Il golpe dimenticato. Da Canberra a Kiev, le stesse regole mafiose

John Pilger

Il ruolo degli Usa in questo golpe fascista contro il governo ucraino può sorprendere solo quelli che seguono i media senza considerare la storia più o meno recente del pianeta. Dal 1945, dozzine di governi, molti dei quali democraticamente eletti, hanno incontrato un analogo destino, il quale solitamente ha comportato spargimenti di sangue. Il Nicaragua è una delle nazioni più povere del pianeta, con una popolazione inferiore a quella del Galles, ma nel periodo sotto i riformisti sandinisti degli anni 1980 esso era visto da Washington come una seria minaccia strategica.

La logica dietro ciò era comunque semplice, se il più piccolo e debole si libera della catena, ponendo le basi per un esempio, chi altro potrebbe seguirne le orme?

Il grande gioco strategico offre scarse garanzie persino per gli alleati americani più fedeli. L’esempio più lampante viene fornito dal semisconosciuto golpe australiano, la cui storia dovrebbe illuminare quei governi che credono che mai lo scenario Ucraino e Cileno potrebbe verificarsi a casa loro.

Il servilismo australiano verso gli Usa rende la Gran Bretagna quasi come un “infedele”. Durante l’invasione Usa del Vietnam, a cui l’Australia aveva chiesto di partecipare, Canberra si lamentò con Washington che gli inglesi avessero più accesso di loro alla strategia e agli obbiettivi Usa.

La risposta che ricevettero fu veloce “Gli inglesi devono essere informati per mantenerli tranquilli, mentre voi siete con noi, e questo vi deve bastare”.

Questo status quo venne scosso nel 1972 con l’elezione del riformista laburista Gough Whitlam. Questi, sebbene non fosse considerato di sinistra, era un social democratico anticonformista per principio, con una straordinaria immaginazione politica. Credeva che una potenza straniera non dovesse controllare le risorse della propria nazione e deciderne le politiche economiche e estere. Propose di “ricomprare la fattoria” e di essere indipendenti sia da Londra che da Washington.

Il giorno dopo la sua elezione, Whitlam stabilì che il suo staff non potesse essere sottoposto a pressioni da parte della ASIO (Australian Security organization) una organizzazione legata, oggi come allora, all’intelligence anglo-americana. Quando condannò pubblicamente l’amministrazione Nixon/Kissinger come “corrotta e barbara” un funzionario della CIA di stanza a Saigon, Frank Snepp, ricordò che “Ci avevano comunicato che gli australiani potevano essere considerati come collaboratori dei nord vietnamiti”.

Victor Marchetti, agente della CIA che aveva contribuito alla realizzazione della Pine Gap, stazione di monitoraggio satellitare australiana-americana posizionata nel cuore dell’Australia, mi disse in seguito che “la minaccia di chiudere questa stazione aveva “innervosito” la Casa Bianca, e stava per avere inizio una cura cilena.”

Infatti in quel periodo la CIA aveva aiutato il generale Pinochet a rovesciare il governo democratico di Allende in Cile.

Nel 1974 venne inviato Marshall Green come ambasciatore della Casa bianca a Canberra. Questi era conosciuto nell’ambiente come una figura anziana e imperiosa nel dipartimento di stato, una figura che lavorava nell’ombra. Conosciuto come il “Coupmaster” (“maestro del golpe”, ndt) aveva già rivestito un ruolo di primo piano nel colpo di stato del 1965 contro il presidente indonesiano Sukarno, colpo di stato che era costato quasi un milione di morti. Uno dei suoi primi discorsi in Australia fu all’istituto dei direttori australiani e venne descritto da un membro allarmato del pubblico come un aperto invito a sollevarsi contro il governo.
I messaggi classificati provenienti da Pine Gap venivano decodificati in California dai contractor della CIA. Uno di questi era il giovane Christopher Boyce, un idealista che, turbato dal trattamento riservato verso un alleato, divenne un “informatore”.

Rivelò che la CIA si era infiltrata nella politica australiana e nella dirigenza dei sindacati e che il governatore generale australiano, Sir John Kerr, veniva definito come “il nostro Kerr”.

Nei suoi vestiti scuri e nei suoi incarichi prettamente cerimoniali, questo Kerr ancora incarnava un impero, difatti questi era il viceré australiano della Regina di Inghilterra, in una terra che ancora riconosceva la Regina come “capo di stato”. I suoi compiti erano cerimoniali, eppure Whitlam – che lo aveva nominato – non era a conoscenza del suo vero ruolo oppure scelse di ignorarne i legami con i servizi anglo-americani.
Kerr era anche membro entusiasta della Associazione Australiana per la libertà culturale, descritta da Jonathan Kwitny nel suo libro “I crimini dei patrioti” come “una elite chiusa, generalmente controllata dalla CIA”.

La CIA “finanziava Kerr, contribuì alla sua carriera e lui continuò per tutto il tempo a battere cassa all’agenzia”.

Quando nel 1975 Whitlam scoprì che i servizi inglesi stavano da tempo operando contro il suo governo “i Britannici stavano effettivamente decifrando i messaggi classificati che arrivavano al mio ufficio affari esteri” dichiarò in seguito. Uno dei suoi ministri, Clyde Cameron, mi disse un giorno “sapevamo che i servizi inglesi stavano ponendo le basi per incontri “di gabinetto” per gli americani” in un’intervista risalente agli anni 1980 un ufficiale esecutivo della CIA dichiarò che “il problema Whitlam veniva discusso con una certa urgenza tra il direttore dell’agenzia, Wiliam Colby e il capo dei servizi inglesi Sir Maurice Oldfield, in quell’occasione vennero presi accordi e Kerr semplicemente fece ciò che gli era stato ordinato”.

Nel 1975 Whitlam venne a conoscenza dell’esistenza di una lista segreta di personale della CIA in possesso del Capo del Dipartimento della Difesa Australiano, Sir Arthur Tange, – un “mandarino” iperconservatore che godeva di un potere senza precedenti a Canberra – una volta ottenutala scoprì che Richard Stallings, sotto copertura, aveva ideato Pine Gap come una installazione di copertura dell’Agenzia. In quel momento Whitlam aveva in mano la prova che cercava.

Il 10 novembre dello stesso anno ebbe modo di visionare un telex riservato inviato dalla ASIO a Washington, in questo si dichiarava che lo stesso primo ministro Whitlam era un rischio per la sicurezza del suo paese. Il telex era stato scritto da Theodore Shackley, capo della CIA per l’Asia orientale. Shackley era stato responsabile a Miami per l’eliminazione di Fidel Castro e capo stazione in Laos e Vietnam.
Inoltre si era recentemente occupato del “problema Allende”.

Il giorno prima Kerr era stato in visita al Quartier Generale della NSA australiana, un’ istituzione che era e rimane profondamente legata a Washington, dove venne indottrinato sulla “situazione di crisi”. Subito dopo gli fu chiesta una linea di comunicazione sicura ed egli passò 20 minuti in una conversazione silenziosa.

L’11 dello stesso mese, mentre Whitlam veniva informato della presenza segreta della CIA nel suo paese, venne convocato da Kerr, il quale, invocando una legge arcaica ma ancora in vigore sulla “riserva dei poteri”, licenziò il primo ministro democraticamente eletto. Il problema era risolto.


Link: The Forgotten Coup – and How the Same Godfather Rules From Canberra to Kiev

18.03.2014 Traduzione per www.comedonchiscitte.org a cura di MEMNONE

Truthout

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=13145


 

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