Una «recensione» e una «sollevazione»

Chissà se si chiama così, «sollevazione», quando uno si sente sollevato da qualcosa? Io mi sento sollevata dal senso di colpa che provo quando penso che ho la «cinemite», una malattia che mi fa amare il cinema oltremisura, ben sapendo che l’industria cinematografica è molto impattante (anche se non scarico film da internet, anche se non guardo i film col computer, anche se ho poche (e preziose) videocassette, e ancor meno DVD, anche se non registro i film dalla televisione, anche se vado al cinema ogni volta che posso (e non nelle multisale) e se «perdo» un film non lo cerco in rete, non compro il DVD , non me lo faccio masterizzare, da qualcuno che ce l’ha ecc.). Ma ecco qua che un amico mi informa che «eppur si muove» anche l’industria cinematografica. Riporto la notizia così come mi è arrivata, ed ecco perché questa «Pillola» è anche una recensione. Di fatto consiglio di vedere il film e non solo per la qualità della pellicola!

(Fonte: C’è un nuovo cinema all’orizzonte! di Francesca Magliulo, 19 dicembre 2013)

loc  capitale umano«Il Capitale Umano», l’ultimo film di Paolo Virzì, prodotto da Indiana Production con Rai Cinema e con Manny Film, ora nelle sale cinematografiche, è il primo film ad applicare «Edison Green Movie», il protocollo per il cinema sostenibile dedicato alle case di produzione cinematografiche per l’adozione di soluzioni in grado di ridurre l’impatto ambientale di un film.

Il protocollo, sviluppato da Edison e Tempesta, fornisce le linee guida per analizzare l’impatto ambientale di una produzione cinematografica, e per ridurlo. Attraverso l’analisi puntuale di tutti i reparti tecnici che contribuiscono alla realizzazione di un film, sono stati individuati i consumi su cui è possibile intervenire per ridurre al minimo l’impatto ambientale di cose e persone. Sulla base di questi consumi sono stati redatti gli indicatori di sostenibilità da prendere in considerazione per valutare la performance ambientale di una produzione cinematografica.

Gli indicatori di sostenibilità sono basati sulle seguenti attività: consumi energetici, trasporti di merci, trasporti di persone, consumi di materiali (carta, plastica, vetro ecc.), gestione dei rifiuti, catering, coordinamento e comunicazione interna e compensazione. Seguendo «Edison Green Movie», la casa di produzione Indiana Production, assistita nelle fasi di preparazione del film e durante le riprese sul set per una corretta applicazione del protocollo, ha ripensato l’intero ciclo produttivo del film adottando comportamenti di risparmio, rispetto e uso intelligente delle risorse.

In particolare, «Il Capitale Umano» ha soddisfatto l’esigenza energetica del film con un allaccio temporaneo alla rete elettrica che ha permesso di tagliare le emissioni di anidride carbonica di circa il 75% a 12 tonnellate rispetto alle 44 tonnellate che avrebbe prodotto con un tradizionale gruppo elettrogeno. Il prelievo di energia dalla rete elettrica unitamente all’utilizzo di bank di neon a batteria per le riprese in ambienti interni ha prodotto un risparmio di oltre 37mila euro.

La scelta in favore della sostenibilità di «Edison Green Movie» si applica anche alle risorse non energetiche e, nel caso del film di Paolo Virzì, ha portato all’allestimento di una cucina da campo e all’uso di stoviglie riutilizzabili evitando i trasporti per la consegna dei pasti e riducendo sensibilmente la produzione di rifiuti. La sostituzione delle bottigliette d’acqua con un boccione da 18 litri ha fatto sì che in due mesi di produzione siano stati utilizzati 170 boccioni d’acqua, anziché 6120 bottiglie. Si è scelto inoltre di ricorrere a prodotti a km zero e di albergare vicino al set con indubbi benefici sia in termini di qualità della vita sia di indotto per l’economia locale.

Il protocollo «Edison Green Movie» porta al cinema l’attenzione per un utilizzo corretto e consapevole delle risorse minimizzando l’impatto ambientale dei film. L’obiettivo è quello di produrre film sostenibili, usando soluzioni energetiche eco efficienti e pratiche green in tutte le fasi della produzione. Per la prima volta il grande cinema, con «Il Capitale Umano» di Virzì, applica il protocollo, regalandoci un film che piace anche alla natura.

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