verso la pace.

asia


Nº 431, 6 giugno 2016
Titolo originale: East Asia: Four Formulas for Peace

Traduzione di Miki Lanza e Franco Lovisolo per il Centro Studi Seno Regis

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