Dalla teoria della guerra giusta alla teologia della pace

Mairead Maguire

12.12.2014 – Presentazione al Vertice Nobel – Roma, Italia

Mairead Maguire, Premio Nobel per la Pace – Appello a Sua Santità Papa Francesco perché sostituisca la teoria della guerra giusta con la teologia della Pace, Non-uccisione, e Nonviolenza

Cari Fratelli e Sorelle,

È appropriato in modo particolare che siamo qui riuniti per la Giornata Internazionale dei Diritti Umani e che il nostro tema sia La Pace e il Viverla. Credo che la Pace sia un diritto umano per ognuno, e che la sua presenza sia necessaria al fine di proteggere e sostenere tutti gli altri diritti incastonati nella Dichiarazione Universale ONU sui Diritti Umani. Sono sicura che possiamo concordare che pur avendo una Dichiarazione Universale, abbiamo un lungo percorso da fare per assicurarci che i nostri Governi implementino e mantengano tutti questi diritti. Ciononostante sono speranzosa perché credo che siamo, noi – famiglia umana, a un puto di svolta nella storia.

C’è una crescente consapevolezza, un modo nuovo di pensare e vivere, con molti dediti alla cura reciproca e della natura e che riconoscono che il vero spirito dell’umanità è amarsi ed essere amati. Tale consapevolezza evolutiva sarà registrata nella storia futura come il periodo in cui l’umanità scelse di diventare l’incarnazione vivente della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, guidata nelle proprie azioni da nonviolenza, verità, amore, e dalla scelta di non uccidere.

Tuttavia il cambiamento avviene così rapido attorno a noi oggi che qualcuno è confuso e incerto riguardo a come dovrebbe reagire ai problemi d’aggressione ed ingiustizia. Chi viene colto in mezzo a violenza e caos crescenti può sentirsi impotente e incapace di controllo. La coltura della paura, la disperazione, e il vuoto di speranza, sono alimentate da una dieta quotidiana di scene alla televisione, o nella realtà effettivamente vissuta, di sofferenza umana risultante dalla violenza, la povertà e la guerra. Più di tutto si ha globalmente bisogno che venga data speranza, di sapere che s’importa ad altri e che servirà sia incoraggiarli sia renderli in grado di abbandonare la paura e assumersi le proprie responsabilità locali e globali lavorando per la pace e la riconciliazione.

Quest’anno ricordiamo l’inizio della Prima Guerra Mondiale nel 1914, che cominciò un secolo di ben due guerre globali, una Guerra Fredda, e un periodo durante il quale si è assistito, con grevi costi, all’inescusabile espansione di tecnologie letali e distruttive e a questa gara per gli armamenti e la superiorità militare condotta oggi dagli USA. L’evoluzione tecnologica avvicina il giorno della guerra automatizzata. Il Dipartimento della Difesa USA ha detto che si avrà un’era di guerra automatizzata entro 15 anni. Per allora ritengono che si potrebbero combattere guerre interamente utilizzando sistemi uccisori robotici dotati di armi avanzate. Il rapporto di tale Ministero della Difesa CNAS – ‘Centro per una nuova Sicurezza Americana – in preparazione della guerra in un’Era Robotica’ espone la visione del Pentagono della guerra futura e del programma Skynet che automatizzerebbe le guerre. Il progredire nell’ ‘Intelligenza/ce Artificiale’ e progetti come ‘Protesi Umane Sintetiche Geneticamente armate di Laser’, portano la guerra a un livello affatto nuovo, ed ecco perché bisogna abolire il militarismo prima che sia troppo tardi. La guerra continua indisturbata fino ad oggi nonostante sia una negazione e privazione di tutti i diritti umani, alla vita, la libertà e la proprietà, e senza alcun riguardo per i milioni di cittadini che nel mondo si sono appellati al proprio governo perché abolisca il militarismo e la guerra e risolva i propri problemi senza uccidere esseri umani e distruggere i paesi egli ambienti in cui abitano.

Il crescente Movimento per la Pace oggi nel mondo, cui apparteniamo tutti, può trarre speranza dalla visione di pace di Alfred Nobel e di Bertha von Suttner che scrisse ‘Deponete le armi’ e fu la prima donna a vincere il Premio Nobel per la Pace. La loro visione di un mondo disarmato e smilitarizzato fu molto bene articolata da Nobel stesso quando lasciò il suo premio per la pace a quei campioni della pace che operassero per l’abolizione degli eserciti e per la fraternità fra le nazioni. Nobel credeva che le faccende umane dovessero essere regolate dalla forza della legge e non dalla legge della forza. Molti al tempo di Nobel sostennero il Movimento per la Pace, che non si limitò a civilizzare e rallentare il militarismo, ma esigeva la sua totale abolizione.

Per aiutarsi in questa responsabilità Globale di salvare l’umanità dal militarismo e dalla guerra, sarà necessario che noi che condividiamo una fede comune nella santità della vita e nella dignità dei popoli ci aduniamo nello spirito del Principio 13 della ‘Carta dei Laureati Nobel per la Pace’ per un Mondo Senza Violenza, che chiama “tutti ad operare insieme verso un mondo giusto, libero da uccisioni in cui ognuno abbia diritto a non venire ucciso e la responsabilità di non uccidere altri’.

