Per fermare la guerra in Siria, cominciamo dall’Italia

siria653Il Social Forum Europeo di Firenze ha prodotto un documento intitolato “Il conflitto siriano e le sue sfide ai movimenti per la pace: promuovere un cessate il fuoco e una pace giusta; sostenere la riconciliazione”.

Un immediato cessate il fuoco è necessario per la grande maggioranza dei siriani, che vuole la pace in uno stato democratico. Bisogna impedire di conseguenza alle Istituzioni e ai Governi italiani ed europei di pianificare interventi armati, diretti o per procura; ed appoggiare la riconciliazione nazionale, offrendo spazi sicuri d’incontro e negoziato tra le parti in lotta nel Paese. L’Unione europea, premiata tra lo scetticismo generale col Nobel per la Pace, deve dimostrare di meritare effettivamente tale riconoscimento. Mentre l’Italia, che offre aiuto interessato ad una parte in guerra e ospiterá a breve gli “Amici della Siria”, deve confutare nei fatti inconsistenza e mendacia delle sue “missioni di pace”.

Nell’imminenza delle elezioni politiche ci sentiamo pertanto in obbligo di sottoporre ai partiti alcuni punti dirimenti per il cambiamento della politica estera italiana in direzione di una pace sincera che riassumiamo in un mini decalogo composto come segue:

Difesa dell’articolo 11 della Costituzione e suo allargamento all’Unione europea – Trasformazione del sistema di Difesa in veramente difensivo, con eliminazione delle armi a lungo raggio e graduale “transarmo” – Riequilibrio di bilancio tra prevenzione dei conflitti e spese militari, con trasparenza di gestione nella spesa – Riconfigurazione delle presenze militari all’estero e ritiro dalle missioni illegittime – Potenziamento per la Polizia internazionale ONU – Rilancio del Servizio civile, riconoscimento per l’Obiezione alle spese militari e istituzione dell’Albo nazionale Obiettori di coscienza – Ricostituzione del Comitato consultivo per la Difesa non armata e nonviolenta presso il Governo italiano – Riattivazione del Tavolo interministeriale Interventi civili di pace – Legge sui Corpi civili di pace per la trasformazione dei conflitti.

Questi i punti. Dopo tante ambiguitá e mistificazioni da parte dei poteri politici ed economici, vogliamo davvero capire chi e cosa lavora per la pace in Italia. E in Europa posto che l’Unione sta ripristinando politiche coloniali verso Paesi terzi. Subito dopo le elezioni si apre il Forum Sociale Mondiale a Tunisi, cui seguiranno a maggio il Balkan social forum di Zagabria e l’evento mondiale per la pace del 2014 a Sarajevo.

Al di lá delle dichiarazioni dei Partiti alle quali siamo interessati, avremo modo in quelle sedi di verificare i comportamenti per la Pace dell’Italia e dei vari Paesi. Dai quali pretendiamo la veritá e la fine delle menzogne mediatiche di guerra.

Diverse firme sono giunte a sostegno del mini decalogo: Alberto L’Abate, Vittorio Agnoletto, Fabio Alberti, Roberto Antonaz, Cinzia Bottene, Patrick Boylan, Alessandro Capuzzo, Giulietto Chiesa, Marinella Correggia, Luca Filippi, Michele Negro, Gigi Ontanetti, Marco Palombo, Enrico Peyretti, Gianmarco Pisa, Giuliano Pontara, Patrizia Sentinelli. Assieme a 1600 firme in rete arrivate in un mese da tutto il mondo.

 

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