Filastin. L’arte di resistenza del vignettista palestinese Naji al-Ali – Recensione di Ilaria Remoz

cop filastinNaji al-Ali, Filastin. L’arte di resistenza del vignettista palestinese Naji al-Ali, eris edizioni, Torino 2013. Prefazione di Vauro Senesi. Collana Kina, 224 pagine, bianco e nero, brossura, 16,5×24 cm, € 17.00, ISBN 9788890693984

HANDALA: QUANDO DELLE VIGNETTE DIVENTANO STORIA

Il 18 giugno il Comitato di Solidarietà con il Popolo Palestinese e la casa editrice Eris presentano l’antologia di vignette “Filastin. L’arte del vignettista palestinese Naji Al-Ali”


Nessuno conosce Naji-Al-Ali il più grande vignettista del mondo arabo,palestinese, ucciso a Londra nel 1987, ma molti pensando alla Palestina ricordano Handala, la sua creatura, il bambino perennemente di spalle, che, dice la leggenda nei circoli di volontari ed attivisti, si volterà quando la Palestina sarà libera dall’occupazione.

Sami Hallac, del Comitato di Solidarietà con il Popolo Palestinese e Anna Matilde Sali, casa editrice Eris, raccontano la genesi faticosa di un libro assolutamente originale nel panorama editoriale italiano: Filastin. L’arte del vignettista palestinese Naji Al-Ali.

shapeimage_14«Sono stati molti i problemi», racconta la Sali, non c’è un autore con cui interfacciarsi, «abbiamo contattato la famiglia, le vignette erano moltissime e abbiamo affrontato la scoperta, lavorando su qualcosa che non conoscevamo. Le vignette erano state pubblicate, inoltre, in tantissimi giornali e dovevamo chiedere il permesso a ciascuno di essi. Il lavoro ha riguardato anche un qual “restauro” delle vignette stesse, i giornali originali erano vecchi, le figure ingiallite o il colore saltato, volevamo rendere giustizia al bianco e nero originale voluti dall’autore stesso».

«Il problema», continua Hallac, «è generazionale, l’autore è morto nel 1987, vi è uno scarto fra la militanza della mia generazione e quella di questi giovani editori» -la casa editrice Eris è un bell’esempio di iniziativa giovane, la più vecchia del gruppo, proprio Sali, ha 28 anni.

«Il libro non voleva essere solo “interessante”, voleva valorizzare l’autore» continua l’editrice,« Le vignette di Naji-Al-Ali ci raccontano anche le differenze dello stile dell’autore e della tradizione vignettistica di un paese: ad esempio quelle italiane sono legate alla battuta, quelle di Naj-Al-Ali sono praticamente sempre senza parole, molto simboliche. Naj-Al-Ali aveva costruito un linguaggio comune con i suoi lettori, la vignetta aveva una forza ed un’efficacia, la vignetta era LA NOTIZIA, tantè che molti lettori iniziavano la lettura dei giornali proprio dall’ultima pagina, quella della vignetta. L’antologia ha cercato di limitare le didascalie in spiegazione delle vignette, non volevamo spiegare e raccontare noi, volevamo sentirci raccontare una storia, la storia personale dell’autore e della Palestina stessa».

I personaggi di Naji-Al-Ali sono celebri, l’Handala, cammeo dell’autore da bambino, costretto ad abbandonare la propria casa, si vergogna di farsi vedere dal suo lettore. In realtà la leggenda che sostiene che l’Handala si volterà solo a Palestina libera, è smentita dalla presenza di due-tre vignette in cui il bambino mostra il volto ed ha un atteggiamento diverso, non guarda, ma è in azione. Vero è che sulla vasta produzione di Naji –Al-Ali rappresentano un’eccezione che ha, quindi, alimentato la leggenda. Ma anche la donna, la Madre, la Terra di Palestina e l’Uomo Comune, che sopravvive quotidianamente, rappresentano una filosofia, una visione del mondo, che è sopravvissuta al suo autore.

Conclude Sami: «Naji- Al-Ali è stato un personaggio perseguitato dai potenti, cacciato progressivamente da tutti i regimi arabi ed infine ucciso perché aveva trasmesso con i suoi disegni un messaggio: tutti i poveri, tutti gli oppressi, tutte le ingiustizie, tutte le rivoluzioni, ovunque siano, sono Palestina, la Palestina che lui raccontava. Un uomo che contestava ma non giurava vendetta e che lasciava spazio, in ogni disegno, per la speranza. Un uomo che aveva capito il suo tempo e il suo popolo tantè che era stato in grado di prevedere nelle sue vendette l’Intifada, la partecipazione della gente».

L’antologia si chiude con una serie di foto della Palestina attuale con le sue mille Handale dipinte sui muri, a ricordare che il bambino non è ancora tornato a casa.

I proventi del libro vanno a sostenere un progetto sanitario a Qalqilya.

 

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