Cinema – Days of hope di Ditte Haarløv Johnsen – Mondovisioni 2014

giovedì 30 ottobre 2014
ore 18.30 e ore 21.00, sala Poli

days_of_hope_02Days of hope
di Ditte Haarløv Johnsen | Danimarca, 2013, 74 minuti
Anteprima italiana
Ogni anno migliaia di africani cercano di raggiungere l’Europa, lasciandosi tutto alle spalle. Harouna ha salutato la sua ragazza e un figlio, ma è bloccato nella città di Nouadhibou in Mauritania. Thelma era stata abbandonata bambina in Ghana, ora 12 anni dopo raggiunge la madre in Danimarca, per scoprire una vita diversa da quella che immaginava. Austin ha superato il Mediterraneo e passando per il Centro d’accoglienza di Siracusa è arrivato Copenaghen, dove vive di espedienti. Sono solo alcune delle storie che si celano dietro le statistiche sull’immigrazione e i titoli sulle tragedie nei mari d’Europa. Festival: CPH:DOX Copenaghen 2013
Durante la serata sarà presentata la prima Carovana italiana per i diritti dei migranti, per la dignità e la giustizia, 23 novembre-6 dicembre 2014, da Lampedusa per arrivare a Torino negli stessi giorni in cui in Messico la Caravana de Madres Centroamericanas buscando a sus migrantes desaparecidos percorrerà le strade che dal Centroamerica arrivano fino agli Stati Uniti, sulla rotta dei nuovi schiavi.

http://carovanemigranti.org/

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Terzo appuntamento con Mondovisioni, la rassegna itinerante di documentari curata per il settimanale Internazionale da CineAgenzia che fa tappa a Torino, dal 16 ottobre al 6 novembre 2014 e dal 20 gennaio al 10 febbraio 2015. Giunta alla 4a edizione, Mondovisioni, presentata al pubblico cittadino dal Centro Studi Sereno Regis nella sala Gabriella Poli, comprende otto titoli, selezionati tra la più recente produzione internazionale e legati ai temi caratterizzanti della rivista – attualità, diritti umani e informazione – che saranno proposti in altrettanti appuntamenti settimanali, di giovedì tra ottobre e novembre 2014 e di martedì tra gennaio e febbraio 2015, con duplice proiezione, pomeridiana e serale.

Scarica la scheda critica di Days of Hope

Tutti i film sono in lingua originale con sottotitoli italiani. La sala ha una capienza di 72 posti.

BIGLIETTI Intero: 5 € | Soci Aiace e studenti universitari: 4 €. Prevendite nelle giornate di proiezione dalle 17.00 in poi

INFORMAZIONI Centro Studi Sereno Regis | via Garibaldi 13, Torino
tel. +39 011 532824 – 011 549005 | fax +39 011 5158000
[email protected] | www.serenoregis.org

Gli altri documentari in programma:

giovedì 6 novembre | 18.30 e 21.00

#chicagogirl – The Social Network takes on a Dictator
di Joe Piscatella | Stati Uniti/Siria, 2013, 74 minuti
Dalla sua stanzetta alla periferia di Chicago una teenager americana figlia di esuli siriani coordina attraverso la rete la rivolta in Siria: tramite Facebook, Twitter e Skype aiuta i compagni sul campo a fronteggiare cecchini e bombardamenti, per denunciare al mondo le atrocità e violazioni dei diritti umani commesse in nome di Bashar al-Assad. Diffondere notizie e immagini delle violenze sembra però non basti a scatenare la reazione internazionale e così, mentre il conflitto infuria, i membri del suo network dovranno decidere quale sia il modo più efficace per combattere un dittatore: i social media o gli AK-47.

martedì 20 gennaio | 18.30 e 21.00

Hope on the line
di Alexandre Papanicolaou e Emilie Yannoukou | Francia/Grecia, 2014, 73 minuti
Anteprima italiana
Un anno con Alexis Tsipras, presidente del movimento greco Syriza, dalla decisiva campagna per le elezioni del 2012 fino all’oscuramento del canale radiotelevisivo pubblico ERT nel giugno 2013, per conoscere la sua personalità, la sua visione e le sue ambizioni. Il film documenta anche l’attività del partito dietro le quinte e le riunioni in Grecia e all’estero: tra il leader e i membri del direttivo di Syriza si stabiliscono strategie, si definisce la linea politica, si immagina timidamente un altro possibile futuro per il paese, mentre è in gioco il ruolo della Grecia in Europa e il suo stesso destino.

martedì 27 gennaio | 18.30 e 21.00

Internet’s own boy: The story of Aaron Swartz
di Brian Knappenberger | Stati Uniti, 2014, 105 minuti
Anteprima italiana
Dallo sviluppo del protocollo RSS a quello della piattaforma Reddit, c’è lo zampino del ragazzo prodigio dell’informatica Aaron Swartz in buona parte di internet. Il suo innovativo impegno di attivista per la giustizia sociale e nell’organizzazione politica, unito a un aggressivo approccio all’accesso all’informazione, lo hanno però imbrigliato in un incubo legale durato 2 anni, conclusosi con il suicidio a soli 26 anni. Il caso di Aaron ha scosso le coscienze ben oltre le comunità online nelle quali era una vera celebrità, la sua vicenda è un monito a non sottovalutare il rapporto tra tecnologia e diritti civili.

martedì 3 febbraio | 18.30 e 21.00

Marmato
di Mark Grieco | Colombia/Stati Uniti, 2014, 87 minuti
Anteprima italiana
Se la Colombia è al centro della rinnovata corsa globale all’oro, allora Marmato, antico villaggio minerario con oltre 500 anni di storia, è la nuova frontiera. Nella montagna su cui è abbarbicato si stima siano sepolti 20 miliardi di dollari in oro, e gli 8000 abitanti rischiano di essere trasferiti per fare spazio a una gigantesca miniera a cielo aperto. Il film documenta i 6 anni durante i quali gli abitanti hanno resistito alla multinazionale mineraria canadese che d’accordo con il governo punta al tesoro nascosto sotto le loro case, e celebra la dignità dei minatori decisi a difendere le loro tradizioni e il loro futuro.

martedì 10 febbraio | 18.30 e 21.00

Documented
di Jose Antonio Vargas | Stati Uniti, 2014, 90 minuti

Anteprima italiana
Nel 2011 il giornalista premio Pulitzer Jose Antonio Vargas sì è autodenunciato come immigrato illegale, con un clamoroso articolo sul New York Times Magazine. Arrivato bambino dalle Filippine, Vargas ha scelto di rischiare in prima persona e attraversa gli Stati Uniti raccontando la sua storia in solidarietà con gli oltre 11 milioni di clandestini che vivono nel paese. Il suo impegno per una riforma delle leggi sull’immigrazione lo mette in contatto con molti di loro, in particolare quelli come lui cresciuti negli USA, ma l’esperienza susciterà anche il desiderio di rincontrare la madre, dopo oltre 20 anni.

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