Oscar Romero beato

Cinzia Picchioni

Luigi Bettazzi, Oscar Romero beato. Martire della speranza, edizioni anordest, Villorba (Tv) 2015, pp. 160, € 12,90

Affinità elettive

Tempo fa (esattamente il 12 giugno u.s.), su queste stesse “pagine” avete avuto modo di leggere una recensione su Marianella Garcia Villas, scritta da Enrico Peyretti.

Ma non solo: un mese prima, il 14 maggio, presso la Sala Gandhi del Centro Studi Sereno Regis di Torino, si è tenuta una conferenza dal titolo La lotta nonviolenta in un regime militare, con Anselmo Palini, Enrico Peyretti, Nanni Salio.

In quella serata si è parlato anche di un altro libro: Oscar Romero “Ho udito il grido del mio popolo”, (editrice Ave). Tutto questo affinché chi voglia possa completare il quadro del sacerdote, ora beato. E anche per giustificare la citazione di un ennesimo libro (Editrice La Meridiana, Molfetta), un Diario, con gli avvenimenti e le riflessioni della giornata che Monsignor Romero dettava ogni sera al suo registratore, dal 31 marzo 1978 al 20 marzo 1980 (sarebbe stato ucciso il 24 marzo). Questo libro – si è detto (pp. 36-37):

“è di stile “clericale”, maiestatico, cerimonioso, ma è prezioso per le notizie che ci dà, ad esempio dell’accoglienza e della collaborazione con Marianella Garcia Villas, […] avvocato […] che ha fondato una Commissione per la difesa dei diritti umani dei più poveri. Arrestata e violentata, ricorre a Monsignore che piange, la conforta, ma le impone di perdonare; da allora lavoreranno in sintonia”.

Altre affinità, più… vicine

Oscar Romero beatoPiù avanti nel libro troviamo un’altra citazione che riguarda più da vicino ancora il Centro Studi Sereno Regis e il Mir (Movimento Internazionale per la Riconciliazione) che vi ha una sede:

“Qui si inserisce una notizia poco conosciuta (V.230) [questa sigla si riferisce al libro di Alberto Vitali, Oscar A. Romero-Pastore di agnelli e di lupi, Paoline 2010, “saccheggiato” – dice Luigi Bettazzi, scusandosene – per scrivere questo libro, che stiamo presentando, nota del Centro Studi Sereno Regis]. Jean Goss, un partigiano francese (maquis) che le uccisioni della seconda guerra mondiale avevano convertito alla nonviolenza, se n’è fatto profeta e promotore insieme alla moglie, la viennese Hildegard Mayer, fondando il m.i.r. (Movimento Internazionale per la Riconciliazione). Nel 1977 aveva promosso in Colombia, a Bogotà, un incontro per vescovi latino americani su: “La nonviolenza evangelica, forza di liberazione”. Vi aveva partecipato mons. Rivera y Damas, che ne aveva poi parlato con mons. Romero, e questi aveva allora domandato a Jean Goss di organizzare il viaggio di una decina di vescovi europei […]. Jean Goss si era rivolto a Pax Christi come Movimento cattolico internazionale per la pace […]”, pp. 59-60.

Pax Christi

L’autore, Luigi Bettazzi, sarebbe diventato Presidente di Pax Christi l’anno dopo [in verità nel risguardo di copertina c’è scritto che lo divenne nel 1968 – così come in Wikipedia – chi avrà ragione?, nota di Cinzia Picchioni], e racconta che quell’incontro fu poi annullato. Bettazzi racconta anche molto altro in questo piccolo libro, arricchito da una serie di fotografie, evocative – come quelle della stanza in cui Romero dormiva e studiava – e “forti” (come quella dei momenti immediatamente successivi all’assassinio del monsignore). Luigi Bettazzi racconta come ha “incontrato” (le virgolette sono sue) Oscar Romero, accettando poi di scrivere il libro, su insistenza

“dell’editore e dei comuni amici, e per l’ammirazione e la devozione che ho per Mons. Oscar Romero. Non ho mai avuto la grazia di incontrarlo personalmente […] ed ho accettato di scrivere questo libretto, nell’intento di spingere a leggere le biografie più documentate e complete di questo vescovo, martire […] perché si è sempre ispirato al Vangelo […] e perché con la sua vita e la sua morte […] può […] essere venerato come “martire della speranza” […]. La beatificazione di mons. Romero come “martire” diventa allora un motivo di riflessione e di impegno per tutta la Chiesa e per ogni cristiano […]. Tutte le Chiese ed ogni cristiano siamo chiamati a questo “martirio”, pp. 5 e 116-117.


 

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