Lessico minimo di pedagogia libertaria – Segnalazione di Cinzia Picchioni

TRASATTI Lessico minimo di pedagogia liberitaria_COVER.inddFilippo Trasatti, Lessico minimo di pedagogia libertaria, eléuthera, Milano 20142, pp. 176, € 14,00

L’Indice è in ordine alfabetico, da «Attivismo» a «Walden II» (per distinguerlo dal Walden di Thoreau), passando per Marcello Bernardi (oh! Che ricordi…), Danilo Dolci, Ivan Illich, Jasnaja Polyana e il kibbutz e Summerhill. Ciascun contributo è fornito di una mini-bibliografia, mentre una maxi-bibliografia è quella che chiude l’Introduzione (che si intitola Per una pedagogia libertaria); la Prefazione – di Francesco Codello – non ha alcuna bibliografia invece, ma ci invita alla lettura del libro con queste parole: «[il libro, NdR] è uno strumento di lavoro particolarmente utile e importante […] è una sorta di cassetta degli attrezzi che educatori, insegnanti e genitori possono utilizzare per costruirsi un proprio percorso di autoeducazione in senso libertario che ristabilizzi l’ordine di un discorso educativo: educare, ex-ducere, tirare fuori, non plasmare, non riempire, essere e non dover essere. Infine è un libro da leggere perché scritto con tutto se stesso, con la semplicità che deriva da esperienze vissute intimamente, senza quel dannoso distacco che deriva da una fredda e asettica postura autoritaria, ma anche con quel rigore necessario per ogni ricerca che sia rispettosa dell’altro», p. 10.

Dalla quarta di copertina riporto invece questa frase di Paul Goodman (che naturalmente è presente come voce, nell’Indice, e anche nel libro: «Il mio scopo è di dimostrare come oggi sia disperatamente difficile, per un bambino normale, crescere fino a farsi uomo. Perché il nostro attuale sistema sociale non richiede uomini: sono pericolosi, non convengono».

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