La fame: perché? – Recensione di Nanni Salio

cop de ravignan fameFrançois de Ravignan, La fame: perché?, LEF, Firenze 2012, pp. 150

Mi è capitato più volte di porre a bambini e bambine, giovani e adulti, la seguente domanda: “Qual è secondo voi la più grave violazione di diritti umani su scala mondiale?”. Raramente la risposta è: “la fame”. Eppure, tutti dovremmo sapere che si stima che circa 100.000 persone muoiano ogni giorno, tutti i giorni dell’anno, di fame e di malattie connesse alla grave denutrizione. Di queste, circa un quarto sono bambini e bambine con meno di cinque anni.

La morte per fame è molto più dolorosa, perché comporta una sofferenza lenta che si prolunga nel tempo, della morte violenta in guerra o per omicidio. E provoca un numero di vittime almeno cento volte superiore, nel corso di ogni anno.

E’ quindi sempre altamente meritoria ogni opera che ci ricordi questo dramma incessante e ci ponga di fronte alle nostre responsabilità, indviduali e collettive. A maggior ragione quando si tratta di contributi che, come ricorda Giannozzo Pucci nella presentazione, sono completi e indipendenti “da condizionamenti ideologici sia di destra sia di sinistra” (p. 6).

In cinque brevi capitoli, vengono passati in rassegna i dati statistici, le cause, la malnutrizione dei paesi ricchi che si chiama obesità, le diverse concezioni e soluzion di coloro che cercano di lottare contro la fame, le diverse tipologie di attori sociali. E infine, le conclusioni, riassumibili nei risultati ai quali sono giunti molteplici studi e esperimenti in corso, da quelli della FAO ai movimenti internazionali dei “Sem Terra”. Ovvero, che occorre “rafforzare l’agricoltura familiare, contadina e comunitaria” spingendosi sempre più verso l’agroecologia: “un metodo fondato sulla valorizzazione e il riconoscimento dei saperi locali e sulle pratiche delle comunità agrarie che sono riuscite a perpetuare e riprodurre i loro agroecosistemi” (p. 145).

Tutto questo significa anche lottare contro il sistema dell’agroindustria, dominata dai “dieci padroni del cibo” (Jon Queally, 3 marzo 2013, http://comune-info.net/2013/03/cibo) e tener conto dell’ammonimento di Jean Ziegler sull’accaparramento delle terre da parte di imprese private e governi. Di qui la campagna “senza terra, niente pane” (Riforma, n. 8, 1 marzo 2013, p. 5) lanciata dal sito www.sehen-und-handeln.ch/fr/accueil).

I risultati positivi ottenuti in alcune aree del mondo, soprattutto in America Latina, suggeriscono la strada da seguire, anche se il cammino è ancora lungo.

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