Oggi credo che se vogliamo la pace dobbiamo essere non meno visionari o coraggiosi che Nobel e Bertha. Non dobbiamo accontentarci di migliorie e riforme, ma piuttosto della totale abolizione degli eserciti, delle armi nucleari e della guerra. Il potere militare dev’essere sostituito dalla legge e dai rapporti internazionali e dall’utilizzo della diplomazia tradizionale anziché di quella coercitiva. Dobbiamo lavorare per liberare il mondo del proprio servaggio al militarismo, liberando così alcune delle nostre migliori menti scientifiche e fondi enormi per un miglior servizio all’umanità nel trattare le molte minacce alla sicurezza umana quali la malattia, il cambiamento climatico, la competizione per le risorse, e l’emarginazione esperita da gran parte della popolazione mondiale.

Il nostro appello è reso tanto più urgente vedendo oggi che l’eredità di decenni di disperazione e sofferenza diffuse dal militarismo occidentale nel Medio Oriente e oltre è servito esso stesso da terreno di coltura al conflitto e alla radicalizzazione contribuendo così a creare un meccanismo auto-perpetuante d’alimentazione e sostegno al complesso militar-industrial-mediatico. Per combattere le forze estremiste crescenti nel Medio Oriente, è necessario capirne la causa. Non può essere risolto dalla cosiddetta ‘guerra al terrore’, causa essa stessa di morte e sofferenza e alimento solo d’islamofobia. Dobbiamo piuttosto affrontare le cause alla radice, sociali, economiche e politiche, che hanno condotto al sorgere dell’estremismo violento e analogamente riconoscere il modo in cui esso sia stato effettivamente strumentalizzato per servire le ambizioni geopolitiche di ambizioni di principi dissoluti e di politici puerili all’Est come all’Ovest.

Purtroppo l’Unione Europea e molti altri paesi vengono trascinati in situazioni dove diventano complici di trasgressioni al diritto internazionale attraverso le guerre perpetue di USA/RegnoUnito/ NATO. L’elenco di paesi musulmani bombardati od occupati dalla Coalizione dei volonterosi a partire dal l980 ha compreso molti dei paesi che ho visitato, come l’Iraq, l’Afghanistan, il Libano, la Bosnia e la Siria, con la Siria per almeno 14° paese del mondo islamico appunto invaso, occupato o bombardato da forze USA-NATO. In tutti questi paesi ho assistito a sofferenza, morte e distruzione superflua, in situazioni dove i problemi avrebbero potuto risolversi col dialogo e il negoziato. Spero che col tempo le forze USA-UK-NATO che ne sono state causa vogliano dirsi ‘spiacenti’ della propria politica estera nociva a tante persone.

Qui, a Roma, conscia del nostro incontro in uno dei più importanti centri cristiani al mondo, vorrei rivolgere un messaggio a sua santità il papa. Ringrazio papa Francesco per il suo amore e la sua opera per i poveri, la sua opposizione alla pena di morte, al crimine della tortura, e la sua recente iniziativa interconfessionale per por fine alla moderna schiavitù. Tuttavia, vorrei rivolgergli uno speciale appello affinché sostituisca la teoria della ‘Guerra Giusta’ con una teologia della Pace, della Non-uccisione e della Nonviolenza. Le nostre radici cristiane sono impregnate della nonviolenza di Gesù e delle parole del compianto teologo USA padre John L. McKenzie, ‘non si possono leggere le scritture e non sapere che Gesù era del tutto nonviolento’ e che la ‘teoria della guerra giusta è un elemento fasullo di moralità’. Credo ci sia un auto-inganno nel cuore dell’umanità nel dire che abbiamo il diritto di ucciderci l’un l’altro, che il longevo difetto nella nostra teologia cristiana della guerra giusta alimenti questo mito di violenza, militarismo e guerra giustificati. Quanto c’è bisogno per il mondo di un messaggio univoco di papa Francesco, e di tutti i capi spirituali del mondo, che la violenza non è la via, la violenza non è mai giustificata, la violenza è sempre sbagliata, e che ci sono molti modi di resistenza pacifica all’ingiustizia come Sua santità ha indicato nel suo appello per una giustizia senza vendetta.

La geopolitica militarista occidentale si è dimostrata un totale fallimento, la distruzione di paesi e popolazioni deve finire e dobbiamo asserire che è tempo di provare un’altra pista. Un dialogo autentico onnicomprensivo, incondizionato, che comporti anche parlare ai combattenti dello Stato Islamico, ai taliban, etc., e a tutti gli altri che usano la forza delle armi, è l’unico modo di progredire. Come sua santità ha detto a proposito della possibilità di dialogo con tali gruppi, “Non chiudete mai la porta, è difficile, potreste dire quasi impossibile, ma la porta è sempre aperta.”

Per contribuire a costruire un tale mondo pacifico, demilitarizzato, in cui dialogo e diplomazia possano sostituire la violenza, le Nazioni Unite dovrebbero assumere attivamente il proprio mandato di salvare il mondo dal flagello della guerra rigettando il militarismo, abolendo la NATO e sostenendo il diritto internazionale e i diritti umani. Cercando l’assolvimento del proprio mandato da parte dell’ONU non trascuriamo di rammentarle che una chiave per la pace nel Medio Oriente è la fine dell’occupazione militare israeliana della Palestina. Quest’ingiustizia e il fallimento ONU di far valere appieno il diritto internazionale in merito sta alla base praticamente di ogni conflitto e calamità sopportate dalla regione durante gli scorsi 67 anni. Richiedo la piena reintegrazione dei diritti palestinesi, la fine dell’ostruzione [nord]americana alla giustizia per la Palestina nell’ambito ONU e la fine del finanziamento di quel paese dell’occupazione israeliana.

Spero che da parte dei detentori di Premi Nobel per la Pace e da Roma giunga un rigetto franco ed univoco di ogni violenza e un appello per la Pace, la Giustizia, e un’Abolizione universale delle armi nucleari, del militarismo e della guerra.

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