Il potere delle canzoni del sud: come il sud ha formato Pete Seeger – Chris Kromm

Prima che diventasse una leggenda della musica folk, Pete Seeger voleva diventare un giornalista. E’ stata questa prospettiva di inviato e di narratore di storie che ha determinato l’approccio di Seeger al canto e al fare musica: diffondendo avvertimenti sull’ingiustizia, facendoci conoscere nuove persone e prospettive, e ricollegandoci alle nostre tradizioni spesso nascoste di gente comune che lotta per ottenere un cambiamento.

Seeger, che è deceduto il 27 gennaio, provava orgoglio nell’apprendere e condividere le canzoni di tutto il mondo, ma nessun luogo sembrava modellare lui che era nato a New York, sia dal punto di vista musicale che politico, più del Sud degli Stati Uniti.

Nel 1936, all’età di 17 anni, il padre di Seeger, che allora lavorava per l’Amministrazione del New Deal’s Works Progress* , ha portato Pete a un festival di musica folk ad Asheville, nella Carolina del Nord. E’ stato qui che Seeger ha sentito  Samantha Bumgarner suonare il banjo a cinque corde per la prima volta, e si è innamorato di quello strumento. Ha anche scoperto Bascam Lamar Lunsford, della Carolina del Nord, soprannominato il “Menestrello degli Appalachi” che conduceva il festival e che ha insegnato a Seeger il suo stile caratteristico di pizzicare le corde con la punta delle dita  che produce un effetto di cascata.

Dopo aver  abbandonato gli studi all’università di Harvard, il primo impegno di Seeger è stato di lavorare per lo studioso texano  di musica folk, Alan Lomax  per catalogare e registrare canzoni folk pere la Biblioteca del Congresso. Attraverso Lomax, Seeger ha incontrato il suo connazionale   Woodie Guthtrie che sarà suo amico per lungo tempo, ed è stato a contatto con  i musicisti del Sud, come la leggenda del blues della Louisiana, Lead Belly e la cantante  Aunt Molly Jackson, del Kentucky, interprete di canti del lavoro i quali avrebbero modellato la sua mentalità politica e musicale.

Il Fronte Culturale

Mentre era a New York, Seeger è entrato in un vivace circolo di musicisti impegnati attivamente per le cause della sinistra. Tra gli amici più intimi di Seeger nel “Fronte Culturale”, c’era Lee Hays, l’altissimo interprete di canzoni del lavoro, che era dell’Arkansas, e che ha fornito a Seeger il collegamento sia con la musica del sud che con la storia spesso nascosta dei movimenti progressisti della regione. (Jeff Sharlet ha scritto un pezzo eccellente su Hays sulla rivista Oxford American).

Hays ha imparato la musica sacra per arpa  nella chiesa di suo padre sacerdote e ha lavorato al Commonwealth College di cui avevano preso il controllo studenti favorevoli ai sindacati, a Mena, in Arkansas, negli anni ’30, e anche nella Highlander Folk School in Tennessee, una scuola che preparava gli attivisti e che ha messo in contatto Seeger con il movimento per i diritti civili.

Nel 1940, Hays e Seeger si sono uniti con altri per formare il gruppo denominato The Almanac Singers, un nome ispirato dall’osservazione di Hays che prima in Arkansas “una famiglia aveva due libri. La Bibbia per  aiutarli a prepararsi per il mondo che viene dopo questo, e l’Almanacco per aiutarli nel mondo presente.” Strettamente legati ai sindacati degli attivisti, del Congresso delle Organizzazioni Industriali, l’elenco degli artisti dell’Almanac che spesso cambiava, comprendeva Guthrie, Josh White, un cantante e attivista afro-americano della Carolina del Sud, e Sis Cunningham, un laureato bianco del Commomwealth College ed ex insegnante nella Scuola radicale della Carolina del Nord  per le donne meridionali sindacalsite.

Verso il Sud

Gli Almanacs si sono sciolti presto,  ma la loro popolarità presso i progressisti ha portato Seeger a diventare  il cantante di ballate in occasione della candidatura a presidente di Henry Wallace del Partito Progressista ispirato al New Deal, nel 1948. La campagna elettorale di Wallace comprendeva un fatidico  giro di una settimana nel sud, dove la squadra di bianchi e di neri di Wallace ha avuto un’accoglienza violenta  durante sua prima tappa nella Carolina del Nord. Seeger in seguito ricordava che i consiglieri di Wallace volevano cancellare il viaggio, ma Wallace insisteva che si spingessero più avanti nel Sud. Come ha scritto un inviato del giornale Baltimore Afro-American: “Un gruppo integrato di bianchi e neri che viaggiava nel Sud nel 1948…Eravamo obiettivi che stavano seduti aspettandosi di saltare in aria da un momento all’altro.”

