Islam e Occidente: strade verso la pace – Johan Galtung

Alfàs del Pi, Spagna – Centro Internazionale per la Risoluzione dei Conflitti

Seminario 11-13 Settembre

Le prospettive sono fievoli. Tutti e due si focalizzano sul peggio dell’Altro, non sul meglio. L’Islam giustifica la violenza terroristica – bombe, decapitazione – come vendetta con moderazione; l’Occidente giustifica la violenza terroristica di stato – bombardamenti, attacchi di droni, cecchinaggio ovunque – come violenza preventiva con un rapporto letale di 1: 99. Tutti e due stanno intensificando gli attacchi in una corsa alla violenza.

L’Occidente è cristiano-laico con dei secolarismi – umanesimo, liberalismo, marxismo – che condividono con l’Islam e il Cristianesimo un singolarismo e universalismo occidentali, la sola verità valida per tutti in ogni tempo. È un miracolo che abbiamo avuto solo le terribili Crociate fra il 1095 e il 1291.

Una ragione fu geografica, di spazio: l’islam nei deserti e sulle isole, il cristianesimo nella zona temperata; oggi entrambi sono dappertutto. Un’altra ragione fu storica, di tempo: il cristianesimo nell’antichità, l’islam nel medio evo, il cristianesimo-secolarismo-colonialismo-Occidente nella modernità. Ed eccoci alla post-modernità col turno per l’islam di essere predominante.

Cattedrali e chiese vuote nelle società occidentali con molta solitudine e alienazione; nell’islam moschee strapiene con un’intensa intimità e condivisione diretta. La contraddizione si ricompone con conversioni massicce all’islam, tanto maggiori quanto più grande è la solitudine; e inoltre volgendosi contro il proprio paese se esso si unisce agli USA nell’uccidere musulmani.

Il prevedibile emergere di uno Stato Islamico, che risusciti il califfato, disfacendo le colonie occidentali, ambedue frutti della radice dei mali l’accordo Sykes-Picot del 1915-16, simboleggia la situazione. In vista della pace, si usi l’apparato militare per difendere le minoranze e i monumenti esposti alla violenza, si negozi per un Israele contenuto nei limiti del giugno 1967, e si riconosca la responsabilità per il passato, dialogando.

Per una pace positiva è essenziale cooperazione con equità. Dev’essere costruita su valori e interessi compatibili, condivisi, talora comuni:

  • così, l’Occidente ha un’utopia: governo mondiale, un solo stato, il mondo, una sola nazione, l’ umanità; in pratica le regioni UE-CELAC-AU-SAARC-ASEAN-OIC. E l’Islam ha un’utopia: l’ummah, comunità locali con moschee e tribunali, guidate dall’imam – con apertura alle comunità non-musulmane. Le due utopie sono compatibili, e stanno emergendo adesso con comunità musulmane e non-musulmane sempre più autonome in seno all’UE, in Francia e Inghilterra.
  • L’umanesimo occidentale e la shariah positiva musulmana hanno un valore condiviso: bisogni fondamentali per tutti, cibo-acqua, vestiario-alloggio, sanità-istruzione; si riconosca questa base condivisa e si cooperi per la sua realizzazione. I musulmani si sentono a proprio agio nei paesi nordici socialdemocratici ed entrano in politica.
  • Si continui il movimento che sta avvenendo in tante località dall’intolleranza alla tolleranza e al dialogo basato sul rispetto e la curiosità proiettata in avanti verso un apprendimento reciproco: l’Occidente impari la finanza dall’Islam anziché la rendita da interesse giudaico-cristiana, bensì entrando nella vita economica spartendo rischi e benefici, e come abbassare i tassi di criminalità; l’Islam impari dall’Occidente sulla libertà d’espressione e di stampa e di diversità, come i protestantesimi e in ambito cattolico. L’Occidente potrebbe riempire le chiese vuote di gente sola in cerca di un luogo dove incontrarsi e condividere le proprie narrative, magari anche qualche cibo; l’Islam ha bisogno di riforme, con varietà d’interpretazioni che arricchiscano l’Islam stesso.
  • Sul genere, celebrando i progressi delle donne verso la parità con il declino della famiglia patriarcale e l’accesso uguale all’istruzione; prendendo nota della mossa da pioniere di Burghiba e di sua moglie all’atto dell’indipendenza della Tunisia dalla Francia nel 1956, davanti a molti stati occidentali, e nella Malaysia musulmana d’oggi; lasciando perdere l’attenzione fissa sui vestiti che coprono testa e corpo; Decidono le Donne, dal burka alla nudità sulle spiagge.
  • Sulla democrazia, governando col consenso dei governati; in Europa nella Svizzera quadri-nazionale: referendum in 2.300 comunità, anche su affari esteri: un obiettivo per l’Afghani-stan musulmano con 8 nazionalità e 25.000 jirga (comunità)?
  • Sull’empatia verso l’Altro, dove l’Islam conosce meglio l’Occidente che viceversa, c’è bisogno di una pedagogia che renda più conosciuti gli elementi positivi dell’Islam e dell’Occidente. La condizione per cooperare comporta un’attenzione al positivo, non lasciandosi ipnotizzare dal negativo e trascinare nel conflitto e nella violenza. Gli elementi negativi sono però reali – le violenze e le loro giustificazioni, l’anomia (deculturazione) e l’atomizzazione (destrutturazione) in Occidente, troppo lasco, e forse l’opposto nell’Islam, unitario, troppo stretto?

