Migliorare la democrazia

Johan Galtung

Alfaz, Spagna – La democrazia è il governo – il prendere decisioni – col consenso del popolo, il demos. C’è un’ ottima argomentazione: il popolo ne patirà le conseguenze. Quindi governo del, da parte del, e per il popolo. Ma come migliorare la democrazia?

Problema: quale livello domina il processo decisionale? Il livello [4] nazionale (governo-parlamento-tribunali); [3] regionale (province-dipartimenti), [2] locale (autorità locali, comuni), [1] individuale? In teoria l’[1] è primario, basilare, sovrano; in pratica il livello [4]. Mediante rappresentanti eletti, confezionati in distretti elettorali, che rappresentano le preferenze individuali, confezionate in programmi di partiti.

Commento, dalla Germania: “La sovranità proviene dal popolo – e non vi ritorna mai” (“vom Volke ‘raus, und kommt niemals zurück“).

I rappresentanti gentilmente aprono una finestra ogni 4 anni o giù di lì, per 8-12 ore, 1-2 giorni, perché il popolo confermi o sconfermi il governo. 1-2 giorni su 4 x 365 = 1460 (+1): circa l’1 per mille.

Però, la società ha linee di faglia, per genere-generazione-razza, classe, nazione, territorio. Solo il territorio è incorporato nel sistema con le elezioni per circoscrizioni, le zone di captazione dei voti.

Ci sono richieste in aumento di liste di candidati che rappresentino anche generi, generazioni, razze e nazioni, contrariamente a soli candidati bianchi, maschi, di età media, fastidiosamente simili sui manifesti. C’è altro da rappresentare oltre al territorio e i programmi; e gli stati adesso competono specialmente per la massima percentuale di deputati donne.

Comunque, società=stato+capitale+socità civile; questo è tutto Stato.

Per le molte ONG della società civile abbiamo ormai la stessa norma: che siano rotariani o sacerdoti, dovrebbero anch’essi superare le linee di frattura, rendendo più rappresentativa la società, e in tal senso più democratica.

Però, nell’autocrazia degli amministratori delegati del Capitale, è frequente consultarsi con il consiglio d’amministrazione, ma non con clienti organizzati: un cavallo di Troia dittatoriale; mediante una privatizzazione priva di controllo democratico del capitale statale.

Lo stato più democratico al mondo è la Svizzera. Gli altri sono dittature della maggioranza (quanto maggioritari, dipende dal sistema elettorale); presidente-, parlamento-, partito-, banco-crazie (che vanno spostandosi dall’economia reale a quella finanziaria, usando politici pagati), tecnocrazie (che lasciano le decisioni al potere esecutivo); democrazie “popolari” (il cui processo decisionale è svolto da un partito più o meno democratico); oligarco-crazie (servizi segreti), autocrazie (una sola persona al potere).

Migliorare la democrazia

Di Adrian Sulc, CC BY-SA 3.0, Collegamento

La Svizzera “spacchetta” tre aspetti della formula standard:

* demos, diviso in etnos – di lingua tedesca, francese, italiana, reto-romanza – sicché nessun gruppo etnico possa dominare con il proprio numero. Quindi 26 cantoni democratici, etnicamente piuttosto omogenei, e lo stato come federazione democratica di gruppi etnici autonomi e democratici.

* territorio, diviso in livelli: 1 stato, 26 cantoni, 2.300 entità locali. Il livello locale è così prossimo agli individui che è possibile una democrazia diretta – una piazza, uno stadio – se tale livello ha davvero potere. Ce l’ha.

* programmi, divisi in tematiche. La gente ha il diritto di votare direttamente sui temi, non solo sui partiti ma anche in un referendum sui temi; e mediante un’iniziativa di richiedere un referendum, a tutti i livelli locali. Risultato: La Svizzera, 1 per mille della popolazione mondiale vale il 60% dei referendum a livello statale. Con federazione e referendum la Svizzera bilancia i quattro livelli; tutti i quattro livelli hanno un potere reale.

Potendo gli atti di governo venire respinti sia dal voto parlamentare sia da un referendum, il governo è responsabile sia verso i deputati sia verso il popolo. I 7 membri del gabinetto riflettono tutti e due questi aspetti, essendo divisi in 3+2+1+1 per lingua, e in 2+3+2 per partito, sinistra-centro-destra. Un governo di coalizione politica ed etnica che beneficia della visione di tutti.

I deputati capiscono le altre lingue per averle studiate a scuola e parlano la propria lingua con dignità, rispettando le altre perché le comprendono.

C’è molto da imparare da tutto ciò per la Spagna – 6 nazioni? Nessun partito ha il monopolio sulla verità, nessuna nazione il monopolio sulla comunicazione.

Ma una democrazia è molto più che una struttura di equilibrio inter-livello, e una cultura di trasparenza inter-livello. Il focus del dibattito non dovrebbe ridursi a come eleggere i rappresentanti. Ben più importante è come il popolo stesso può arrivare a buone decisioni mediante i sistemi statuale, del capitale e della società civile.

Una risposta: chiedendoglielo. Un referendum è una domanda, e la gente cresce maturando la propria idea, non facendosela costruire.

Un’altra risposta sarebbe che le comunità locali con problemi difficili interpellino gli abitanti per delle buone idee, fornite “entro domenica a mezzanotte”.

Cosa più importante, a tutti i livelli decidere con dialogo-consenso, non solo con dibattito-votazioni. Ci sono culture soggiacenti di vittoria per i dibattiti, e di soluzione per i dialoghi, verso qualcosa di nuovo.

La creatività da parte del popolo e per il popolo sarà sempre più importante per via del livello [5]: alleanze come la NATO, comunità come l’UE, del capitale come le transnazionali possono passare sopra l’autorità degli stati. E la gran parte di essi – eccetto i più grandi per popolazione e superficie, Cina-India-Russia-USA – assorbiti in regioni, sono anche sfidati dal basso da autorità locali, nazioni non-dominanti e ONG. Talvolta col terrorismo dal basso e terrorismo di stato dall’alto.

Gli spostamenti da una politica entro e fra gli stati a una entro e fra la società civile e il capitale a tutti i livelli sono duri per la gente; che dovrà difendersi per conto proprio, mediante la società civile contro il capitale, con reti e cooperative contro il capitale, e le banche che si comprano i deputati. La lotta migliore è positiva, come collegando ONG e cooperative democraticamente in una catena mondiale di cooperative che promuovano i bisogni fondamentali degli umani e della natura.

La gente può creare e riconquistare con lotte nonviolente un processo decisionale democratico. Rafforzare il livello locale. Riflettere le differenze etniche. Boicottare i deputati comprati. Più referendum. Più decisioni con dialogo-consenso, da continuarsi in coalizioni. Più decentramento. Più diversità. E molta più creatività.


18 gennaio 2016, Migliorare la democrazia

Traduzione di Miki Lanza per il Centro Studi Sereno Regis


 

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