L’ombra lunga della storia

Johan Galtung

Come disse Carl Gustav Jung, e i cinesi prima di lui: le ombre sono lunghe e buie. Non serve saltare, ci seguono. Così, gli USA hanno torto a credere di poter farla franca con i misfatti del passato, che la gente li dimentichi; non studiano la storia. Inoltre, quando queste azioni sono compiute dagli USA non sono considerate malvagie, ma nel caso peggiore “tragiche”, e non solo per le vittime ma anche per i malfattori accusati.

Si prenda Ferguson, Missouri, e la militarizzazione della polizia USA. La parola in-S “schiavitù” si bisbiglia fra le ombre (e si urla nei libri come quello di Walter Johnson, River of Dark Dreams, Slavery and Empire in the Cotton Kingdom [Fiume dai sogni cupi. Schiavitù e impero nel regno del cotone, ndt]). Si trattava di lavoro forzato, per dirla garbatamente, con catene e fruste. E negli USA, n° 1 al mondo per carcerati, troviamo un numero sproporzionato di neri ai lavori forzati con tanto di catene per reati modesti – venduti a datori di lavoro; e le prigioni sono persino quotate in borsa.

Si prendano gli indigeni, si bisbiglia la parola in-G “genocidio”, e si urla la parola Pulizia Etnica nel libro di G. C. Anderson Ethinc Cleansing and the Indian [Gli Indiani e la Pulizia Etnica, ndt].

Nella memoria collettiva, nella parte conscia, prendono forma ombre. Nella cultura profonda: “un giorno arriveranno e faranno a noi quello che noi abbiamo fatto loro”; rendendo la paura di una grossa rivolta qualcosa che si autoavvera.

Le ombre più cupe sono entro il subconscio collettivo. La sensazione di essere sul versante sbagliato della storia, non solo di perdere le guerre e un impero, è venuta a molti, seppur non ancora al Parlamento bipartitico. Disperazione, apatia, suicidio; individualmente o come assassinio di massa. Una crescente sensazione di star scivolando giù nel paese. La dirigenza cerca di trovare qualcuno esterno da incolpare, rispolvera la Russia della guerra fredda, sempre più i musulmani fin dalla guerra all’Islam dichiarata dalla NATO nel 1992 in successione alla guerra fredda. Tutte le volte, reazioni contro le ombre sussurranti. Guardate dentro di voi, USA, queste calamità sono sostanzialmente provocate da voi stessi. Potete saltare ad altre, sopprimerle – ma l’ombra vi segue fedelmente, sempre più cupa.

Come si trattano le ombre cupe?

Affrontandole. Sottoponendo gli USA a Commissioni Internazionali per la Verità sulla conquista dell’America dal 1607 al 1620, e sulla schiavitù; bianchi contro rossi, e bianchi contro neri; potrebbe servire.

Le commissioni sui 240 interventi all’estero compiuti sinora, cominciando da Jefferson, sarebbero tremende. I dinieghi non portano gli USA da alcuna parte, ma c’è spazio per spiegazioni, per i perché, alla luce dei valori del tempo. Corea, Vietnam, il mondo musulmano, Iran, Palestina, Somalia, Afghanistan-Pakistan, Iraq, Siria e ISIS, per citarne alcuni, non sarebbero cose da poco, dato che il presente produce ombre per il futuro. Una “strategia” senza capire che cosa ha prodotto la violenza è vacua. E, mentre “si distrugge l’ISIS”, nuovi movimenti emergeranno; quanti?

Non commettiamo errori, non c’è modo che il mondo dimentichi il passato; sopravvive, seppur represso, come cultura profonda, come incubi collettivi. E politicamente come tentativi di spiare il mondo intero.

Le 3C, Confessione-Contrizione-Compensazione? Servirebbero, contribuirebbero anche a guarire l’anima USA martirizzata, torturata; potrebbe essere qualcosa di simile. Farebbe bene a entrambe le parti, a tutte le parti, e costerebbe poco, salvo che psicologicamente, calarsi dall’empireo dell’eccezionalismo all’abisso morale dell’affrontare il passato e il presente. Per approdare però poi al lato splendente, a un’altura morale capace di distanziarsi dai misfatti del passato, senza esservi costretta dal venire sconfitti.

Immaginiamo un movimento “Ombre vaganti per il mondo, unitevi!”. I pellerossa e i neri degli USA, a invocare i loro avi; i milioni toccati direttamente dalle più recenti guerre e colpi di stato USA in America Latina, Africa, i coreani, vietnamiti, gli innumerevoli musulmani d’Asia – immaginiamo una “Coalizione dei Renitenti a Subirla Ancora”; col rinforzo di un paio di milioni di spiati, letti, ascoltati di nascosto. Basta, o altrimenti… – altrimenti che cosa? Violenza? No – neppure dalla metà dell’umanità che quest’anno sarà membro dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai, SCO.

Peggio. “USA, vi piace emettere certificati di pariah ai vari paesi; giù e fuori. Il nostro certificato a voi dice irrilevanza – ci è impossibile cooperare con voi. La vostra fedina penale è troppo sporca. Percepiamo l’impronta delle vostre dita, dei piedi, del vostro corpo e della vostra anima nella svolta rovinosa dell’economia finanziaria, nel terrorismo di stato e non, nella presa USA-israeliana della Palestina e degli stati musulmani come Libia, Iraq-Siria, Pakistan-Afghanistan, e in Corea, Cina, Giappone, Africa e America Latina. Ricorrete sempre troppo alla svelta alla violenza, valete ben poco nel cercare le cause più profonde. Non possiamo costringervi a cambiare, dovete volerlo voi stessi. Ma possiamo togliervi la palla dal vostro cortile e giocarcela per conto nostro. Molti di noi hanno già cominciato, molti altri seguiranno”.

Gli USA debbono veramente sottoporsi a tutte quelle commissioni internazionali per uscire da questa difficile situazione, a dozzine di vescovi Tutu, il quale in realtà va oltre col suo famoso: “Se si è neutrali in situazioni d’ingiustizia, si è scelto il lato dell’oppressore: se un elefante ha il piede sulla coda di un topo, e voi dite che siete neutrali, il topo apprezzerà la vostra neutralità?”

No, non costringendoli, ma invitandoli, pro-attivamente. Un buon inizio sarebbero commissioni internazionali sull’Ucraina orientale e sull’abbattimento dei voli malaysiani MH17 e MH370. Non c’è da sbagliare: il rifiuto di accettare commissioni-tribunali internazionali, per esempio sul ruolo dell’Afghanistan negli avvenimenti dell’11 settembre 2001, è auto-incriminante.

Le ombre cupe della storia non sono un monopolio USA. Il colonialismo, e non solo occidentale, pervasivo e persistente, è stato lento a morire, e ce ne sono ancora residui. Ma oggi gli USA eccellono, anzi già da tempo. Si guardi l’elenco dei problemi citati qui sopra, cominciando dall’economia finanziaria, e si lasci perdere gli USA, come irrilevanti: serve identificare soluzioni per tutti quanti. La leadership dovrebbe essere collettiva, come nei BRICS; la leadership non dovrebbe mai essere di un solo paese, o una sola persona.

USA, cambiate! O tanto peggio.


15 settembre 2014

Titolo originale: The Long Shadows of History

Traduzione di Miki Lanza per il Centro Sereno Regis


 

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