Da quel giorno dovremmo stare immobili…

Da quel giorno dovremmo stare immobili…

altro che «Settimana europea della mobilità sostenibile»!

Nel 1987 fu il 19 dicembre (ed era già grave perché l’anno non era ancora finito!), nel 2013 è stato il 20 agosto… sto parlando dell’Overshooting Day.

Ma un momento, prima capiamo bene che cosa sia l’Overshooting Day. Ogni anno la Global Footprint Foundation (cioè la Fondazione – Foundation – che studia l’impronta ecologica – Footprint – globale – Global) misura le risorse della Terra e i consumi di tutti noi esseri umani, e stabilisce (stimandola) la data in cui ciò che usiamo supera ciò che la Terra ci può dare.

Risorse?

La misura riguarda: pascoli; acqua dolce; minerali; capacità di assorbire CO2 e altri gas serra; petrolio; carbone e gas; biodiversità; suolo coltivabile; stock di pesce; foreste; capacità di assorbire e metabolizzare l’inquinamento.

Finite!

Negli ultimi decenni l’umanità ha cominciato a usare più risorse di quante il nostro pianeta possa produrre (nel 1961 ne consumavamo il 74%; il 100% nel 1970; il 116% nel 1980; il 125% nel 1990; il 130% nel 2000; il 156% nel 2012.

Quattro Terre…

e 0,5: tanti dovrebbero essere i nostri pianeti per sopportare il consumo degli Stati Uniti. Noi – per ora – in Italia viviamo come se avessimo 2,55 Terre a disposizione; l’India consuma meno della metà di 1 Terra, col suo 0,49. Questo permette che la media mondiale sia “solo” l’1,56 (cioè globalmente avremmo bisogno di 1,56 pianeti per continuare a vivere come viviamo, consumando come consumiamo, inquinando come inquiniamo).

Perciò, in teoria, da oggi non dovremmo fare più nulla, perché è un po’ come quando finiamo i soldi che abbiamo depositati in banca (no, spero non in banca, magari alla Posta o alla Banca Etica, o alla MAG, o alla MACRO!). Peccato che siamo già ampiamente abituati/e a spendere più soldi di quelli che guadagniamo, e perciò non abbiamo nemmeno più quella mentalità, spazzata via dalla vendita rateale! Tutto organizzato eh!?

Per capire quanto e come pesiamo sul pianeta, c’è un calcolatore che ci permette di farlo (e fornisce anche consigli per attenuare la nostra impronta ambientale): www.footprintnetwork.org.

Niente guerre

E per finire, giacché stai leggendo questa “Pillola” all’interno della “newsletter” del Centro Studi Sereno Regis, ti interesserà sapere che la semplicità volontaria è lo stile di vita che mira costantemente alla riduzione dell’impronta ambientale individuale (e quindi collettiva), e che il Sereno Regis è un Centro Studi che da oltre 30 anni si occupa di diffondere tematiche come questa, insieme con la pace e con la risoluzione nonviolenta dei conflitti (anche la guerra ha una sua impronta – altissima), insieme con altre organizzazioni:

E per concludere: contro la guerra cambia la vita.

Buona parte dei cittadini e del movimento pacifista è forse ancora lontana dal cogliere la relazione fra guerre e i nostri stili di vita. Non si può essere pacifisti solo in occasione dello scoppio di guerre, trascurando per il resto della nostra vita le dinamiche economico-politiche che dei conflitti sono padri e madri. È quindi necessario interrogarsi sugli strumenti dell’azione popolare per la pace allo scopo di prevenire le guerre. È necessaria un’altra economia, è necessario pensare e praticare un altro modo di lavorare, mangiare, spostarsi, viaggiare, comunicare, scaldarsi, curarsi, informarsi, commerciare.

Nessuno di noi è esentato dalla necessità del cambiamento: la nostra impronta ecologica e i nostri consumi energetici sono di gran lunga più vasti di quanto dovrebbero essere in un mondo dove le risorse fossero distribuite equamente.

Su queste basi, una campagna del tipo “Contro le guerre cambia la vita” può contenere una pluralità di aspetti, tali da coinvolgere virtualmente ogni cittadino, ente locale, governo, quali ad esempio:

  • una riduzione dei consumi energetici domestici legati ai trasporti
  • una riduzione dell’uso di beni (alimentari e non) la cui produzione richiede molta energia
  • la scelta – di emergenza, ma da portare avanti fino a minaccia rientrata – del boicottaggio di quelle aziende/gruppi di potere economico che pensano solo al profitto senza curarsi degli effetti ambientali e sociali da loro provocati
  • azioni di sensibilizzazione diretta come la diffusione delle biciclettate contro la guerra e delle infrastrutture per facilitare l’uso della bici
  • richiesta alle città del mondo che si dichiarano per la pace di indire giornate comuni senz’auto per la pace
  • la diffusione delle energie alternative
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