Presentazione del libro I BASTARDI DI SARAJEVO di Luca Leone

giovedì 18 dicembre
ore 18,00, sala Poli

Partecipa Luca Leoneautore del libro, letture a curdi Roberto Micali (Ass. Ar.Te.Mu.Da). ModeranPiero Gorza e Giuseppe Modica

Dalle 18 merenda “‘sinoira”, dialoghi con l’autore, spazi teatrali e in conclusione salotto letterario

OrganizzanCentro Studi Sereno Regis e Amnesty International

copertina I bastardi di Sarajevo (1) copia“Io e te siamo musulmani per convenienza, corrotti per scelta, scaltri per divertimento, potenti per vocazione, Nihad… perché tu non sei migliore di me, rassegnati… sei il servo perfetto per il perfetto padrone…!”.

“La scrittura acre e tosta di Leone manda di morte e polvere da sparo e ci indirizza verso un’Ade balcanica senza ritorno e senza via d’uscita, ove la cartolina ridente della Bosnia Erzegovina e della pittoresca Sarajevo si scolora, accartoccia, annerisce, come buttata nelle braci ardenti del camino della Storia recente, per poi divenire velina nera e negativo evanescente che scompare in cenere”. (Silvio Ziliotto)

I bastardi di Sarajevo ringhiano forte, sia nel presente che nei ricordi del passato dei protagonisti del libro. C’è la crudeltà e la spregiudicatezza dei carnefici e la sofferenza taciuta delle vittime, soprattutto donne. La voglia di rivoluzione dei giovani e la saggezza rassegnata e ironica di un Professore. La brama sanguinaria di certi turisti e la ricerca di redenzione da parte di chi – come molti di noi – ha guardato da spettatore la guerra e non ha fatto ciò che doveva. I personaggi sfilano davanti al lettore sul palcoscenico decadente di una Sarajevo dai mille angoli bui, con l’autore che tesse una trama perfetta e avvincente fatta di soli dialoghi. Il teatro dei bastardi di Sarajevo non ha ancora calato il sipario.

“Non è un giallo, quello di Luca Leone. Il colore dominante de I bastardi di Sarajevo è il nero: non solo come genere letterario noir, quanto soprattutto come colore dell’umore del presente e prospettiva del futuro. La Sarajevo che Leone descrive è una Sarajevo ancora sotto assedio”. (Riccardo Noury)

“Al termine della lettura di questo libro, resta ancora uno spiraglio di luce per la disgraziata umanità bosniaca che, comunque, continua a resistere”. (Eldina Pleho)

 

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