Il tocororo e l’uragano. La pianificazione socio-economica come risposta alla crisi globale

Nanni Salio

Luciano Vasapollo, Il tocororo e l’uragano. La pianificazione socio-economica come risposta alla crisi globale, Zambon, Jesolo (Venezia) 2011, pag. 658

 Il tocororo e l'uragano

La copertina del libro

Il tocororo è uno splendido uccello dai colori bianco, rosso e blu, che si è scelto come simbolo nazionale di Cuba. E’ anche visto dall’autore come l’alternativa all’attuale crisi sistemica globale, l’uragano, o tempesta perfetta, che, nato a Wall Street, dilaga e imperversa un po’ ovunque nel mondo.

In questo poderoso volume, Luciano Vasapollo, autorevole studioso della pianificazione nei paesi dell’America Latina, e in particolare a Cuba, passa in rassegna esperienze, successi e insuccessi della pianificazione dell’economia socialista, spaziando dall’URSS alla Cina, dal Vietnam a Cuba.

Un punto centrale sul quale fissare l’attenzione è che la pianificazione può essere di tipo socialista oppure capitalista. Non è affatto vero che nel neoliberismo l’economia sia una sorta di libero gioco affidato ai cosiddetti “mercati” (che in realtà nascondono i “mercanti” e le loro decisioni prese in gran segreto da una ristrettissima oligarchia). Esiste una “pianificazione capitalista” che ha saputo imporre negli utlimi decenni le proprie regole del gioco, approfittando del tracollo e degli errori del sistema sovietico. Ma oggi anche quello che sino a pochi anni fa veniva considerato il modello vincente o addirittura l’unico possibile è entrato in una profonda crisi sistemica, intesa come somma di diversi fattori: crisi finanziaria, energetica-ecologica-climatica, alimentare, esistenziale.

Vasapollo si chiede esplicitamente se sia “possibile intravedere un ordine sociale non capitalista che permetta il miglioramento delle condizioni di vita della gente e aumenti il benessere e la felicità” (p. 611). Per far questo, “si richiede un’altra pianificazione, che modifichi l’insieme delle decisioni sottoposte a regole di pianificazione sociale” (p. 611). Occorre, in altre parole, progettare la “transizione” verso una “democrazia partecipativa, politica ed economica” (p.615), che superi anche gli errori commessi dalle forme autoritarie nelle quali si sono inabissate molte esperienze dei paesi socialisti, nel passato.

E’ questo un punto molto dibattuto in altre proposte di economia alternativa, da quelle esplicitamente nonviolente, di ispirazione gandhiana, alle proposte di economia partecipativa alle quali lavorano autori come Michael Albert e gruppi di ispirazione anarchica.

Per l’autore, “il cammino socialista di Cuba” (cap.9) continua a essere un felice esempio, in fase di costante rinnovamento, al quale ispirarsi, per “forzare l’orizzonte” verso una società socialista.

La ricerca continua e per trovare il bandolo della matassa che ci faccia uscire dal labirinto e dalla trappola in cui ci ha rinchiuso il neoliberismo, occorre con molta modestia ma con grande determinazione fare l’inventario di successi e insuccessi, errori e risultati positivi conseguiti nelle molteplici esperienze dell’umanità.

Luciano Vasapollo è fiducioso e conclude il suo lavoro con un mssaggio di speranza:

“E’ nel catastrofico infuriare dell’uragano che il tocororo continua il lento sobbalzare del suo volo, senza mai perdere l’orizzonte!”


 

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