L’Aja prende in giro la giustizia in modo che CIA e MI6 possano salvare la faccia?

Robert Fisk

Succedono un po’ di cose losche alla Corte Criminale Internazionale dell’Aja. Non insistiamo troppo sui dettagli dell’argomento, ma ci si fanno un sacco di domande sul perché i giudici, almeno pubblicamente, abbiano chiesto un processo in  Europa per Saif el-Islam al-Gheddafi, figlio del defunto Muammar – ma hanno accettato allegramente che lo spietato capo della sicurezza, Abdullah al-Senussi, debba essere processato nel caos della Libia  infestato  dalle milizie.

È stato perché la Corte non voleva turbare le autorità anarchiche della Libia insistendo che essa  processi entrambi gli uomini a L’Aja? Oppure c’è un ulteriore scopo di gran lunga più sinistro: impedire che Senussi spifferi a L’Aja i dettagli del suo intimo rapporto con i servizi di sicurezza occidentali quando gestiva le relazioni tra Gheddafi, la CIA e l’MI6?

Ben Emmerson, che è il legale del Regno Unito di Senussi – e, per caso, il relatore speciale dell’ONU sul controterrorismo e i diritti umani – ha definito la decisione presa in ottobre prima del processo, dalla Corte Internazionale, di rifiutare di processare Senussi a l’Aja “sconcertante e inesplicabile” perché ci sono prove schiaccianti….che il sistema giudiziario libico è in uno stato di totale collasso e che non è in grado di condurre processi giusti”.

Mentre non fa alcuna congettura sulla decisione di un’udienza precedente il processo, il Signor Emmerson ha detto al quotidiano The Indipendent che quando Senussi ha chiesto di sapere se agenti dell’MI6 lo avevano interrogato durante il suo soggiorno in Mauritania – e prima della sua estradizione illegale in Libia – il Ministro degli esteri William Hague si è rifiutato di rispondere. Senussi era stato deportato in Libia, secondo diverso parlamentari libici, dopo che i Mauritani avevano ricevuto una tangente di 200 milioni di dollari; lo stato avrebbe dovuto consegnarlo al tribunale dell’Aja. E dato che Senussi era stato trattenuto in custodia a Tripoli, al signor Emmerson e agli altri legali dell’imputato è stato rifiutato il permesso di vederlo.

La figlia ventenne di Senussi, Anoud, ha raccontato a The Indipendent che ha visto suo padre in prigione in Libia “apparentemente era stato percosso sugli occhi e sul naso, era molto debole e il  suo peso doveva essere inferiore a 35 chili. Dopo essere arrivata in Libia alle fine del 2012, la signora Senussi è stata imprigionata con l’accusa di aver usato un passaporto falso, ma al suo rilascio, nel mese scorso, è stata rapita mentre era diretta all’aeroporto “allo scopo di proteggerla”,  da uomini armati. Liberata alla fine della stessa settimana,  senza aver subito danni fisici o psicologici, ha detto di non essere sicura dell’identità di chi l’aveva rapita – ma dei rapporti hanno indicato che un gruppo di poliziotti libici l’avevano sequestrata mentre era nelle mani di altri uomini della sicurezza libica.

“Quando ho visto mio padre, non mi è stato permesso di stare da sola con lui e non gli ho potuto parlare a portata di orecchio ,” ha detto. “Lo avevano minacciato che gli avrebbero fatto del male se avesse parlato del trattamento che aveva ricevuto. Non ci sarà un tribunale sicuro per mio padre in Libia con l’attuale governo che non ha il potere di fare nulla.” La signora Senussi vive ora al Cairo.

Nessuno dubita che Senussi sia un uomo che custodisce molti segreti – né che avesse la reputazione di essere uno dei più feroci e più leali seguaci di Muammar Ghedddafi. E’ ricercato per crimini contro l’umanità, e non c’è dubbio che le torture inflitte agli esuli libici – dopo la loro estradizione in Libia con l’aiuto dell’MI6 e di altre agenzie di sicurezza occidentali dopo il “patto del deserto” di Tony Blair con Gheddafi – ricadevano sotto la sua competenza. Senussi in effetti era quello che subiva gli effetti spiacevoli  delle estradizioni e delle informazioni sugli esuli libici fornite dall’Occidente a Gheddafi.

