Cinema – La storia del cammello che piange

lunedì 5 maggio 2014 – ore 20.30
sala Poli – Centro Studi Sereno Regis – via Garibaldi, 13 – Torino

locandina_cammelloLa storia del cammello che piange, un film di Byambasuren Davaa, Luigi Falorni. Con Janchiv Ayurzana, Chimed Ohin, Amgaabazar Gonson, Zeveljamz Nyam Titolo originale Die Geschichte vom weinenden Kamel. Documentario, Ratings: Kids+16, durata 87 min. – Germania 2003.

In “La storia del cammello che piange” di Luigi Falorni e Byambasuren Davaa, sono messe in parallelo la storia di una cammella che rifiuta di allattare il suo piccolo dopo un parto difficile, storie di buon accudimento materno, il ruolo centrale della comunità come luogo di ascolto e approccio creativo ai problemi. Introduce la proiezione Anna Piantanida, psicologa psicoterapeuta.

Nell’ambito della rassegna cinematografica “Per una nascita e una accoglienza nonviolente” I temi della gravidanza, della nascita e del primo anno di vita visti attraverso diverse culture in tre film. A cura della Sezione Piemontese di Arte e Psicologia e il Centro Studi Sereno Regis, con al centro temi come il qui e ora, la profondità misteriosa dell’attimo presente, l’incontro con la vita in noi e accanto a noi, il dono dell’ascolto, la responsabilità della presenza.

Per ogni incontro sono previste la presentazione di un esperto, un filmato evocativo, un confronto finale. La collaborazione tra le due associazioni proponenti si collega sia alla dimensione della nonviolenza, come pratica sociale, sia a quella dell’intreccio tra arte, creatività e nonviolenza, un intreccio in cui l’arte si pone come veicolo di contenuti e conoscenze e luogo di esperienze creative e di crescita. La fruizione estetica sostiene infatti la creatività personale, rendendo possibili le trasformazioni sia a livello personale che e sociale. L’ambito scelto è stato quello della gravidanza, della nascita, del primo anno di vita, in contesti culturali diversi:

In “Nascere a Shantala” di Nikola Reich (svoltosi lunedì 7 aprile alle ore 20.30) abbiamo colto come il rumore disturba l’ascolto, la distrazione ci allontana da ciò che è importante. È nell’ascolto silenzioso e attento, nonviolento, un ascolto guidato dall’amore, che la donna si riconosce parte dell’universo e della natura, riconosce il proprio figlio come dono, lo accoglie alla propria mensa. Ha introdotto la proiezione Elsa Bianco, psicoanalista. 

In “Babies” diretto da Thomas Balmès (lunedì 9 giugno alle ore 20.30) , saranno presentati la nascita e il primo anno di vita di quattro bambini nati in quattro diversi angoli del pianeta: Namibia, Mongolia, Giappone, Stati Uniti. Il tatto, l’odorato, il gusto, l’ascolto, la vista, tutti i sensi della madre e del bambino impegnati in un solo compito: conoscersi. Introdurrà la proiezione Annalisa Ferretti, psicoanalista.

I temi che saranno sviluppati nella rassegna saranno in primo luogo quelli dell’accoglienza e dell’ascolto. L’accoglienza e l’ascolto sono un dono di pace, senza il quale il diverso resta l’estraneo, lontano dal nostro “interessarci” e spesso ricettacolo di proiezioni negative, non persona, ma semplice contenitore. La psicologia ci insegna a questo proposito che alla base di un sano sviluppo personale è l’essere stati pensati e trattati fin dall’inizio come persone.

Il fine degli incontri è l’educazione all’ascolto, ascolto di sé, e qui le immagini come evocatrici di emozioni svolgono un ruolo importante, ascolto dell’altro, spazio necessario all’accoglienza del nuovo e intrinseco al confronto partecipato tra i presenti.

per info e approfondimenti
Arte e Psicologia – Sezione piemontese
Marcello Pedretti tel. 011752920
[email protected]
www.insiemecon.com/artepsicologiapiemonte

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