Il piano del Canada di fare del boicottaggio di Israele ‘un crimine di odio’ è stupido e controproducente – Robert Fisk

Non sono stato mai entusiasta dei boicottaggi. Quello contro l’Italia per avere invaso l’Abissinia non ha funzionato. Né il blocco delle armi alla Spagna. Non sono ancora sicuro che aver boicottato il Sudafrica abbia davvero abbattuto l’apartheid. Sospetto piuttosto che i vecchi razzisti avessero semplicemente capito che erano irrimediabilmente superati numericamente dai neri del Sudafrica e che la partite era chiusa.

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E sono ancora scettico che boicottare Israele, anche se spaventa i pazzi di destra del governo di Benjamin Netanyahu, realizzerà  la soluzione dei due stati, i diritti umani per i palestinesi, ecc. Sono libero di rifiutarmi di comprare i prodotti delle colonie israeliane nella terra araba occupata (non li compro), ma, quando mi reco in visita a Israele, vado all’hotel King David a Gerusalemme Ovest, visito la galleria d’arte di Tel Aviv e compro libri pubblicati a Israele. Alcuni accademici israeliani appoggiano un boicottaggio del loro paese. Forse hanno ragione di farlo.

In Canada, però – ho dovuto letteralmente sfregarmi gli occhi quando ho letto la notizia  –  il governo conservatore di Stephen Harper totalmente a favore di Israele – intende inserire il boicottaggio di Israele nella lista dei “reati di odio”. Non è soltanto ridicolo, stupido, inutile e razzista perché ipotizza che chiunque sia contrario alle politiche aggressive e inique di furto della terra in Cisgiordania sia un anti-semita, ma è anche anti-democratico. Coloro che credono nella nonviolenza hanno sempre abbracciato la causa dei  movimenti per il boicottaggio poiché la pressione economica invece che le bombe è un modo morale di mettere pressione a un paese che viola la legge internazionale.

Tuttavia Harper, che sarebbe sicuramente eletto alla Knesset se fosse israeliano, è arrivato al punto di suggerire, in una sua recente visita a Gerusalemme, che anche semplicemente criticare Israele può essere una forma di anti-semitismo. Il ministro degli Esteri canadese, di recente andato in pensione, John Baird,  (normalmente un tizio abbastanza sano di mente) ha definito il movimento del Canada Boicottare Israele “la nuova faccia dell’antisemitismo”. In realtà in gennaio ha firmato un accordo ufficiale con Israele per combattere l’organizzazione Boicottare Israele, nota localmente come gruppo BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni). Steven Blaney, che gioisce del titolo  di “Ministro della Sicurezza Pubblica”  Canada, dice che il boicottaggio di Israele non può essere separato dai discorsi di odio antisemita e dai recenti attacchi contro gli ebrei in Francia. E’ una cosa irragionevole. Se rifiuto di comprare le arance prodotte in Israele in un supermercato britannico, questo non fa di me un assassino nazista. Criticare Israele non trasforma i canadesi in persone che odiano gli ebrei. Molti gruppi liberali ebrei hanno protestato contro la proposta  di Harper di estendere le esistenti ‘leggi sull’odio’ – troppe organizzazioni ebraiche l’hanno lodata – poiché ipotizza che tutti gli ebrei appoggino Israele o approvino le sue azioni. E dato che gli ebrei sono anche membri dei gruppi BDS, la definizione allargata delle legge di Harper dovrebbe far processare gli ebrei in Canada per anti-semitismo.

Ammantato come al solito nei tipi di cliché in stile Blairiano (e Cameroniano) che adottano  i politici tutti “legge e ordine”, ai canadesi viene detto che il loro governo mostrerà “tolleranza zero” verso i gruppi che difendono un boicottaggio di Israele. Naturalmente noi mostriamo “tolleranza zero” verso il furto, le rapine e la criminalità della malavita. Ma la “tolleranza zero” contro coloro che desiderano boicottare una nazione il cui esercito l’anno scorso ha massacrato più di 2.000 palestinesi a Gaza, più della metà di loro civili? Davvero? E’ stato significativo, ho pensato, che dopo l’uccisione di un soldato canadese davanti al parlamento di Ottawa per mano di un musulmano, l’anno scorso, e un attacco omicida contro militari canadesi, Harper abbia pubblicizzato il messaggio di condoglianze  che aveva ricevuto da Netanyahu, come se la compassione espressa da un uomo che aveva ordinato il bombardamento di Gaza, fosse qualcosa di cui essere orgoglioso.

Il piccolo trucco oscuro in tutto questo, è che l’anno scorso il Canada ha cambiato la sua definizione di discorsi di incitamento all’odio per includervi affermazioni fatte contro la “origine nazionale”, non soltanto la razza e la religione. Quindi affermazioni o discorsi di critica a Israele – come molte conferenze che ho tenuto in Canada, potrebbero ora essere classificate come dichiarazioni contro gli ebrei (anche se  gli ebrei sono spesso tra gli organizzatori dei miei impegni di oratore in America).

E, a tempo debito, gli editoriali sui quotidiani come il Toronto Star possono essere ritenuti anti-semiti e quini meritevoli di essere denunciati come “reati di odio”.

Se il parlamento del Canada è sufficientemente   stupido da approvare questa nuova definizione di “reato di odio”, metterà molti gruppi della società civile sotto pressione. La Chiesa Unita del Canada e i Quaccheri canadesi potrebbero trovarsi in tribunale, e i giudici, per quanto personalmente rifiutino le violenze di Israele nei confronti dei palestinesi, dovrebbero rispettare questa legge oltraggiosa ed esercitare “tolleranza zero” contro la libertà di parola di coloro che condannano i crimini di guerra commessi da Israele in Medio Oriente.

Vale la pena ricordare che decine di migliaia di ebrei in tutto il mondo, e specialmente in America e in Polonia, avevano chiesto il boicottaggio della Germania nazista nel 1933 proprio per le azioni anti-semite che hanno portato direttamente all’Olocausto. I diplomatici americani sono stati critici al riguardo per timore che il boicottaggio spingesse Hitler a commettere azioni ancora più crudeli. Non hanno  però minacciato i dimostranti con la “tolleranza zero” dei “reati di odio” a causa della “origine nazionale” dei tedeschi che si proponevano di boicottare.

Alla fine, naturalmente, è molto semplice. Boicottare uno stato per i suoi crimini è un modo nonviolento ma probabilmente molto forte di esprimere l’indignazione morale in un periodo in cui le dichiarazioni politiche – o i governi codardi come quello di Stephen Harper – non riescono a rappresentare la rabbia degli elettori o ad avere qualsiasi effetto su uno stato che ignora la legge internazionale. Se togliete  questo, allora  l’autore dell’attentato  [alla maratona di  Boston nel 2013] che rischia la pena capitale, può dire che il suo era l’unico modo di agire.

Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: http://zcomm.org/znetarticle/canada-s-plan-to-make-boycotting-israel-a-hate-crime-is-stupid-and-counterproductive

Originale : The Indipendent

20 maggio 2015

http://znetitaly.altervista.org/art/17542

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