La legna scalda tre (3) o anche 4 volte

Come qualcuno sa, vivo in co-abitazione sulle colline del pinerolese, a 650 m s.m. Le case sono senza il riscaldamento comunemente noto (caldaia-termosifoni-pannelli radianti ecc.), ma sono fornite di stufe a legna.

Sotto casa c’è una catasta di legna – lunga – acquistata anni fa (e che dura ancora oggi). Quei lunghi rami devono essere trasportati – a spalla – fino al cortile, dove c’è un aggeggio elettrico (e sul tetto ci sono i pannelli solari per l’energia elettrica) che può tagliarli. Così ogni tanto anch’io prendo i tronchi – quelli più piccoli e leggeri – e li ammonticchio vicino alla macchina tagliatrice – e non solo faccio un utile esercizio fisico (invece di pagare una palestra al chiuso dove camminerei su un tapisroulant guardando un film), ma mi scaldo (1).

La legna tagliata crea col tempo una bellissima catasta, artisticamente disposta sotto una tettoia. E dalla tettoia deve essere trasportata vicino alla porta di casa e poi in casa, vicino alla stufa; cosa che faccio ogni giorno, salendo anche alcuni gradini di un scala che dal giardino conduce all’ingresso di casa “mia”. E mi scaldo (2).

Quando mi sveglio – al freddo – per prima cosa mi metto un cappello (lo sapete no che il caldo “esce dalla testa”?), delle calze, una vestaglia, uno scialle e poi accendo la stufa, con piccoli legnetti (raccolti a mano nel bosco e/o nello spazio all’aperto dove razzolano le galline e scorrazzano i conigli – che non si mangiano) e carta di giornale. Immediatamente, anche solo per il fatto di vedere il fuoco, mi scaldo (3).

In verità le volte in cui mi scaldo sarebbero 4, perché anche la raccolta e lo spezzare dei rami più piccoli procura calore: inoltre mi permettono di fare salutari pause dal lavoro “mentale” che svolgo durante il giorno davanti al computer (strumento molto “raffreddante”, dal punto di vista energetico). Quando lavoro da un po’ mi alzo e vado a raccogliere rami. Mi scaldo immediatamente, quando rientro in casa mi sembra caldissima, l’energia si è rimessa in moto e posso lavorare ancora un po’.

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