La cospirazione cristiana nella tirannia della scienza e della tecnica

Cinzia Picchioni

Ivan Illich, Giuseppe Sermonti, La cospirazione cristiana nella tirannia della scienza e della tecnica, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 2015, pp. 208, € 16,00

La cospirazione cristiana nella tirannia della scienzaIl libro contiene gli interventi di un incontro di 3 giorni – Camaldoli, 17-18-19 maggio 2002 –, il primo sulla figura di Maritain e la sua posizione rispetto alla cultura tecnologica; il secondo giorno ha visto le due relazioni principali – una di Sermonti e una di Illich – sul regime della tecnica; nell’ultima giornata Illich ha parlato del significato – per il cristiano – di sostituire la statistica con la Parola; è stato questo l’ultimo incontro pubblico di più giorni cui Illich ha partecipato prima della morte “e costituisce un documento unico in quanto è una delle poche volte in cui parla a un uditorio di cattolici […]. Qui, alla fine della sua vita […] parla da credente a credenti”, (ivi, p. 7).

Prima delle 3 giornate di Camaldoli c’era stata una “Lettera Aperta” ai leaders del g8 di Genova 2001 (sì, quel g8 tornato alla ribalta poco tempo fa a proposito delle torture – non più “tra virgolette” – alla scuola Diaz). Tale “Lettera” voleva essere una risposta sia al Manifesto di associazioni cattoliche (vicine alla sinistra), sia all’appello “Non conformatevi” – i cui redattori erano vicini al centro-destra; questi due scritti – insieme alla “Lettera Aperta” – sono riportati in Appendice, con alcune risposte alla “Lettera”, arrivate prima dell’incontro a Camaldoli.

Perché “cospirazione”?

Perché ci si “riferisce alla comunità di fede che anima una solidarietà libera e felice non ingabbiabile in nessuna norma e accompagnata dal respiro della vita” (dalla Presentazione di Giannozzo Pucci, p. 3).

Perché tirannia?

Ai tempi dei primi cristiani il tiranno era l’impero romano, oggi è la tecnologia, la scienza, il commercio senza limiti (un tiranno assoluto, che “non lascia vivere le culture diverse da sé e usa tutti i mezzi per omologare e spazzar via ogni identità locale” (ivi).

Vandana Shiva e gli ambientalisti scientifici

L’intervento di Sermonti mira a togliere alla scienza dogmatica il primato di massima autorità religiosa, aiutato successivamente anche da riviste scientifiche, che hanno iniziato a mettere in risalto che molte scoperte scientifiche sono false (per risultati non abbastanza verificati e per sfruttamento pubblicitario). E a proposito della posizione di “verdi”, ecologisti e ambientalismo scientifico (secondo i quali non esistono leggi naturali, ma tutto è cultura), le parole di Vandana Shiva (nel 2008, al Festival della Filosofia di Modena) hanno messo tutti a tacere “chiedendo a chi sostiene che tutto è cultura di provare a stare una mattina senza respirare”, p. 6.

Per Ford, non per san Francesco

Questo fantastico mantra si trova all’interno della “Lettera Aperta” (p. 22). Si riferisce a una riflessione sul mondo che sta andando in rovina (ricordiamoci che la Lettera è stata scritta per il g8 del 2001!):

“Non possiamo fare a meno di riconoscere che il consumismo è contrario alle virtù cardinali, un ostacolo a quella vita semplice, nobile a parca suggerita da tutte le tradizioni religiose. […] Il mondo sta andando in rovina per l’abbondanza non per la povertà, per Ford non per san Francesco. È assurdo, perciò, dedicare una qualunque percentuale del nostro reddito allo sviluppo del Terzo Mondo, quando la causa della sua rovina è proprio lo sviluppo. Ed è assurdo cercare con una mano di aiutare la gente che riduciamo in miseria mentre continuiamo in un’economia ben più grave di rapina della terra, degli altri popoli e delle nostre anime”, pp. 22-23.

L’intervento di Sermonti a Camaldoli fu introdotto dalle parole – riportate anche nel libro – di Giannozzo Pucci (editore, fondatore della Lef e di molte altre “cose”, fra cui la mitica “Fierucola dei semi”), che mi piace usare per chiudere questa recensione, perché “spiegano” la cifra di tutto il libro e il suo perché:

“[…] dimostrare la debolezza della mentalità che comunemente passa come scientifica, può aiutare a ritrovare la centralità della natura vista con gli occhi della rivelazione e perciò una sovranità cristiana interiormente libera dall’impero della scienza”, p. 38.


 

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