Sorella acqua

Mentre la Sardegna è allagata (e non solo per la pioggia, ma per dove cade, su quali tipi di strade, su quali tipi di case, su quali tipi di fiumi – e soprattutto di argini…) vorrei scrivere dell’acqua come sorella.

E se, come il santo di Assisi, la considero mia sorella cercherò di non inquinarla. Qualche giorno fa sono stata invitata a parlare della semplicità volontaria da un gruppo di persone sensibili ai temi dell’ecologia, ma nessuno conosceva la «palla lavante»! Allora, giacché mi capita di pensare: «No, non puoi ancora dire “la tal cosa”, che barba!», ma invece scopro che, per esempio, ci sono ancora persone che usano il detersivo per lavare, ho deciso di scrivere a proposito dell’alternativa al sapone per i panni.

Molti anni fa mi è capitato di riflettere sullo stato del mare mentre passeggiavo sulla spiaggia con mio figlio (allora di 3 anni, oggi ne ha 23). Il mare era l’Adriatico, ed ero a poche decine di chilometri dal delta del Po. E la riflessione mi ha portato a visualizzare l’acqua del mare (non certo cristallina) che risaliva il Po, attraversava la pianura Padana (e le città che incontrava), giungeva a Torino (dove viviamo) e «finiva» (in realtà «cominciava») nel rubinetto di casa nostra. La «realizzazione» è stata fulminea e la reazione immediata: «Devo trovare il modo per non usare più il detersivo nella lavatrice». Negli anni poi ho eliminato ogni altro sapone chimico per lavare tutto (piatti, pavimenti, mobili, sanitari, me stessa, fornelli…) con ardite soluzioni che via via si sono perfezionate.

Ma torniamo a «sorella acqua». Tutti, proprio tutti, laviamo i panni, perciò quella è un’azione su cui abbiamo molto potere. Possiamo decidere di non sversare più litri e litri di detersivo/ammorbidente/sbiancante/candeggiante/anticalcare… nello scarico/fogna/depuratore/fiume/mare/oceano/mondo, perché esiste il modo per lavare almeno i panni con un metodo alternativo. Si tratta di una palla di plastica, battezzata «Pallalinda» che (copio dalle istruzioni che si trovano all’interno della scatola):

«… contiene 4 tipi di ceramiche naturali (…) che hanno la proprietà di agire sulla durezza e sul ph dell’acqua, rendendo lo sporco facilmente rimovibile. Le ceramiche sono anche in grado di agire sul cloro, che è spesso causa dello scolorimento dei tessuti, ed hanno anche funzione antibatterica e antimuffa. Lasciando pallalinda nella lavatrice vuota anche dopo il lavaggio si elimina in poche settimane l’odore di umido che spesso rimane nel cestello della lavatrice. (…) La durata media del prodotto è di circa 1000 lavaggi (…)».

Qualcuno poi usa lo stesso un po’ di detersivo (dal 10 al 30%), che sarà comunque sempre meno di quello che utilizza abitualmente! Da vent’anni uso questo sistema, e quando mi capita di dover/voler comprare del detersivo vado nei negozi leggeri (che vendono alla spina) col mio contenitore, sempre quello da anni; e/o posso permettermi di acquistare i costosi saponi biodegradabili al 100%, con sostanze naturali e non sintetiche eccetera (e già! Usando poco – o per nulla – detersivo si può anche spendere di più per comprarlo!).

Tutte le informazioni sull’uso, i trucchi, la durata, la ricarica (al sole!), il prezzo, l’efficacia della «palla» si trovano scrivendomi e/o telefonandomi; meglio la testimonianza diretta che internet!

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