Marx e Freud, il taoismo e Gandhi – Johan Galtung

Quei due giganti fecero qualcosa d’insolito per dei pensatori occidentali: furono molto olistici. Niente meno che l’intera società e il mondo, e molto più che sola economia, in quanto a Marx; niente meno che l’intero complesso corpo-mente, con estensioni nella cultura, per Freud.

Altrettanto insolito: erano molto dialettici. C’erano forze e contro-forze. Mezzi rispetto a modi di produzione per Marx, semplificate in Capitale contro Lavoro; Super-ego contro Id, valori dall’esterno contro impulsi dall’interno per Freud. Per Marx la dialettica era dentro la Struttura – di Cultura e Natura c’era poco – per Freud fra Cultura e Natura – di Struttura c’era poco.

Olismo e dialettica sono i pilastri del pensiero taoista, e danno luogo a una teoria dinamica dei sistemi organici come le società e gli umani. Le forze si chiamano yin e yang, nel tempo entrambe saranno predominanti e recessive, la dominante recederà e la dominata crescerà. In tale procedimento può esserci qualche punto d’equilibrio, ma non stabile. Nulla è stabile in questa prospettiva, né lo è alcunché – la Germania nazista, l’Unione Sovietica, gli USA – di monolitico con solo una forza. Ci sono ovunque yin/yang, anche negli stessi yin e yang, e una nuova dialettica che emerge.

E qui i grandi occidentali mostrano le loro limitazioni. Marx era un ottimista vedendo una forza-lavoro consapevole e organizzata rompere i ceppi del Capitale, procedendo verso il socialismo e il comunismo; Freud era un pessimista vedendo la “realtà” (il suo termine per struttura?) come immutabile, che impediva compromessi fra Super-Ego e Id. Essi utilizzavano solo la dialettica delle loro contraddizioni primarie; aldilà di quello diventavano deterministici.

Inoltre, con due forze ci sono cinque risultati: prevale uno o l’altro; nessuno dei due – come nella morte sociale o individuale; si trova un compromesso – capitalismo sociale, capit-comunismo, la maturità di Freud; e sia l’uno-sia l’altro, trascendimento, andando oltre il compromesso. Essi, comunque, vedevano solo un esito, il trionfo della forza-lavoro, o il compromesso.

Qualunque cosa accada, sarà instabile. Per la stabilità ci vuole uno stabilizzatore, ma anche così qualunque equilibrio è instabile. Lo Stato è lo stabilizzatore sociale che congela la dialettica a favore del Capitale, del Lavoro, di nessuno dei due, un compromesso o ambedue; ma dov’è lo stabilizzatore individuale?

Potrebbe essere di nuovo lo Stato, per timore degli impulsi ad arraffare, molestare, imporre sesso – i crimini classici: furto, violenza e violenza sessuale – usando lo Stato di Diritto, e i Super-Ego come la Chiesa, contro gli eccessi dell’Id.

Ma c’è un’altra risposta a livello individuale, che manca in Freud: lo Spirito Umano, la capacità di riflettere sulle forze su di sé e mutarle, perfino trascendere, andare oltre. Così, lo Spirito umano può trascendere la dualità vero/falso creando una nuova Scienza, buono/cattivo creando nuovi Valori, giusto/sbagliato creando una nuova Morale, bello/brutto creando nuove Arti, sacro/ malvagio creando nuove Religioni. Lo Spirito è olistico e dialettico e ben più che lo Stato, forte o debole che sia. Ma come lo Stato, lo Spirito può essere più o meno sviluppato.

Nella contraddizione fra Capitale e Stato, prevale il Capitale nell’economia Blu [di mercato]; lo Stato nell’economia Rossa [centralizzata]; né l’uno né l’altro nell’economia Verde, locale, di natura; compromesso nell’economia Rosa; l’uno e l’altro nell’economia Gialla giapponese, adesso rinata nell’economia cinese. Ma lo Stato c’è sempre, addirittura stabilizzando la propria assenza apparente sull’asse Blu-Verde, con lo Stato di Diritto.

E il contrasto Stato/Lavoro? Prevale il Lavoro: con cooperative gestite dai lavoratori, più locali. Prevale lo Stato: con il lavoro forzato-leva militare per lo stato, fascismo. Né uno-né l’altro: può prevalere il Capitale in un’economia speculativa con gratifiche, niente forza-lavoro né interferenza dello stato. Compromesso, sia l’uno-sia l’altro: come il sistema sovietico, una dittatura che favorisce il Lavoro.

E Spirito contro Super-Ego? La storia della cultura umana che evolve, sfida [i limiti], trascende qualunque cosa, vero-buono-giusto-bello-sacro.

E Spirito contro Id? Con l’Id che prevale, la Natura fa il suo corso senza granché di Spirito; con lo Spirito che prevale, esso si nutre di sublimazione.

Lo Stato stabilizza con il controllo esterno – punizione e ricompensa; lo Spirito con il controllo interiore – buona o cattiva coscienza. Voler fare ciò che va fatto semplifica l’esistenza umana.

Da decenni si è in cerca di una sintesi fra marxismo e psicoanalisi. Ma “sintesi” sa molto di statico.

D’altronde c’è di più che l’analogia indicata fra le due teorie basate sull’olismo e la dialettica. C’è anche contraddizione fra le due contraddizioni. Più precisamente: la contraddizione fra Stato e Spirito agisce sulle contraddizioni fra Capitale e Lavoro e fra Super-Ego e Id. Molto dinamico.

Lo “spirito umano” è abbastanza forte? S’inserisca Gandhi, sconosciuto a Marx, inutilizzato da Freud a quanto pare; il Mahatma, maha-atman, Grande Anima, davvero.

Il suo Spirito prevalse sul suo impulso sessuale, rendendo forse disponibili maree di energia da sublimazione. Il suo Spirito prevalse anche sullo Stato-Capitale inglese uniti nel rivolgersi verso l’estero – fenomeno noto anche come imperialismo – ponendo fine al possesso inglese del “gioiello dell’Impero”, l’India. Il suo Spirito tentò di prevalere sullo Stato-Capitale in India, a favore dell’ elevazione dello spirito, sarvodaya, con cooperative auto-centrate (self-reliance) connesse non da uno stato ma da “circoli oceanici”, con uno scambio equo. Ma non riuscì nel suo intento; stato e capitale prevalsero e ancora prevalgono, in equilibrio instabile.

Il suo metodo era il Satyagraha, attenersi alla Verità, satya; per Gandhi un concetto che unisce vero-giusto-buono-sacro all’amore. C’era yin-yang: boicottare i tessuti inglesi e tuttavia aiutare i mercanti in sofferenza; non-cooperazione con il governo coloniale e tuttavia buoni rapporti con gli inglesi. La parola “nonviolenza” non riflette in alcun modo quest’approccio dialettico inserendo la propria dialettica (sostanzialmente indipendente dall’astinenza sessuale).

S’inserisca la Cina, non spirituale, ma il taoismo è parte della sua cultura. Il risultato sono compromessi molto creativi, ovviamente instabili.

Marx e Freud sono lasciati indietro da culture cui si può attingere di più; due mattoni dei BRICS, la I e la C. Oltre la dottrina economica 101 (intesa come economia di base, elementare, ndt)

4 agosto 2014

Traduzione di Miky Lanza per il Centro Sereno Regis
Titolo originale:Marx and Freud, Daoism and Gandhi
http://www.transcend.org/tms/2014/08/marx-and-freud-daoism-and-gandhi/

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