La teoria è che la cooperazione positiva farà scomparire il negativo, con violenza e guerra che cedono il posto a vere soluzioni. Come la fine della guerra fredda in Europa e della guerra calda in Irlanda del Nord; imparando che nessuno dovrebbe dichiararsi vincitore (USA), e senza dimenticare di prestare attenzione ai traumi del passato (la “Domenica di Sangue”).

Il che ci porta alla pace negativa, rimuovendo i traumi irriconciliati e i conflitti irrisolti quale causa prima delle guerre; come il Sykes-Picot, Israele-Palestina secondo lo schema 1-2-6-20. Trauma principale: le Crociate? L’Occidente ha perso 900 anni dopo l’appello del 27 novembre 1095 – ma non è mai troppo tardi.

Conflitto principale: non Israele contro Palestina, ma Israele-USA contro il mondo musulmano. La sciagurata formula “giudaico-cristiana” esclude la terza religione abramitica, l’Islam. USA e Israele si costituirono come paesi scelti dalle loro divinità con terre promesse abitate da Altri. Requisiti minimi qui sono la piena autonomia e dignità per gli spossessati.

I migranti dovrebbero essere accolti da chi ha causato il problema; per Siria-Iraq, soprattutto gli USA; per l’Africa, soprattutto le potenze coloniali.

Questo seminario ha luogo in Spagna: e a proposito di Spagna-Islam?

L’età dell’oro spagnola fu la convivencia andalusa con dialoghi fra ebrei, cristiani e musulmani, terminata nel 1492 con la brutalità della monarca cristiana [Isabella di Castiglia]: totale intolleranza religiosa, massacro, inquisizione.

Una parte della coesistenza è architettonica: la moschea-cattedrale a Córdoba. La si usi per la liturgia musulmana al venerdì pomeriggio, la liturgia cristiana alla domenica mattina, e al sabato si riprendano i dialoghi, arricchiti dai movimenti laici e da quelli per le necessarie riforme all’interno dell’ Islam!

Inoltre, si estenda la legge del 11 giugno 2015, che conferisce la cittadinanza spagnola agli ebrei sefarditi, anche ai musulmani d’origine spagnola, alle stesse (rigorose) condizioni. Non una giudeo-cristianità stile USA, ma tutti e 3 iberici!

  1. 14 settembre 2015
    Traduzione di Miky Lanza per il Centro Studi Sereno Regis
  2. Titolo originale: Islam and the West: Roads toward Peace

http://www.transcend.org/tms/2015/09/islam-and-the-west-roads-toward-peace/

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