Se, come, che cosa votare alle elezioni politiche del 24 febbraio 2013? – Pietro Polito

Agli amici della nonviolenza

Che cosa fare?
Che cosa fare alle prossime elezioni politiche per il governo del Paese?
Confesso che non ho le idee chiare e mi piacerebbe discuterne con chi legge queste righe e con gli amici della nonviolenza.
Le questioni da affrontare sono:
1. come votare;
2. che cosa votare;
3. se votare.
Come votare
C’è un criterio in base al quale decidere a quale formazione politica dare la propria, la nostra preferenza? Nel novero delle possibilità naturalmente escludo la destra, per destra intendendo tutto l’arco che va dalla Lega al Partito della libertà al mondo frastagliato e comunque declinato che si assembla sotto il cosiddetto Centro.
Un criterio di orientamento, per esempio, potrebbe essere la discontinuità con il montismo. Un altro potrebbe essere la rottura con il liberismo e il neoliberismo.
Francamente mi sembrano entrambi criteri troppo generici. Ne possiamo individuare alcuni più puntuali che magari siano condivisi dal punto di vista degli amici della nonviolenza?
Che cosa votare
Assumendo un punto di vista descrittivo e non prescrittivo, si può dire che gli elettori di “sinistra”, e in questo trovo una conferma nelle frequentazioni quotidiane, sembrano oscillare tra quattro opzioni:
1. il Partito democratico e/o il listone Partito democratico/Sinistra ecologia libertà;
2. Sinistra ecologia libertà, se non confluisce nel listone;
3. Beppe Grillo e il Movimento 5 stelle:
4. Cambiare si può: il quarto polo proposto in un appello di ALBA (Alleanza per il lavoro, beni comuni e l’ambiente) rivolto alla società civile e al popolo dei referendum. Nel quarto polo sono confluiti o stanno confluendo Italia dei valori, Partito dei comunisti italiani, Rifondazione comunista, Arancioni di Luigi De Magistris, Verdi.
Personalmente non prendo in alcuna considerazione la terza ipotesi (Grillo), mentre sono scettico sulla prima (Partito democratico). La seconda (Sinistra ecologia libertà) e la terza (Cambiare si può, soprattutto nella forma di una nuova sotto mentite spoglie Sinistra arcobaleno) sono deboli perché per ragioni opposte rendono difficile se non impossibile la formazione di un polo della sinistra alla sinistra del Partito democratico.
Se votare
L’area del non voto di sinistra è ampia, resistente, consolidata, non si lascerà convincere né dalle sirene dell’antimontismo, né dal pericolo del ritorno di Berlusconi. La posizione dell’astensionismo critico è la più coerente e rischia di allargarsi ulteriormente.
Ad ogni elezione, almeno da vent’anni a questa parte, mi chiedo, e con me molti si chiedono, se partecipare o non partecipare al voto. Finora mi sono sempre risolto per la partecipazione, con sempre minore entusiasmo, perché sempre costretto a scegliere contro e non per qualcosa.
Questa volta, stanco di ripiegare sul meno peggio, la tentazione di chiamarsi fuori è forte.
Tanto forte.

2 commenti
  1. stefano
    stefano dice:

    sono confuso! tutti promettono tutto ma l'italia va a rotoli è chissà quanto tempo ci vuole per metterla a posto, per far riaprire tutte quelle imprese che hanno chiuso e licenziato gli operai! mah!!!!!!!!!!!!!

    Rispondi

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