Gli attivisti per i diritti umani considerano Senussi come la scatola nera  della relazione segreta tra l’MI6, la CIA e il regime di sicurezza di Gheddafi. E quanto più a lungo Senussi rimane detenuto e in Libia,  e quanto più a lungo gli vengono proibiti  gli incontri con i suoi legali internazionali, e di parlare liberamente perfino con sua figlia e fino a quando è passibile di affrontare un “processo” libico fraudolento – sempre supponendo che avrà luogo – è probabile che i segreti dell’MI6 e della Libia rimarranno al sicuro. Un processo pubblico a L’Aja potrebbe rivelare la completa e scandalosa relazione tra gli sbirri di Gheddafi e le agenzie di spionaggio della Gran Bretagna e dell’America.

Ben Emmerson è indignato per la situazione difficile di Senussi: “Tutti i controllori  internazionali hanno trovato prove di torture sistematiche, di sequestri e perfino di omicidi all’interno delle carceri libiche e ….il Primo ministro della Libia stesso è stato  sequestrato da milizie armate,” ha detto il Signor Emmerson al Cairo dopo aver incontrato Anoud al’inizio di ottobre. Perfino il ministro degli esteri della Libia ha detto, parlando di questo incidente, che ‘in assenza di un sistema di giustizia penale funzionale, forte e umano in Libia, queste cose potrebbero accadere in qualsiasi momento’. Il Primo ministro ha confessato che la Libia ‘non è uno stato fallito…..lo stato libico non esiste ancora’.”

Emmerson ha osservato che una fotografia di Senussi scattata durante la sua più recente comparizione al tribunale libico il 3 ottobre – 8 giorni prima che la Corte Penale Internazionale  aveva rifiutato di processarlo a L’Aja – dimostrava che aveva perduto “una significativa quantità di peso e che il suo viso appariva contuso .”

Era stato detenuto per 14 mesi in Libia “senza poter contattare nessun avvocato malgrado  le sue ripetute richieste di “incontrare un legale”.

“Sotto ogni punto di vista questa è una violazione  spaventosa e totalmente inaccettabile del fondamentale processo dovuto,” ha detto il Emmerson. “A noi, il gruppo di difensori della Corte Penale Internazionale, è stato proibito dalle autorità libiche di avere qualsiasi contatto con Senussi. E’ incredibile che la Libia abbia semplicemente rifiutato di permettere a noi, in quanto avvocati della difesa di Senussi, di  conferire  in qualsiasi modo con il nostro cliente.”

La Corte Penale Internazionale aveva  deliberato che  la Libia non era adatta a processare Gheddafi”, ha detto Emmerson. “Lo stesso criterio deve essere applicato ugualmente  al Signor Senussi che è accusato nello stesso caso con Said Gheddafi in Libia.”

I gruppi che si occupano di diritti umani sospettano che la Corte Penale Internazionale, ansiosa di mantenere il suo prestigio dopo le critiche avute da parte degli stati africani che essa si stia concentrando soltanto sui difensori africani, abbia anche timore che se si appella al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, di cui gli Stati Uniti sono membri con diritto di voto, per ottenere che il processo di Senussi si tenga a L’Aja, questa richiesta possa essere respinta.

Un avviso di appello è stato presentato dal Emmerson e dai suoi colleghi a L’Aja per impedire che  i procedimenti legali nazionali continuino in Libia.

Una gran parte di libici crede che Senussi sia stato il responsabile del massacro di più di 1000 prigionieri nel carcere di Abu Salim e che sia stato detenuto in contumacia in Francia per il ruolo che si presume abbia avuto nell’attentato  del 1989 a un aereo passeggeri di linea della compagnia aerea UTA in cui morirono 179 persone.

Senussi ha sposato la sorella della moglie di Gheddafi. Durante l’insurrezione del 2011 in cui Gheddafi stesso è stato ucciso dai ribelli, Senussi è stato incolpato della morte degli oppositori del regime a Bengasi.


Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo www.znetitaly.org

Fonte: http://www.zcommunications.org/is-the-hague-making-a-mockerey-of-justice-so-the-cia-and-mi6-can-save-face-by-robert-fisk

Originale: The Indipendent Traduzione di Maria Chiara Starace
31 ottobre 2013

http://znetitaly.altervista.org/art/12971


 

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