L’ostilità di cui è stato testimone Seeger nel Sud è stata demoralizzante, ma ha anche migliorato il suo interesse per la lotta emergente per i diritti civili del Sud, un argomento su cui Seeger e Lee Hayes hanno continuato a focalizzarsi quando hanno formato il gruppo folk The Weavers, nell’autunno del 1948. Prima di essere distrutti a livello commerciale dall’isterismo della Guerra Fredda, the Weavers hanno avuto più successo degli Almanacs e la maggior parte delle loro canzoni più note avevano radici meridionali: “On top of Old Smoky,” che Seeger ha trovato nella regione degli Appalachi, “Pay Me My Money Down,” un canto di schiavi delle isole della Georgia, e “Darlin’ Cory,” un canto di montagna su un amore perduto e il chiaro di luna.

Il 1948 è stato un anno  importantissimo anche per un’altra ragione: in quell’anno il People’s Songs Bullettin (il Bollettino delle canzoni del popolo), una pubblicazione del gruppo People’s Songs, del quale erano a capo Seeger e Hays, ha pubblicato le parole del canto gospel “I’ll Overcome Someday”, che hanno attribuito al compositore afro-americano Charles Albert Tindley. Seeger ha detto di averlo appreso da Zilphia Horton, che conduceva programmi culturali alla Higlander  School e che la aveva sentita da membri del sindacato dei lavoratori del tabacco che scioperavano  a Charleston, nella Carolina del Sud, nel 1945.

Come Seeger era sempre svelto ad ammettere, le origini di molte delle canzoni che suonava, trasmesse per tradizione orale, erano ambigue, e “We Shall Overcome” non fa eccezione. (Un libro caustico del 2012 sostiene che la fonte è un’altra cantante di gospel, Louise Shropshire). Ma è indiscutibile che Seeger sia stato fondamentale per renderla popolare – avendola suonata per Martin Luther King, Jr. alla riunione dell’Highlander School  nel 1957, e avendola trasmessa a giovani artisti in ascesa come Joan Baez, che  decise di  cantarla alla Marcia su Washington del 1963.

Altre canzoni meno note di Seeger, raccontavano aspetti diversi della storia politica e razziale del Sud. “The Story of Old Monroe” [La storia del vecchio Monroe], che Seeger ha scritto con Malvina Reynolds nel 1962, raccontava la storia di Robert F. Williams il leader militante della NAACP [Associazione Nazionale per il progesso delle persone di colore] di Monroe, Carolina del Nord, che sosteneva l’autodifesa armata conto il Ku Klux Klan. Facendo eco a un tema analogo, Seeger è stato il primo a registrare un’altra canzone della Reynolds, “La battaglia di Maxton Field,” che salutava un tentativo coronato da successo degli Indiani Lumbee  di cacciare via il KKK da Maxton, nella Carolina del Nord, nel 1958.

Un altro granello di sabbia”

Seeger, naturalmente, non ha mai smesso di cantare e di parlare apertamente, compresa la sua vivace interpretazione di “Questa terra è la tua terra” (This Land Is Your Land”) in occasione dell’insediamento del Presidente Barack Obama nel 2008, più di 50 anni dopo che il maccartismo  e le liste nere avevano devastato la sua carriera.

In tutto questo, le ricche tradizioni musicali e culturali del Sud, e anche le brutali realtà della violenza razzista e di altre ingiustizie nella ragione, sono state una influenza significativa.

Nel memoriale del 1967 “Il cantante folk incompleto,” (The Incomplete Folk Singer), Seeger include un’annotazione del diario del 1964, quando era andato in Mississippi su invito degli organizzatori per i diritti civili  per insegnare nelle Scuole della Libertà organizzate dal movimento. Durante un seminario, ricorda di aver detto al pubblico che le autorità avevano trovato i corpi degli attivisti assassinati, James Earl Chaney, Andrei Goodman e Michael Schwerner (una tragedia per la quale in seguito Seeger aveva cantato la delicata ma potente ballata: “Those Three Are On My Mind”, Quei tre sono nella mia mente).

E’ stato un momento doloroso, uno momento che avrebbe fatto sì che tutti si chiedessero che cosa stavano facendo, e se il cambiamento era realmente possibile. Seeger però, ha sempre creduto  che non importava quanto  poche fossero le probabilità – il problema era da quale parte si stava, e se si sarebbero condivise o no le fortune con persone comuni che lottavano per un mondo migliore. Come ha scritto dal Mississippi:

E che cosa sto raggiungendo? alcuni si chiederanno. Ebbene, so che sono soltanto un altro  granello di sabbia in questo mondo, ma preferirei  usare il mio potere,  per quanto piccolo, per  quello che penso sia giusto, piuttosto che occuparmi egoisticamente delle mie fortune personali e dovere vivere con una cattiva coscienza. 

*http://it.wikipedia.org/wiki/Works_Progress_Administration

Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo www.znetitaly.org

Fonte:http://www.zcommunications.org/the-power-of-southern-song-how-the-south-shaped-pete-seeger-by-chris-kromm

Originale: Facing South Traduzione di Maria Chiara Starace –  1°febbraio 2014

http://znetitaly.altervista.org/art/14121

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