Fotografia – A Monika Bulaj il Premio Nazionale Nonviolenza 2014 – Enzo Gargano
Il Premio Nazionale “Nonviolenza” – Ed. 2014, nell’ambito del Premio nazionale “Cultura della Pace-Città di Sansepolcro”, per la prima volta è stato assegnato a una donna: Monika Bulaj, fotoreporter, documentarista, una delle più importanti fotografe in attività.
Il premio, viene riconosciuto “per la sua attività di fotografa, reporter e documentarista, capace di mettere in luce l’umanità esistente nei confini più nascosti eppure evidenti della terra, di far vedere la guerra attraverso le sue conseguenze, di indagare l’animo dell’Uomo, la sua ansia di religiosità, di tenerezza e di dignità. Monika Bulaj rende visibile l’invisibile, attraverso l’esplorazione dell’animo delle persone, creando con l’immagine, l’unità dell’umano.”
Fotografa, reporter e documentarista, Monika Bulaj (Varsavia, 1966) con la sua Leica pubblica da diversi anni reportage sui confini estremi delle fedi, sulle minoranze etniche, i popoli nomadi, i migranti, gli intoccabili e i diseredati in Asia, Africa ed Europa. Ha diretto e sceneggiato il film documentario “Figli di Noè” e ha firmato la sceneggiatura di “Romani Rat 2002”, diretto da Maurizio Orlandi e incentrato sullo sterminio dei Rom da parte del regime nazista.
«Il mio obiettivo – ha asserito in occasione della TED Global Fellowship 2011 – è quello di dare voce alle persone silenziose, per mostrare le luci nascoste dietro il sipario del grande gioco, i piccoli mondi ignorati dai media e dai profeti di un conflitto globale». Infatti Monika Bulaj è una cercatrice, prima di tutto di luce . Non sembrano interessarle i confini tra le culture, ma i luoghi dove proprio l’inconciliabile già da lungo tempo si è mescolato. Il rispetto per l’altro da sé significa lavorare senza flash, proprio perché cerca la luce, anche quando c’è solo una penombra in cui i contorni si perdono. Così nascono immagini che fanno intuire ancora il movimento.
Attualmente sta portando in diverse città italiane, oltre alla mostra fotografica, lo spettacolo “NUR Appunti afghani” – performing reportage – tratto dal libro “NUR La luce nascosta dell’Afghanistan”, pubblicato da Electa a fine 2013. Sta inoltre lavorando su un nuovo progetto “Le Afriche. Specchi dell’invisibile” e continua la sua ricerca sui confini del monoteismo in Asia, Caucaso, Russia e Medio Oriente.
Ascoltiamola in un’intervista realizzata al Festival della Letteratura di Mantova.
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