Letterina semiseria di speranze per l’anno in arrivo – Francesca Putzolu

Il 2013 è alle porte, e si rinnova la speranza. Ingenuamente, ostinatamente, caparbiamente, riattiviamo i fiori del nostro piccolo orto. Piccolo, ma dalle alti pareti, spesso quasi invalicabile la cui porticina si apre solamente a chi porta altre semenze. I suoi alberi non conoscono il piacere di offrire ombra a chi è semplicemente stanco e solo, a chi cerca un luogo di certezze, di cura alle proprie ferite. No, i nostri orticelli, ben coltivati da sani principi, dalle linee perfette, tutte le piantine in fila, non hanno la magia del “Giardino incantato”dove un bimbo malato trova nell’amicizia e nella gentilezza del suo compagno di giochi la gioia di vivere.

Spesso il nostro orticello circonda case, castelli le cui stanze sono protette da castellane che rinnovano antichi riti, medioevali e arcani enigmi, “o regina reginella, quanti passi devo fare per andare alla tua reggia?” A volte sono uno avanti, ma spesso due indietro, a meno che la reginella non riconosca in te i segni indelebili dell’appartenenza al suo alto casato …O ami i giochi di prestigio in cui prende il suo cilindro e fa uscire il coniglietto che, guarda guarda, assomiglia proprio a te, ma lo fa solo quando è proprio sola e ha esaurito la lista delle persone con cui fare delle cose. Questa castellana ama lo stand by, sei quella dell’ultimo momento.

Il 2013 è alle porte e si rinnova la speranza. Ingenuamente, caparbiamente coltiviamo il nostro piccolo orto. Piccolo ma dalle alti pareti. Le piante sono lì, alimentate dai sani principi ma poco irrorate dall’acqua rigeneratrice della condivisione. Non che alla porticina non abbiano bussato in molti, ma non erano “come noi”, non inseguivano i nostri sogni, il rincorrere la giovinezza, ci riportavano a specchio i visi segnati dal tempo che avanza e a cui nessun essere vivente può sottrarsi, ma che speriamo irragionevolmente non tocchi noi, avevano poche sementi in dono, forse nessun seme, o semplicemente nel nostro orto c’era già qualcuno, e noi siamo quelli che non “aggiungiamo un posto a tavola“.

Il 2013 è alle porte e si rinnova la speranza. Caparbiamente coltiviamo il nostro piccolo orto. Non posso negare che fino a ora ci sono state battaglie e le ferite non sono ancora cicatrici. Spesso il nostro orto è stato depredato dalle armi dell’ opportunismo, dal tradimento della fiducia con cui avevamo aperto la porticina, da piccoli furti per propri fini, dall’uso di parole d’amore ma che nascondevano l’indifferenza, dalla mancanza di generosità e della gratitudine al dono offerto, dalla negazione di te come persona, dall’avarizia, dalla superbia, dall’intrigo, dalla gelosia, dalla rivalità, dalla superficialità, dall’ indifferenza, dall’uso e getta dei sentimenti, dalla fretta, dalla mancanza della consapevolezza, dalla frustrazione, e… mi fermo qui perché il pensiero sta diventando una lista troppo lunga.

Il 2013 è alle porte e si rinnova la speranza. Caparbiamente coltiviamo il nostro piccolo orto che ci dà anche delle soddisfazioni momentanee, soprattutto quando lo apriamo alle persone i cui vincoli sono quelli sanciti dalla biologia e dalla chiesa i cosiddetti “sacri vincoli familiari” o da fidanzati e fidanzate. Mai pareti sono state più alte, o sei un sacro vincolo, o sei fottuta. Non c’è Natale, non c’è Pasqua, non ci sono feste comandate o telecomandate in cui ti è dato di rompere la trincea. Tutti i “sacri vincoli “si rinchiudono a riccio in formazione compatta a lanciarsi sullo stesso sacro desco, in un famelico tripudio di buoni sentimenti, alimentato dallo scambio di doni, spesso assolutamente improponibili ma che infondono e diffondono l’appartenenza al branco. Parole dimenticate per un anno intero a volte, vengono rispolverate con tenera attenzione e una celata commozione, “sorella, fratello, cognata, nipoti…. Si. ma dov’era tutta questa moltitudine nei momenti di tristezza delle nostre solitudini individuali? Quanti hanno condiviso le nostre ferite e cadute sul campo della vita? Troppo velocemente si rimuove in questa orgia di rinnovati affetti, l’amica-coniglio che ti è stata accanto, che ti ha accompagnato per piacevoli viaggi, che ha condiviso le sue passioni con te che magari eri del tutto ignara di nuove frontiere e possibilità. Ragazze così va il mondo e la salvezza è nel volare basso credetemi, o proseguire per il proprio cammino in compagnia di 3 amici preziosi ma pesanti: la dignità, il coraggio e la libertà mentale (che ti fa volare molto in alto).

Il 2013 è alle porte e come i romanzi per i ragazzini mi piace lasciare il finale a chi ha perso un po’ di tempo a leggere: chissà che la fantasia non offra nuove soluzioni oppure nuove prospettive. Quando la gioia di spazi aperti e la leggerezza degli schemi mentali duttili, plastici, negoziabili entrerà nelle nostre vite? A guardarsi bene intorno, ciascuno di noi paga un pedaggio di sofferenza in una oscillazione costante tra vittime o carnefici, perdenti e vincenti… Ma questo è ciò che il sistema, dominato da elite al potere mass mediatico, ha infilato profondamente nelle nostre plasmabili testoline da 2013 anni, e forse anche da prima, visto che pare nel nostro DNA ci sia traccia di tutta l’umanità precedente.

Che dire oltre? Finale a scelta multipla da inventare, da creare e ricreare.

Buon 2013. E come dicono tutti prima di sparire nello spazio siderale, teniamoci in contatto.

 

 

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